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Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi tag: vita

Il colore della saudade

15 mercoledì Giu 2011

Posted by LadyLindy in Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita

≈ 15 commenti

Tag

Amália Rodrigues, fado, Mafalda Arnauth, pensieri, Porto, Portogallo, Portugal, saudade, Simone de Oliveira, vita, vita quotidiana

Voleva essere una dedica ad una persona che dire speciale è poco. Sia benedetto il giorno, il mese e l’anno che la incontrai.

Meus lindos olhos, qual pequeno deus
Pois são divinos, de tão belos os teus.
Quem, tos pintou com tal condão
Jamais neles sonhou criar tanta imensidão.
De oiro celeste,
Filhos de uma chama agreste
Astros que alto o céu revestem
E onde a tua história é escrita.
Meus lindos olhos, de lua cheia
Um esquecido do outro, a brilhar p´rá rua inteira.
Quem não conhece o teu triste fado
Não desvenda em teu riso um chorar tão magoado.
(Mafalda Arnauth – Meus Lindos Olhos)

Se il giallo è il sole, il rosso è la passione, il verde è la speranza… il blu è, di sicuro, il colore dell’introspezione. Non è un caso che mi soffermi proprio su questa tinta, e non è un caso nemmeno che nel jazz (e, appunto, nel blues) siano le note dette “blu” a dare quel tocco di nostalgia e malinconia. Ecco, tutto questo discorso allegro per arrivare ad una certa sensazione che mi sta riempiendo la testa e il cuore, che non posso descrivere a parole, se non con un termine portoghese davvero eufonico… saudade.

Non so come tradurlo, del resto non ci riescono nemmeno quelli più esperti di me, e nel mio caso può benissimo definirsi come un insieme di tante sensazioni differenti che formano questo complesso sentimento, come tante perle infilate a formare una collana. E’ quando la mancanza si nota più della presenza, quando il silenzio è più assordante del rumore, quando scopri che i tuoi pensieri si rispecchiano benissimo in un tipo di musica struggente e (anche stavolta) indescrivibile: il fado.

Sto ascoltando a manetta pezzi di Amália Rodrigues (la fuoriclasse, che disse “Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell’anima forte, l’occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l’ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e lontani… “), Simone de Oliveira, Mafalda Arnauth… e proprio in un fado di quest’ultima, passato così per caso, con quell’atmosfera che solo la lingua portoghese sa donare e solo i vicoli di Lisbona e Porto possono mostrarci, ho ritrovato il motivo profondo della mia saudade. La nostalgia, il dolore di non avere vicino a me una persona con gli occhi “d’oro celeste” (cosa dicevamo a proposito dei colori?), dipinti da una divinità che di sicuro “non immaginava di creare tanta immensità”… occhi “figli di un ardore selvaggio, astri che si stagliano alti nel cielo, e su cui sta scritta la tua storia”.

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Ci sono cose che non capisco

10 venerdì Giu 2011

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 29 commenti

Tag

Caparezza, cose che non capisco, domande, Italy, Johann Pachelbel, Katy Perry, notizie, pensieri, vita, vita quotidiana

 

Perché in televisione si parlano sempre tutti uno sull’altro? Perché quando io arrivo in ritardo gli altri sono in anticipo e quando io arrivo in anticipo gli altri sono in ritardo? Perché sono l’unica persona di tutta la classe che una mia perspicacissima compagna non riesce a comprendere? Perché si dice “fumare come un turco”? Voglio dire, non saranno mica tutti dei fumatori così incalliti. Perché quelli che odiano gli immigrati poi ne vanno a pregare uno in Chiesa? Perché un uomo che ha successo con le donne è un figo, e invece se è una donna è una puttana? E, per stare in tema, perché alcune prostitute faticano a vivere e guadagnano una miseria (che non rimane nemmeno a loro), mentre altre fanno esattamente le stesse cose per 3000 euro a sera? Perché vedo quotidianamente così tante facce di merda? Perché ho paura dell’estate? Perché le mie tonsille credono di poter avere vita propria? Perché ci sono ragazze che si mettono 3kg di fondotinta ceronato arancione, e lasciano il collo bianco con effetto maschera di Carnevale? Perché con il 90% degli autisti in pullman sembra di stare sulle montagne russe? Perché, quando ti piace qualcuno, ovviamente è già impegnato (non penserete che stia parlando di me, eh… hahahaha… aspettate che mi faccio aria agli occhi)? Perché Katy Perry è più conosciuta di Johann Pachelbel? Perché non mi lasciano andare a votare, nonostante la mia minore età? Lo farei molto meglio di tanti maggiorenni. Perché mi sento diversa? Perché mi piace sentirmi diversa? Perché certa gente continua a fare il suo lavoro e invece altri non lo fanno?

