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Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi tag: futuro

Futuri paralleli al mio presente (e giardinaggio)

13 sabato Apr 2013

Posted by LadyLindy in Colonna sonora, Pensieri di sfuggita

≈ 20 commenti

Tag

arte, carte da poker, esercizi di scrittura, fiori, futuri, futuro, giardinaggio, grimes, illustrazione, in giardino non si è mai soli, moleskine, pollice verde, primavera, rose, Yelena Brysenkova

Mi scuso fin d’ora per la lunghezza del post, d’altronde è da tanto che non mi faccio viva. 

Le cose più importanti che avete necessità di sapere, in quanto miei fedelissimi lettori e confratelli nella Setta dell’Ammmore, sono le seguenti:

♥ Ho scoperto che nella mia vita non c’erano abbastanza illustrazioni di Yelena Brysenkova, e probabilmente nemmeno nella vostra, quindi cliccate QUI.

♥ Devo al più presto darmi al giardinaggio. Io non ce la posso fare se non dimostro a me stessa e all’universo che ho almeno un po’ di pollice verde. Qualche giorno fa sono stata ad una magnifica esposizione di fiori e piante, alcuni erano veramente meravigliosi – e sentire della gente esperta di qualcosa parlare in termini tecnici, come adepti di una loggia segreta, stimola sempre la mia strabordante curiosità – tanto che ho deciso di schiavizzare qualche personaggio più esperto di me (vedi: mio padre, un paio di vicini, un nuovo amico che si è scoperto provenire dal mio stesso paesucolo) e imbastire un mio personale vivaio / roseto / orto o qualsiasi cosa ne salti fuori. Sarà la primavera. (A proposito: ma quanti tipi di rosa esistono? Hanno dei nomi stupendi! E lo sapevate che ogni ramo di un albero ha un nome diverso? Ma quante soddisfazioni può dare la botanica!)

♥ E ora passiamo alla parte che piace a noi gente letterata. Parlo dei miei goffi esercizi di scrittura che, con faccia tosta e sprezzo del ridicolo, decido di gettare in pasto al formidabile popolo della rete. L’altro giorno mi sono messa china sui fogli della mia Moleskine (sì, qualche vezzo da piccola hipster di provincia / studentessa di Harvard venuta male lo dovete lasciare anche a me, sennò non vale) e ho pensato di utilizzare una specie di sistema combinatorio, come coi mazzi di carte da poker (una tecnica per niente originale e già bella che sfruttata, lo so), per inventare tanti possibili futuri ed esorcizzare l’angoscia fluttuante dell’ignoto (e ora la smetto con queste parentesi altrimenti vi viene la scogliosi e vi sanguinano i cristallini). Vi ricordo che nessuna di queste ipotesi deve per forza essere logica o credibile, perché l’ho deciso io e quindi amen.

Futuro ipotetico numero 1: L’avvenire dello strano matrimonio.

