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Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi tag: sfogo

L’umore nero va con tutto

28 mercoledì Set 2011

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 29 commenti

Tag

Anastasia, Anna Karenina, Emilie Autumn, Fry, futurama, Loreena McKennitt, Parigi, Paris, Patagonia, poesia, poetry, scuola, sfogo, tennyson, the lady of shalott, viaggio

No, scusate. E’ solo che avrei tanta voglia di trasferirmi in Patagonia e mangiare pezzi di ghiaccio coi pinguini (ma ci sono pinguini che mangiano ghiaccio in Patagonia?).

Vedo ventmila persone al giorno e non sono amica di neanche una, mi sento un’isola sperduta nell’oceano: vivessi in eremitaggio come un’asceta nel profondo Tibet, o a pettinare i lama sputaccihosi in  Perù, potrei capirlo – e forse starei anche meglio. Ma no, io sono in mezzo alla gente, in mezzo a ragazze e ragazzi, fra adulti e bambini, fra anziani e giovani. Li detesto tutti, con rarissime eccezioni.

Mi si vede fra gli altri, un granellino di sabbia nel deserto (o nella lettiera del gatto), in realtà sono in una torre. Sono chiusa come le Poste a Ferragosto. Reclusa come la mia collega di Shalott, solo che io ho un altro specchio attraverso il quale vedere le ombre: la scrittura e un pizzichetto d’ironia. E sapete come fa lei, la signora di Shalott? Sapete qual è l’unico modo che ha per uscire dal suo mondo senz’aria e senza finestre, maledetto dalla nascita? La morte. Proprio così. Se vuoi vivere bene, nella nostra situazione, devi accontentarti di guardare il mondo da un buchetto e al massimo ti si concede di riprodurre le immagini ricamandole su una tela (lei) o descrivendole su un blog/foglio (io).

Ma appena vuoi sentire l’aria soffiare veramente sulla tua pelle, appena vuoi fare quello che tutti possono fare normalmente, nel momento esatto in cui i tuoi occhi sfiorano l’altro da te (o Camelot)… allora sono guai. Grossi. La maledizione ti prende, l’incantesimo si compie. Non ti rimane che salire su una barca e accettare il destino, perché tu non sei fatta per il mondo di fuori, ma per quello dentro di te.

[Poesia malinconica mode off]

Detto ciò: il prof di matematica si è arraffato il mio libro su cui avrei dovuto studiare. Vedo pochissimo una persona che vorrei avere accanto ogni singolo minuto. Sento che avrei dovuto frequentare almeno tre classi in anticipo rispetto a quella in cui sono. Sono solo a pagina 343 di Anna Karenina, che ne ha 1016, senza contare i brani inediti e il commento di Nabokov. La Rete è di nuovo sotto attacco. Fa il caldo di luglio e viene buio come a dicembre. Le nuove canzoni dei Coldplay non mi aggradano come prima. Per questo e per il mio nuovo paio di occhiali mi sono sentita chiamare “hipster“. Attorno a me tutti fumano come ciminiere, e se la legge di Murphy non è un’opinione morirò io prima di loro (crepate male!). Giuro: da mane a sera sembra di stare in mezzo ad un incendio estivo o fra lo zolfo dell’inferno. Il mondo trabocca di maleducazione e la risata da cornacchia mista a gazza agonizzante di qualcuno me la sogno di notte.

Ma.

Guardiamo i lati positivi.

1. Ho scoperto con colpevole ritardo Saint Vincent e non la lascerò più, come col detersivo Sole.

2. Fra poco si parte per Paris! Ayeah! Forevah and evah! Se qualcuno di voi non ci fosse arrivato col precedente indizio, che era “insieme a Parigi”…

"Together in Paris"

…adesso ha definitivamente la conferma, sempre dallo stesso cartone:

3. Fra poco è il mio compleanno. Beh, non so dire cosa ci sia di tanto positivo, ma dà sempre una certa allegria ribadirlo.

Tesori, à bientot. E intanto godetevi queste due interpretazioni della poesia precedentemente citata:

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Non ha senso ma ha un senso

14 domenica Ago 2011

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 20 commenti

Tag

agosto, attualità, Caparezza, citazioni, cose che mi fanno incazzare, estate, Ferragosto, juno, miranda priestly, sfogo, vacanze

 Che si inculino un cipresso, dunque, tanto il mio destino è stare solo con chiunque. 

Alle bestie regalerò i miei sorrisi come Francesco d’Assisi e Pippi Calzelunghe

(Caparezza – La mia parte intollerante)

E’ praticamente Ferragosto, il periodo più orrendamente insopportabile dell’anno. Io, almeno, lo odio, e tenendo in grande considerazione la mia stessa opinione fingerò che tutti voi la pensiate come me, per prolungare una civile e vantaggiosa convivenza blogger-lettori.