Perché mi faccio così tante domande?

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I’d rather be a comma than a full stop

03 venerdì Giu 2011

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 20 commenti

Tag

acqua pubblica, Alternative rock, amore, attualità, Berlusconi, Coldplay, Death and All His Friends, elezioni, legittimo impedimento, musica, notizie, nucleare, primavera, referendum, scuola, vita, Viva la Vida

Rinfrancata dall’aver concluso praticamente tutti i miei impegni con successo, dalle cose crucche ai vari spettacoli, dalla scuola ai vari incontri portati dal dolce vento primaverile, la soddisfazione diventa addirittura una certa gioia scintillante se aggiungiamo l’uscita del nuovo singolo dei semidei Coldplay (Every Teardrop is a Waterfall, con cui probabilmente vi sfrangerò i regal maroni citandolo ogni due per tre), e ovviamente la bellissima sconfitta  del Cirque du Berlusqueil alle recenti elezioni.

E’ proprio uno di quei momenti in cui sei felice di aver tenuto in freezer una bella bottiglia di champagne, a meno che tu non abbia mai toccato un goccio di alcolici come me e non abbia nemmeno l’intenzione di iniziare. Quindi, a pensarci bene, lascerò lo champagne a qualcun altro e festeggerò con voi (ringraziate la mia idiosincrasia verso l’alcool, o non avreste mai potuto leggere una perla di post come questo, non so se mi spiego). E poi, la felicità più grande sta nel costruire dei bei rapporti con le persone a cui tieni, una cosa che si fa giorno per giorno – e mi sta prendendo la crisi da filosofite, non voglio farvi commuovere cerebralmente – perché certi incontri, certe strade che casualmente si incrociano nel gioco della vita, sembrano davvero un dono (di chi? Non lo so). Posso dire che i fili del mio futuro si stanno annodando a gomitolo, ma non ho la minima idea di come faranno a sciogliersi, se lo faranno da soli, se dovrò pensarci io, se ci sarà qualche gatto giocherellone e dudù dadadà, come direbbero Minghi e Mietta.

Due cose sole turbano il panorama soleggiato, due nuvolette bastardine, di cui una è solo colpa mia, mentre per l’altra devo chiedere anche a voi lettori – sì, proprio voi. La prima. Sembro una bimbetta stupida e timidina quando mi ripeto che devo parlare ad una certa persona da mesi, ma poi le parole mi vanno in sciopero che nemmeno a Mirafiori. E’ che sarebbe così terribilmente imbarazzante e nonsense. La seconda: drizzate le orecchie, spalancate gli occhi. Se il 12 e il 13 giugno non andate a votare al Referendum, o voi maggiorenni col potere della matita, giuro che vengo lì con uno scolapasta in testa e vi prendo a randellate. Vi strappo le corde vocali, le cuocio e ci gioco a saltare la corda. Vi taglio i tendini del tallone e poi vi faccio camminare, così il vostro corpo cede e rimangono su solo i piedini. Guardate che potrei andare avanti all’infinito, sono esperta e appassionata di torture sadiche.

E già che ci siete, se non volete provare le mie tecniche da Santa Inquisizione, vedete di crocettare 4 meravigliosi SI’ …

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Maledette lenti di design

13 venerdì Mag 2011

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 30 commenti

Tag

attualità, design, medici, notizie, occhiali, oculista, quotidianità, satira, vita

Fra i molteplici nemici da cui devo guardarmi ogni giorno della mia vita, troviamo la vasta schiera dei medici. Ora, io ammiro tantissimo chi fa questo mestiere per sincera passione e magari salva delle vite: sappiate che, ad esempio, uno dei miei mariti ideali è l’incrocio atomico fra il dr. Cox e il dr. House. E poi, il solo passare il test d’ ammissione a Medicina (cioè un po’ come farsi una vacanza nel Sahara alle 14 di Ferragosto e uscirne vivi senza mai bere), fa dei medici delle persone da chapeau.