 ♫ Colonna sonora: Grimes – Oblivion

La mia vita scorre tranquilla, e nel frattempo la società continua a vedere un incessante progresso tecnologico. Anche gli studi di robotica sono avanzatissimi, tanto che gli esperti sono in grado di creare robot sofisticatissimi i quali, attenzione attenzione, hanno la facoltà di provare una certa gamma di emozioni umane, oltre ovviamente a poter interagire tranquillamente con noi come dei bot superintelligenti. I robot si integrano perfettamente nella società umana, compiendo lavori di ogni genere e comportandosi egregiamente. Fino a qui la storiella vi ricorda vagamente Matrix, nevvero? Bene, d’ora in poi non ve lo ricorderà più. Succede che io, nell’impossibilità di trovare un marito umano, e trovandomi in necessità di dover condividere il resto dei miei giorni con qualcuno che non sia un gatto spelacchiato, decido di comprarmi un robot-marito. Proprio in quel periodo ci sono i saldi al supermercato, quindi mi avvio alla Mecca del Consumo, dove i piedi dei clienti vengono saldati su binari che automaticamente portano davanti ai vari scaffali, senza dover camminare. Il percorso è obbligato, e alla fine si comprano cinquanta volte le cose che si volevano comprare prima di entrare. Esco dal supermercato con trenta scatolette di sardine, L’Iphone 124, un sintetizzatore, tre paia di calze fabbricate nelle Filippine e finalmente il mio sospirato marito. Andiamo in Comune e facciamo regolarmente registrare il matrimonio, dato che la legge, pur non consentendo ancora il matrimonio omosessuale, ha da tempo autorizzato le coppie umano-robotiche. Il nostro rapporto inizia e prosegue nel migliore dei modi, perché lui bilancia la mia personalità e sopperisce alle mie mancanze: è bravissimo a far di conto, ovviamente, quindi controlla il bilancio familiare. Parcheggia con precisione millimetrica. Sa sempre cosa dirmi e quando, mi prepara il tè, e mente io affondo il naso nelle lasagne lui si ricarica placidamente con la presa della corrente. Con l’andare del tempo, però, noto che i suoi comportamenti si fanno sempre meno precisi, la perfezione sfuma, il rapporto s’incrina per la troppa umanità. Capisco che mio marito ha senza dubbio un guasto di produzione. Torno al supermercato e provo a farmelo cambiare, ma mi rendo ben presto conto che gli inservienti del negozio sono anch’essi robot – gli umani non tollerano più di fare certi mestieri – e, pur ammettendo che mi sono comprata un marito fallato, parteggiano per lui e si rifiutano di cambiarlo. Non voglio nemmeno divorziare, perché alla fine è solo una questione di cavetti scordati (sarebbe come divorziare da qualcuno perché ha preso il raffreddore). Così mi ritrovo ad avere un marito che sta perdendo tutta la sua macchinistica perfezione, che tende sempre più all’umanità senza essere umano. Allora sono costretta a dover imparare tutte quelle funzioni svolte prima da lui, sentendomi sempre più robotica a mia volta. E a un certo punto si arriva al momento in cui non si capisce più chi è chi.

Futuro ipotetico numero 2: L’avvenire esistenzialista.

 ♫ Colonna sonora: Françoise Hardy – Des ronds dans l’eau

Il mondo esce a fatica da una guerra catastrofica.  Molti Paesi, così come li conosciamo adesso, non esistono più. L’uomo ha modificato l’assetto idrogeologico del 99% della superficie mondiale. Piano piano, cominciano a ripopolarsi le città con i superstiti, fra cui casualmente sono da annoverare anche io. Una delle pochissime città a salvarsi quasi intatta, grazie a ingegnosi patti diplomatici e a dinamiche belliche complesse, è Parigi, che pur essendo profondamente cambiata ha conservato la sua allure d’altri secoli. Ed è così che qui si rifugiano i nostalgici del mondo com’era prima della guerra, fra i quali, sempre casualmente, sono ancora da annoverare. A loro si contrappongono masse di uomini che non hanno perso, nonostante tutto, la fiducia nell’umanità e infondono ai loro figli, la prima generazione in tempo di pace, una fiducia e un ottimismo sfrenati verso il futuro. I nuovi parigini, al contrario, sono prevalentemente intellettuali, filosofi, ex combattenti, artisti – insomma, tutta gente che serve solo in salotto – i quali devono affrontare le stesse problematiche di ogni dopoguerra: ricostruire, riflettere, capire quali valori sono rimasti (se sono rimasti). Io, fra costoro, divento una devotissima esistenzialista: mi faccio tatuare pezzi di La Nausée sulle braccia, mi vesto solo di nero con qualche sprazzo bianco, nascondo il viso all’ombra del borsalino, ho sempre qualche libro di Camus sotto il braccio, non ascolto altro che chanson francese. Convintissima delle mie idee atee, del mio pessimismo, del disprezzo per l’umanità intera,  della mia nuova vita fondata su solidi anti-valori, all’improvviso mi rendo conto che sta crescendo in me la paura della morte. [Questo futuro si ricollega a quello successivo, quindi possiamo considerarli come uno unico diviso in due.]