Spiegatemi cosa c’è da festeggiare. Spiegatemi cos’ha di bello Agosto. Manco fossimo negli anni ’50 con l’intero Paese che si ferma perché la Fiat chiude per ferie e allora tutti al mare, vespino giallo e cesto pieno di gnocchi al pomodoro da mangiare sulla spiaggia. A quei tempi potevo capire. Ma tanto adesso le fabbriche sono chiuse 12 mesi l’anno, quindi cosa c’è da strepitare tanto? Non viviamo mica in un eterno servizio di StudioAperto (per fortuna).

 E nessuno che si preoccupi mai di chi se ne sta a casa. No, perché, sapete, ci siamo anche noi. Quelli che sono costretti dall’umanità intera a sentirsi sfigati perché non trovano nemmeno uno straccio d’oretta per spalmarsi la birra sotto il sole, finire all’ospedale per ustioni, annegare in mare perché c’è lo sciopero dei bagnini, ricoprirsi di sabbia e lombrichi marini cantando danza Kuduro. Noi che ogni tanto qualche bel viaggio ce lo possiamo permettere, ma non abbiamo le possibilità materiali e organizzative per stare un giorno a New York e il giorno dopo a camminare in leopardato per le vie di Istanbul.

riguardo alla foto linkata sul leopardato.

 Ah, ma dover sottostare a cause di forza maggiore ha anche lati positivi. Per esempio, mi sono fatta aprire le famigerate porte di feisbùc, per entrare ne la città dolente, ne l’eterno dolore e ovviamente fra la gente che più perduta di così nun se pò. Intendiamoci, ho solo spiato… se d’estate s’impennano le vendite di rutti di cervo ammazzaboschi tipo Corona’s stars e gossippate del genere, fatemi il piacere, ma il diritto di farmi i beneamati cazzi degli altri ce l’avrò pure anche io. Tanto che se sei tu il primo a sputtanarti mettendo foto discutibili in pubblico, che tutti possono vedere, non devi lamentarti poi.

Ecco, dicevo, sembra che in questa sammèr tutausendileven vadano molto di moda i baci lesbochic saffici, e il tetteinfuori topless. Anche fra i più giovani. Oh, io l’ho solo scritto eh, non commento. Non faccio il bencheminimo giudizio, nonostante ne sia tentata come se vedessi una scatola di macarons Ladurée incustodita davanti a me. Basterà la mia faccia a farvi capire:

 Non ho finito. C’è anche la mia tragedia personale, dovuta alla stagione – io d’estate prendo un sacco di peso. Ciò ha portato alla drastica conclusione: NON.MI.SI.CHIUDONO.PIU’.I.JEANS. God dammit! Ci mancava solo questa. Fottuto caldo che mi fa ingoiare gelati come fossero bicchieri d’acqua.

E questo per quanto riguarda i miei scleri personali che avete la compiacenza di leggere. Poi, di male in peggio, passiamo al brodo di guano a livello nazionale/mondiale/universale… bella gara! Non ci vuole il cervello di Einstein per deprimersi e capire che siamo nella merda. E ve lo farò leggere dalle parole di una blogger molto più brava di me a spiegare certe cose:

Che la crisi sia un pretesto per fare la guerra di classe ai ceti meno abbienti lo dimostra anche il fatto che nelle varie misure proposte dai governi in allarme rosso per default in Europa non vi siano veri strumenti per la crescita, come investimenti sulla ricerca e lo sviluppo ma solo manovre vessatorie da sanguisughe sul Terzo Stato. Manovre che non toccano minimamente il privilegio sempre più osceno degli altri due Stati: Clero e Neoaristocrazia del denaro o Casta. Semplice, perché la crescita non è quella che pensate e per ottenere quella che pensano loro voi dovete rinunciare ai vostri diritti. Con le buone o con le cattive.
E’ comunque un gioco pericoloso. Le tasse, come prima della Rivoluzione Francese, saranno interamente a carico del terzo stato, ovvero del ceto medio-basso. Il clero è esente e la casta si autoesenta con leggi ad hoc. Questa situazione ha portato alle ghigliottine in piazza allora e la storia potrebbe ripetersi, chissà.
State in allerta, quindi. I telecomandati appartenenti alla Casta dei volonterosi esecutori materiali  vorranno imporvi i sacrifici più sanguinosi per continuare a gozzovigliare e banchettare sotto il tavolo dei loro padroni come cani.
E’ in questa occasione che potremo riconoscere i politici, se ce ne sono rimasti, in grado di ribellarsi a quest’assurdità.
Perché non si alzano in piedi e chiedono ai loro colleghi stranieri di allearsi per fermare la speculazione finanziaria con i mezzi della legge? Se è una guerra condotta dagli Stati Uniti con le armi della Borsa per affossare l’Euro, perché non denunciano queste manovre terroristiche? Se lo fanno tutti assieme sarà difficile farli fuori tutti.
Perchè non chieder loro di difendere i diritti del popolo, di quello vero, non quello dell’amore del nanerottolo da rottamare, rigettando le lettere minatorie dei banchieri ed impegnandosi per una crescita vera, e possibilmente una decrescita più ecosostenibile?
In Islanda ci stanno provando. Sarà questione di clima, chissà.
Lameduck, La crisi è solo una scusa
Detto questo, posso anche considerare esaurite le mie invettive e le sante parole della papera zoppa, consapevole che questo post, mentre tutti sono ad abbrustolirsi, avrà la risonanza di un moscerino spiaccicato sul parabrezza. Amen. Passo e chiudo.