Però, fatta questa premessa, io veramente c’è una cosa che non sopporto. La sfrangiosissima, orrendissima, schifosissima visita dall’oculista. Guardate, preferirei anche il dentista (e ve lo dice una che ha messo 5 apparecchi consecutivi, la cui area spaziava dal palato alle gengive, e si è sentita consigliare la rimozione del labbro inferiore). Almeno lì conosci il nemico, come recita la prima regola dell’Arte della Guerra di Sun Tzu. Lo sai che se vai dal dentista avrai una bocca stile eruzione vulcanica per, se ti va bene, almeno una settimana e mezzo. Lo sai che ti metterà le manazze fra le fauci e tu non ci vedrai più dal dolore, perché ovviamente l’anestesia avrà qualcosa che non va. Però, è consolatorio pensare che almeno il dentista ha sempre un certo timore delle tue reazioni: ha paura che tu ti metta a correre attorno alla sedia minacciando denunce e ritorsioni, o che ti metta a gridare e mordergli le falangi.

L’oculista è tutta un’altra storia: prima della visita vivi nell’incertezza. Sul foglio vedi scritto “controllo generale”, ma cosa vorrà mai dire? Significa che ti fai vedere sulla porta, saluti, lui ti guarda la pupilla con quell’oggettino infernale e poi puoi salutare, ciaociao arrivererci masifiguri graziealei? Oppure devi rimanere dieci ore ad aspettare, mezz’ora in ambulatorio a farti contare anche il numero di ciglia e poi altre ventordici ere geologiche ad aspettare l’effetto delle fottute gocce?

Ah, le gocce! Vogliamo parlarne? Ovvio che sì. Non so voi, ma credo che farsi sguizzare quella maledetta acqua del Demonio dentro l’occhio sia una delle torture più strazianti dell’umanità, subito dopo la Vergine di Ferro. Preferirei ascoltare a loop (quasi) infinito Meno male che Silvio c’è. Io, poi, sono un caso particolare: la mia disgrazia è che i miei occhiettucci verdi non vogliono stare aperti. Appena vedono il tubetto vanno in sciopero. Quando ero piccola, non riuscivano ad ingannarmi nemmeno col vecchio trucco delle gocce “di Minni”, “delle Winx” o prese in giro del genere (erano assolutamente uguali alle altre). Quindi mi ritrovo sempre a litigare con la povera infermiera di turno, che continua a pregarmi con voce sempre più stridula “Cara, caaaaara – immaginatela mentre il viso si contrae in un falso sorriso – per favoooore, apri l’occhio, ecco, un attimo ed è fatto”.

Un attimo ‘sti gran cazzi, scusate il francesismo. Prima mi dice che il liquido non è entrato, e invece io lo sento benissimo che mi infetta la capacità visiva, poi cerca di convincermi ad una seconda seduta di supplizio, infine passa al secondo occhio e tutto si ripete uguale, se non peggio. E intanto io ribollo, vorrei tanto lacrimare ma ormai i miei “specchi dell’anima” sono entità indipendenti che non specchiano più un cavolo. Quante volte, cara infermiera, ti manderei a raccogliere la diarrea con lo scolapasta!

E poi, dopo che sono rimasta un eone in sala d’aspetto per sfoggiare le mie immense pupille, cosa fa il geniale oculista? Mi fa leggere dalla celeberrima e odiosa lavagna luminosa con tutte le lettere (si accettano scommesse su eventuali messaggi subliminali). Ma santa pazienza spappolata, come minchia faccio a vederci qualcosa se mi sembra di essere immersa in una bolla di nebbia manco fossi Sailor Mercury? Ti pare logico?

Risultato: sono cecata. Miope fino al midollo. E’la crescita, dicono. Intanto mi servono gli occhiali, che contribuiranno in modo decisivo a peggiorare il già malmesso aspetto del viso. Perché io non sono una di quelle che fa sembrare gli occhiali un oggetto di design: non ci sono portata.

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Non voglio mettere un titolo.

01 domenica Mag 2011

Posted by LadyLindy in Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita

≈ 12 commenti

Tag

Aristotele, corti, domenica, festa dei lavoratori, Ghiannis Ritsos, pensieri, poesia, vita

Perché tu eri solita
camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi
le mani sulle ginocchia, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così – dicevi; ricordami così, coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi…
Dunque, come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun Paradiso. 