Futuro ipotetico numero 3: L’avvenire dell’eterno passato.

♫ Colonna sonora: Arcade Fire – Wake Up

La mia paura della morte è assolutamente infondata, in quanto sono immortale, e me ne rendo conto il 25 ottobre del mio compleanno numero xxx. Tutta la gente che conosco nella mia vita se ne va, chi prima chi poi, mentre io sono destinata a rimanere,  immutabile. Vedo così finire la fase del dopoguerra, che però non è una rinascita ma un degrado: tutto va così male che l’umanità è regredita ai primi anni dell’ homo sapiens sapiens sul pianeta.  E da questo periodo la storia ricomincia ad avanzare, ma attenzione, non semplicemente come ciclo di caduta – ripresa – ricaduta – eccetera, bensì esattamente con gli stessi avvenimenti storici, gli stessi personaggi, le stesse esatte guerre che erano avvenute prima della mia nascita. Io, essendo immortale, rivivo ogni volta ogni cosa, finché si arriva al 25 ottobre dell’anno xxx (che nella mia nuova concezione temporale marca il passaggio di un anno, in realtà è astronomicamente un lasso di tempo molto superiore) e tutto ricomincia di nuovo. Decido di andare per il mondo e incontrare vari personaggi famosi: Eleonora d’Aquitania, Giulio Cesare, Tesla, Pertini, Laurence Olivier. Solo che ad ogni nuovo ciclo loro sono sempre gli stessi, e se la storia della mia vita eterna è sempre così uguale e ripetitiva, immaginatevi cosa può essere affrontare una giornata di 24 ore. Decido allora di divertirmi un po’ vendendo pozioni a chi ne ha bisogno. Dopo aver trasformato qualcuno in formichiere, qualcuno in cassonetto e qualcun altro in scheletro, la noia esistenziale torna ad assalirmi: ho conosciuto tutte le figure storiche, conosco ogni angolo di mondo, so tutto e ho già vissuto tutto. Ho perfino vinto la paura del free-climbing, tanto mal che vada mi schianto, ma che fa? Sono immortale. Allora penso: qual è uno degli animali che vive meno? C’è un tipo di farfalla che svolazza per un solo giorno e poi muore [ephemeroptera]. Mi metto all’opera, e dopo qualche secolo (anno? giorno? mese? boh.) riesco a creare la pozione per trasformarmi proprio in quella specifica farfalla. La noia, nel cercare tutti i fiori del pianeta sbocciare ciclo dopo ciclo, sparisce definitivamente.

Fine dei deliri. Ciao.

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Il futuro ha una faccia strana.

13 sabato Nov 2010

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 37 commenti

Tag

adoelscenza, da grande, domande esistenziali, filosofia, futuro, immagini belle, pensieri

Penso troppo al mio futuro, mi diceva delirando
Penso troppo al mio futuro, penso troppo e vivo male
Penso che fra più di un anno cambieranno i miei progetti
Penso che fra più di un anno avrò nuove verità

(Alberto Fortis – La Sedia Di Lillà)

Penso sia la cosa che mi fa più paura in assoluto. Anzi, mi angoscia. Mi angoscia perché non la conosco. La “cosa” di cui parlo è l’avvenire. Non so nemmeno se supererò questo pensiero bastardo quando sarò vecchia. Insomma, è difficile da spiegare: non mi fa paura il fatto che domani sarà un altro giorno, un nuovo giorno in cui non si sa cosa potrebbe succedere; mi fa paura il lungo termine, la distanza di anni, l’insicurezza. Ecco, non so se tutto sia in qualche modo già deciso, già scritto, e ogni nostra minima azione non faccia altro che ritardare o favorire ciò che deve comunque succedere. O se, al contrario, nulla sia predestinato e tutto accada per caso/per scelta.

E’ un argomento troppo interessante e troppo vicino all’umanità perché qualche filosofo, anche di terz’ordine, non ci si sia maciullato sopra. Ditemi che è così, plììììs! Almeno mi consolo. Nel senso che almeno non sono l’unica a porre certe domande dall’effetto di una peperonata andata a male prima di coricarsi.