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Crolla tutto

15 mercoledì Set 2010

Posted by LadyLindy in Dato che a scuola ci vado pure io..., L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 23 commenti

Tag

anno scolastico 2010/2011, attualità, autobus, Freccia Rossa, Gelmini, Italy, ore da 60, pensieri, rabbia, Riforma Gelmini, ritorno a scuola, scuola, sfogo, TGV

 

Vi prego, aiutatemi. Già il ritorno a squola è traumatico di per sé. Quest’anno abbiamo superato il limite, ne va della salute mentale di noi tutti. Ho un bisogno tremendo di sfogarmi, come se altrimenti potessi scoppiare da un momento all’altro.

 

Lo dico in poche, chiare parole: non si capisce più un cazzo. Scusate il francesismo, ma quando ce vò ce vò. Sto pensando davvero di trasferirmi in Patagonia, o al Polo Sud per avere un po’ di gradita compagnia. Meglio i pinguini di certa gente che sciaguratamente respira la mia stessa aria.

Praticamente hanno scombussolato tutta la scuola, e ancora di più la mia scuola, e ancora di più il mio corso, e ancora di più la mia classe, provocando di conseguenza uno scombussolamento in dettaglio dentro di me. Grazie tante, Gelminatrix, se volevi fare in modo che tutti i ragazzi fossero costretti ad emigrare verso le scuole private ci sei riuscita, complimenti vivissimi. In premio hai vinto un bel peto in testa.

E’ molto semplice: adesso posso dire addio alle ore da 50 minuti, che mi facevano uscire da scuola alle 13:10, e salutare benevola le ore da 60, grazie alle quali me ne andrò dalla prigione da scuola alle fottute ore 14. Il che non sarebbe una tragedia apocalittica, se solo abitassi nello stesso paese dove si trova l’istituto. Il problema è che mi tocca pure prendere l’autobus. Ripeto: l’autobus, non il Freccia Rossa o il TGV. Risultato… diciamo per sempre addio al caro vecchio pranzo. Poi si lamentano che i ragazzi non hanno un’alimentazione equilibrata e che non fanno sport. Ditemi voi come si fa, considerando gli orari e la mole di lavoro pomeridiano (perché, pensavate che la scuola finisse al suono della campanella? Allora dirò qualcosa che vi sconvolgerà: Babbo Natale non esiste! Incredibile, eh?). A questo punto suggerisco direttamente le ore da 90, come una partita di calcio che piace tanto agli italiani, magari campeggiamo direttamente nelle aule con falò e salsicce.

Ecco un antipasto assai rappresentativo di cosa potrà essere il prossimo anno scolastico. Ma ovviamente non basta. Arriviamo al piatto forte. Ormai non sanno più come gestire i professori, fra graduatorie, classi, indirizzi, orari… tanto più al corso che faccio io, denominato innocentemente Sperimentazione Brocca. Vi dico solo questo: iscriversi al Brocca è come ordinare in pizzeria la “Pizza Sorpresa”, quella che al posto del prezzo ha un punto interrogativo, e lasciare carta bianca al pizzaiolo in delirio creativo. Lui ovviamente ci sbatterà sopra di tutto, dall’ananas alla Nutella, passando per tubi del gas e peli di topo. Se ti va di culo hai dei bravi professori, che comunque sono rarissimissimerrimi, antrimenti all’ 85% dei casi sei fregato.

Ecco, io mi sono trovata fregata. Non posso ancora dire nulla sui professori nuovi di quest’anno, proprio perché non li conosco ancora o li ho visti massimo una – due volte, però posso dire qualcosa su una professoressa che hanno osato strapparci dalla classe. Vi giuro che togliere lei è come togliere le iniezioni di insulina a un malato grave di diabete. Lei non è una professoressa: lei è LA professoressa. E, con gran sprezzo della continuità, hanno avuto la geniale pensata di stravolgere tutto, quando era ormai un dato di fatto che l’avremmo avuta di nuovo (ha sempre seguito il nostro corso per tutti e cinque gli anni, o per italiano o per latino). E’ qualcosa che va al di là della scuola, al di là della materia, è puro e semplice rapporto umano che hanno troncato per qualche stupidaggine burocratica e/o organizzativa. Sono letteralmente spolpata, la squola non ha più un senso senza una figura umana e professionale del genere che ci aiuta, ci ama, ci sostiene, ci sprona, ci sgrida e ci rimanda anche, ma fa tutto così giustamente e correttamente, perfetta nella sua imperfezione (dichiarata).

Chissà, forse avrei fatto meglio ad andare ad Adro, hanno pure la lavagna elettronica. Roba che da noi possiamo sognare.

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