(Ghiannis Ritsos) 

Oggi è un giorno particolare. Sono presa da studi filosofici, nel vero senso della parola… e se qualcuno di voi volesse, per estrema gentilezza, parlarmi della sostanza in Aristotele io sarei davvero grata. Ché Aristotele mi sta simpatico, eh, aveva una testa quel ragazzo…! Sembra di vederlo, nel suo liceo, mentre insegna con quegli appunti (pomposamente definiti scritti esoterici… a proposito, ma quanto è bello l’avverbio “pomposamente”? ), o mentre cammina nel peripato. Mi sta simpatico, dicevo, ma di domenica mattina, quando apri la finestra sul terrazzo e senti un venticello che ti dà il benvenuto nel maggio odoroso, e sai che dopo dovrai uscire… ciao babao. La simpatia è una cosa, lo scervellamento un’altra.

A proposito: buona beatif… ehm, cioè, buona festa dei Lavoratori a tutti! Soprattutto un augurio a chi il lavoro non ce l’ha o ce l’ha per modo di dire, spero possiate realizzarvi… siete gli eroi di quest’epoca.

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Qual sole Oggi risplende in cielo, amati numi!

18 lunedì Apr 2011

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 14 commenti

Tag

cultura, diario, Germania, pensieri, viaggio, vita

Dopo essere tornata all’amata casa, e dopo aver baciato l’ancor più amato cuscino, sono tornata a dedicarmi a questo lido virtuale. Sorpresi?

Bè, gli impegni sono comunque tanti, ma mi consolo pensando che è primavera e mi sento molto felice. E stressata. Ovviamente, per coloro che dovrebbero formarmi intellettualmente, l’unica materia esistente è quella che insegnano e ci si ricorda di aver mancanza di voti il giorno prima del collegio docenti. Considerando che aprile vola, a maggio avrò una sbudrega di cose da fare e a rimetterci ci  siete, purtroppo, sempre voi lettori. Detto questo, e smaltite le scorie che vi staranno uscendo dalle orecchie, vi do un paio di chicche direttamente dalla Crucconia.

Allora. Come vi avevo (forse) scritto, le ragazze cermaniche non si asciugano maaaaai e dico mai i capelli. Anche se questi sono tipo Raperonzolo e lunghi come l’A1. E li tengono umidi come paludi anche se fuori dalla finestra, rigorosamente aperta, sta nevicando – vi giuro che è successo.  Poi: chiedere dell’acqua naturale in Cermagna è come bestemmiare,  hanno solo delle bevande fottutamente gasate. Proprio da lì arrivano dei fantastici nettari divini tipo la Spezi (Coca Cola + aranciata, il massimo della salute). La vita è più spiccia, più autonoma. I mezzi pubblici si usano in continuazione, perché sono puliti, comodi, veloci, arrivano praticamente ovunque. E’ vero, costano un po’, ma ci sono un sacco di offerte diverse e cumulabili. Con cinque euro per il treno ti giri tutta Monaco con qualsiasi mezzo: usi sempre lo stesso biglietto. Il fumo è visto molto peggio dell’alcool. La birra, soprattutto in Baviera (e te credo!), è bevuta come da noi si beve l’acqua, anche considerando che le specialità del posto son fatte proprio per dare la sete. In compenso con un cicchetto di Vodka ti danno dell’alcolizzata. Quando ho detto che in Italia si possono fare feste anche a 15 anni, ci son rimasti tutti malissimo perché da loro è tutto più rigoroso in questo senso… alle feste vengono ritirate le carte d’identità ai minorenni che possono rimanere solo fino a mezzanotte, a meno che non abbiano una cosetta chiamata Partyzettel, con cui un maggiorenne si prende la responsabilità per il minore. Il modulo Partyzettel dev’essere firmato, controfirmato e comprovato, manco fosse un contratto di compravendita d’immobili.

Spesso i tedeschi della zona in cui ero io si ammalano o hanno lunghi e fastidiosi raffreddori + acciacchi di stagione, perché hanno un clima totalmente sballato. Non si sa mai cosa mettersi. Però, tutto sommato, si vive bene. O meglio, mi chiedo come faranno mai senza quel preziosissimo alleato, compagno di vita, gioiello dell’ingegno umano: il bidet. Quando l’ho rivisto, a casa mia, mi è scesa una lacrimuccia di commozione.

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Sì viaggiare.

03 domenica Apr 2011

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita, Telegraficamente

≈ 19 commenti

Tag

Battisti, Germania, pensieri, sì viaggiare, tedesco, vita

Sono orrenda. Vi scrivo dei post del cavolo per parlarvi degli affaracci miei, promettendovi qualcosa di più interessante in seguito, poi si scopre che devo partire. Cioè, nel senso, io lo sapevo già. Voi lo scoprite adesso. Comunque: mi aspetta un’esperienza nuova, che mi coinvolgerà da sola, senza possibilità di ritorno (occielo, non mettiamola così drammaticamente, ora).