Bene. So che alla mia veneranda età è normale pensare al futuro, dato che nella nostra estrema modestia crediamo di non aver nulla da guardare nel passato, però, o voi lettori maggiorenni adulti maturi, tenete conto della famosa equazione (agh! Un termine matematichese gnooo!): l’anno dell’adolescente è uguale all’anno del cane. Cioè:

Anno del cane = sette anni umani –> Anno del cane = anno dell’adolescente –> Anno dell’adolescente = sette anni umani. 

E’ infatti dimostrato che se vedete un adolescente, poi lo rivedete un anno dopo, vi sembrerà che siano passati sette anni in uno. Da un cinquantenne a un cinquantaduenne passa poca differenza. Da un tredicenne a un quindicenne c’è l’universo.

Detto questo.

Sono davvero troppo, troppo indecisa su cosa fare della mia vita da grande.

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Essere adolescenti (e di belle speranze) nell’era del berlusconismo

31 sabato Lug 2010

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 29 commenti

Tag

adolescenza, attualità, Berlusconi, berlusconismo, futuro, presa in giro, ragazze, video

Piccola introduzione: mi ero ripromessa di non scrivere nessun post su questi fenomeni – video di cui si hanno tracce già da qualche mese, soprattutto su youtube, per non aumentarne la popolarità…ma stavolta non ce l’ho fatta. Devo sfogarmi.

Signore e signori, le due ragazze che vedete qui sono il tipico prodotto di berlusconismo d.o.p. Attenzione, non ho scritto “prodotto di Berlusconi in quanto persona”, ma “prodotto del berlusconismo in quanto fenomeno di massa”. La ragazza più lontana, quella con il top blu, ha esattamente la mia età (15 anni), mentre l’altra più vicina ne ha 17. Ho il (dis)piacere di informarvi che adesso le pulzelle hanno pure un agente, come le vip(ere), e molto probabilmente i cancelli di sterco dorato della televisione si apriranno per loro come le braccia di un innamorato.

Ma cosa avranno mai fatto queste damigelle, che alla domanda “fareste mai il Grande Fratello?” rispondono “à voglia, à voglia… ma ce vogliò diciott’anni…“, per meritarsi cotanta fama? Non so, sanno parlare al contrario? Fanno le contorsioniste? Imitano i lombrichi? Hanno un’attitudine particolare? Mi accontenterei anche se sapessero rifare l’inno d’Italia con le pernacchie. No. Neanche quello. Si sono limitate a rilasciare un’ intervista che definire stupida e senza alcuna utilità al mondo è poco. Non parlano nemmeno italiano, quella che dovrebbe essere la loro lingua madre, santo cielo. C’è chi le ha definite “simpatiche”. Ora. Voi che le ritenete divertenti, simpatiche e altre amenità del genere, spiegatemi, perché io non ci arrivo. Ma dove sono simpatiche? Dove? Se non siete di Roma non capite nemmeno quello che dicono, quindi come fate a dire che fanno ridere? Non so voi, ma la simpatia per me è ben altra cosa. Non mi fanno ridere, semmai mi fanno piangere. Ho sempre saputo che la maggior parte dei miei coetanei è sempre stata un po’ inconsapevole e poco interessata a tutto quello che concerne la cultura (e anche qui ci sarebbe da fare un discorso lungo mille post), ma gente così pensavo esistesse solo nelle più torbide pensate di Nonciclopedia. E invece eccole lì. Se posso, però, la persona che mi sta più sugli zebedei di tutto ‘sto capolavoro di video è l’intervistatore. Io vorrei vederlo in faccia. Ma cosa ridi? Ride ogni due secondi per delle stupidaggini che farebbero impallidire The Basic Laws of Human Stupidity, fra l’altro emettendo il suono di un cinghialetto agonizzante. Se l’intervistatore in questione sta leggendo qui, cosa che dubito fortemente, non se la prenda: primo perché le cose importanti nella vita sono altre, secondo perché avrei potuto scrivere molto di peggio.

Tutto questo preambolo – più – video era solo un assaggio dimostrativo che attendevo da tempo, per parlare di un problema che mi sta molto a cuore, mi riguarda da vicino. Pensando alla più giovane delle due bonjour finesse, che ha la mia età spiccicata, rifletto e giungo a dilemmi amletici: lei, senza la minima conoscenza della lingua italiana (non pretendo roba alla Umberto Eco, ma almeno i verbi tesoro…), solo per dire che s’è fatta el calippo e la bira, viene ripresa e destinata in un nanosecondo allo star system più sfolgorante, con l’agente / avvoltoio già bello che pronto. Significherà pur qualcosa. Uno non decide di lucrare sulla vita di due ragazzine se non ha un guadagno più o meno immediato. Vuol dire che a una grossa fetta di pubblico questo piace.

Ora voi vi chiederete cosa c’entri tutto questo con la partenza, ovvero con il berlusconismo. E’ presto detto. A parte il fatto che le contessine dichiarano apertamente di guardare solo el cinque e el sei, ovvero Mediaset, e poco Mtv che tanto trasmette solo video musicali (e lasciamo stare la qualità della musica), bisogna concentrarsi sul loro atteggiamento. Così giovani, hanno già capito come gira l’talia. Non fraintendetemi, l’ignoranza è sempre esistita, ma almeno un tempo si era ignoranti inconsapevolmente, oppure si cercava di migliorare la propria condizione intellettuale se si poteva. Alcuni un po’ si vergognavano al cospetto di chi ne sapeva più di loro. L’eredità del berlusconismo, che ha trovato terreno fertile nelle succitate contessine, è il sapere di essere ignoranti, volgari, e vantarsene. Usarlo come punto di forza. Farne un motto. Sembrano quasi gridarlo: “Cosa me ne faccio della cultura e della consapevolezza, se tutti mi vogliono così? Se adesso con una laurea non si trova nemmeno lavoro e io mi ritrovo già popolarissima perché ho sparato due cavolate ad un microfono?”.

A questo punto lancio una specie di appello. Pubblico, italiani adulti, gente. Ci siamo anche noi. Non so quanti, ma almeno un po’. Siamo gli adolescenti che credono ancora che la cultura valga qualcosa. Non siamo talmente superbi da affermare di sapere già tutto, anzi. Siamo curiosi del mondo e vogliamo sempre scoprire cose nuove. Perché l’ignoranza è una trappola, ti credi libero e invece sei più ingabbiato di tutti. Perciò mi dispiace per queste tipette, che già me le vedo  fare le pseudotroniste di Maria. Evidentemente in Italia sono apprezzate dalla maggioranza della gente. Ormai però dovreste saperlo: a me le maggioranze non piacciono. Quindi, mi viene da dire, l’Italia sta diventando un paese inadatto a noi adolescenti curiosi. Tenetevi le duchessine di Ostia.

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Un motivo in più per sperare nel futuro, anche nel mio piccolo

04 domenica Lug 2010

Posted by LadyLindy in Appelli e attivismo - se vogliamo possiamo, Pensieri di sfuggita

≈ 6 commenti

Tag

blog, blogosfera, censura, futuro, informazione, Internet

A Claudio, che “si ricorda chi aveva chiesto di parlare per primo” e fa anche molto altro. Per fortuna.

Sono passati un paio di anni da quando, comparsa la pagina dello Zio Google (o forse dovrei pronunciarlo Gogol?), mi venne lo strano impulso di scrivere nella fascietta bianca “informazione libera”. E’ stato il punto di partenza per tutto quello che è successo dopo. Non so perché lo feci. Prima usavo Internet poco e male, per cose assai stupide. Forse mi rendevo conto che non sapevo tutto quello che avrei dovuto sapere, che molte cose venivano censurate, nascoste, insabbiate, ma non sapevo come giungere ad una più ampia consapevolezza.

Poi mi misi a cercare con quelle due paroline chiave, tanto semplici all’apparenza, ma tanto complesse da mettere in atto. Informazione. E non solo. Anche libera.