Sarà un’occasione per crescere veramente tanto. Non si scherza. Spero vada tutto bene. E qui, mi raccomando, fate i bravi che mi accorgo di tutto! Perdonate la mancanza di voglia/ispirazione/tempo che mi colpisce ultimamente… capita anche a chi avrebbe molte pillole da farvi ingurgitare (muahahaha… ok, era orrenda).

A proposito, avete visto come si è sprigionata la primavera? I colori scoppiano a mille! Sembra quasi giugno! Che meraviglia. Se solo la situazione mondiale (e nazionale) andasse meglio…

Quante belle banalità in un solo post… Bè, ho concluso. Ci rivediamo (anzi, auf wiedersehen).

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Come puoi amare tanto qualcuno, e quel qualcuno non essere tuo?

28 lunedì Mar 2011

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 35 commenti

Tag

Amado, amore, attualità, pensieri, Vanessa Da Mata, vita

Sinto que você é ligado a mim
Sempre que estou indo, volto atrás
Estou entregue a ponto de estar sempre só
Esperando um sim ou nunca mais

É tanta graça lá fora passa
O tempo sem você
Mas pode sim
Ser sim amado e tudo acontecer

Sinto absoluto o dom de existir, não há solidão, nem pena
Nessa doação, milagres do amor
Sinto uma extensão divina

(Vanessa Da Mata – Amado)

Un giorno sei nato. Nessuno ti ha chiesto se volevi vivere. Ma ora vivi. Talvolta è bello. Talvolta invece sei triste. Molte cose ancora non le comprendi. Vivi, ma perchè? Con le tue mani devi aiutare a riordinare il mondo. Col tuo intelletto devi cercare di distinguere il bene dal male. Col tuo cuore devi amare gli uomini e aiutarli quando puoi. Sono tanti i compiti che ti attendono. Che attendono le tue mani, il tuo intelletto, e il tuo cuore “
Aprile 1979, da un tema di Chiara “Luce” Badano (7 anni e mezzo)

Fra domandone filosofiche e grandi dilemmi che spuntano velocemente nei dieci minuti dall’intervallo, tanto svelti a balenarmi alla mente quanto lenti nell’andarsene, ho un po’ trascurato il blog. E’ che, sapete, quando ti ritrovi a sospirare un numero di volte sufficiente a far venire il maremoto, quando ti vesti pensando a cosa potrebbe pensare delle tue scelte una certa persona, quando i tuoi pensieri sono costantemente rivolti ad un unico vertice e più preghi gli dei di dimenticarlo più il desiderio stesso di scordare tutto te lo fa ricordare, bè, è chiaro segno che… ma no, completate voi la frase. Quelle parole, che mai avrei pensato di pronunciare (tanto meno di scrivere), mi fanno troppa impressione.

Sapete, ho anche perso l’appetito.

(Hahahaha, ci avete creduto? No, è una di quelle cose che non succederanno mai, né in questa vita né in un’altra eventuale.) 

Ecco: sta succedendo ciò che temevo. Oltre al borbottio da pentola di fagioli che mi riempie la testa, e il rossore da post-maratona che mi colora troppo le guance in certi momenti, sto monopolizzando questo luogo virtuale, in teoria un posto dove parlare di tutto, con i miei cavolacci personali. Non che mi dispiaccia scrivere di me, anzi, ma un conto è cercare di favi ridere, un conto è farvi subire il supplizio delle solite solecuoreamore noiosissime da sedicenne bimbaminkia che crede di sapere cosa sia l’amore (cavoli, l’ho scritto!) e invece non sa manco trovarsi il sedere con le mani. Ecco. Tutto qui. Passo e chiudo, lasciandovi forse un po’ delusi della poca qualità dei miei ultimi post, ma mettiamola in altri termini…

Dovrei forse stare a commentare le ultime boiate sparate da questo o da quello al microfono dei tg più servili dell’occidente? Dovrei forse ripetervi che è meglio votare ai referendum piuttosto che coprirsi ancora una volta gli occhi? O magari cercare di fare informazione che potete trovare benissimo in altri siti/blog più attrezzati di me? No, signori. Tutto quello che posso offrirvi, per ora, è questo. Prendere o lasciare (ammazza, mi faccio soggezione da sola).

Sopportate, per favore, una ragazzina in… inna… innamm… innamorata. UGH.

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