Il primo risultato che mi è uscito? Byoblu.

Pam! Da quel momento è stato un crescendo. Ho capito quante cose c’erano da sapere, quanto dovevamo impegnarci, come si poteva usare Internet in modo intelligente dato che non è un non-luogo, ma un luogo fatto da tutti noi, dove i contributi utili e buoni vanno a formare la nostra conoscenza, quelli cattivi e stupidi vengono eliminati dall’oblio e dal silenzio, come una sorta di “selezione naturale” del Web.

La Rete sarà il terreno fertile per una nuova rivoluzione culturale, come fu l’invenzione della stampa a caratteri mobili a suo tempo.

Da queste intuizioni all’aprire un mio blog il passo è stato breve, ma forse più lungo della gamba – a volte ci si scoraggia, non si sa dove sbattere la testa, non ti legge nessuno anche se ti sfrangi le scatole a scrivere un dannato post, non hai i mezzi e il tempo per fare quello che vorresti.

Claudio c’è passato attraverso tutto questo, e non ha mollato. Ora, finalmente, arriva il riconoscimento della sua grande missione, forse all’inizio un po’ un’utopia, ma ogni giorno sempre più realizzabile. Il suo blog è stato quello che mi ha aperto gli occhi, mi ha insegnato che non bisogna vedere solo quello che ti fanno vedere, anzi… andare oltre, farsi un’idea propria, soprattutto con l’aria che tira oggigiorno, è meglio. Il suo esempio riaccende nel mio animo un lumicino di speranza, perché significa che tutto ciò che creiamo qui, post dopo post, inchiesta dopo inchiesta, video dopo video, di link in link può concretizzarsi. Grazie, Claudio… il Premio Ischia 2010 è il coronamento di quello che hai sempre sostenuto e mi hai comunicato, a me come a tutti i tuoi lettori.

Libera informazione in libero Stato.

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Guardate cosa siamo diventati… l’ultimo ballo del Titanic

11 venerdì Giu 2010

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 4 commenti

Tag

adolescenza, attualità, censura, futuro, informazione, polemica, politica

Italiani, siete un branco d’idioti.

Ve lo dico così, senza problemi, ovviamente con le dovute eccezioni che confermano la regola.

Guardate il frutto della vostra stupidità. Guardate come state riducendo il Paese e rendetevi conto del furto che state compiendo – state rubando il futuro ai vostri figli, che saranno costretti a diventare adulti in un tale letamaio.

Eppure siete sempre stati così: un popolo senza gli attributi, tranne in pochissimi episodi che infatti ora si sta cercando di censurare o manipolare (vedi la Resistenza). C’è voluto anche Manzoni per chiedervi di avere più palle. 

Volete sempre, povere capre, che qualcuno pensi per voi. Non riuscite a farcela da soli, e si vede. Avete sempre questa latente nostalgia, in fondo in fondo, di un capo carismatico che faccia tutto da solo – prima c’era un certo Duce, ora ce n’è un altro che però è solo un Ducetto. Non siete fatti per la democrazia. Siete fatti per essere comandati a bacchetta, anche con regole ingiuste, per poi lamentarvi e provare questo masochistico piacere nel lagnarvi senza mai voler cambiare nulla. Stupidi.

Poco importa se c’è la mafia, se all’estero siete visti come la barzelletta d’Europa, se la parità fra i sessi esiste solo sulla carta, se i vostri dati economici sono pericolosamente vicini alla Grecia ma non ve lo dicono (tanto che si organizzano perfino scommesse su quando fallirete), se l’informazione è talmente censurata che le notizie più importanti del tg1 riguardano il ritorno delle meduse quadrate, se la scuola pubblica cade a pezzi in tutti i sensi e se i ragazzi devono emigrare all’estero come agli inizi del ‘900.

Basta che non vi tocchino Grande Fratello, calcio, una birra in divano davanti alla tv e come dice Santoro “santi, carabinieri e puttane“, ed ecco che siete tranquilli.

Vi fate prendere per il culo in una maniera allucinante, ma la cosa più incredibile è che lo sapete, e ne siete quasi contenti. Anzi, togliamo il quasi. Avete dato il potere ad un omino le cui caratteristiche principali sono mediocrità, amoralità, maschilismo, arroganza e delirio d’onnipotenza, un fuorilegge amico di altri fuorilegge da cui alcune menti libere avevano tentato di mettervi in guardia, ma voi no, avete preferito non sentire, non vedere, non parlare come le tre scimmiette.

Voi non vi rendete conto. Non capite che qui non siamo su Second Life, non stiamo giocando ai Sims e tantomeno non viviamo in una puntata de “La pupa e il secchione”. Questa è la realtà, signori. E nella realtà, mentre l’Italia affoga nella merda dei problemi sia internazionali che nazionali, chi dovrebbe salvarci pensa solo a salvare il regale fondoschiena, mentre la sua orchestrina di yes men intona la sinfonia per l’ultimo, sfarzoso ballo sulla nave che affonda.

Se qualcuno vi fa notare che agli altri Paesi fate pena, rispondete che “tutto il mondo è paese e anche loro non saranno perfetti”, ma se qualcuno critica un certo Paese dite che “è sbagliato generalizzare”.  Decidetevi.

Voi italiani avete accettato Tangentopoli (seppur con un certo lancio di monetine ormai irripetibile, sussulto di dignità che l’anno dopo se l’è ripresa nel deretano), Calciopoli, Vallettopoli, Puttanopoli, e chi più ne ha più ne metta: quanti “scandali” – che non scandalizzano più – dovranno ancora avvenire prima che apriate i vostri occhi obnubilati dal teatrino della tv? Quando vi accorgerete che nel “moderno e civile” 2010 siete governati a panem (che ormai scarseggia) et circenses (di pessima qualità)?

Mentre state lì ad osannare la proiezione dei vostri peggiori difetti fatta uomo, che vi salva dai comunisti brutti e cattivi che fanno i complotti, non realizzate quanto penosi, rincitrulliti e, diciamolo, coglioni siete.

La cosa più brutta, però, è che le spese di tutto questo schifo le faremo noi giovani, quelli che si dovranno affacciare alla vita e invece del futuro vedranno un deserto.

E a quel punto cosa faremo, oltre a stramaledirvi?

Ma voi, intanto, mandate pure un sms per salvare dalla nomination la vostra puttanella preferita in tv.

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Odio i bilanci

05 sabato Giu 2010

Posted by LadyLindy in Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita

≈ 7 commenti

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futuro, lavoro, pensieri, scuola, ultimo giorno di scuola

Per chi non va (più) a scuola e non insegna, l’inizio di Giugno è un periodo normalissimo.

Per noi studentelli no.

La calura, le prime scollature, il sole, le giornate lunghe, il primo grano… tutto ci dice solo una cosa. La scuola sta per finire.

E’ strano come tutti aspettino con ansia questo momento, poi appena si arriva all’ora X ci si senta boccheggianti come tanti pesciolini spiaggiati.

La fine della scuola è come il quarantesimo compleanno – tempo di bilanci. (Oddio, non so se a quarant’anni sia obbligatorio, ci penserò quando li avrò, però di solito si dice così.)

Mettiamo subito in chiaro che io le odio queste cose. Se ti metti a fare considerazioni su tutto ciò che è successo non ne esci più. Per non parlare delle classi quinte… è il loro momento. Oggi piangevano come tanti affettatori di cipolle.

Penso che quando finirò le superiori, l’ultimo giorno di scuola, mi sentirò mancare l’aria.

Che paura che mi fa il futuro.

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Il brillante futuro che mi aspetta

16 domenica Mag 2010

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 4 commenti

Tag

adolescenza, futuro, pensieri, satira

Finirò le superiori con risultati più che ottimi.

Farò la maturità, e prenderò un voto così alto che ancora non esiste, lo dovranno inventare solo per me.

Ovviamente mi iscriverò all’università che finirò in tempo, sarò fra gli studenti migliori della mia generazione, e non contenta farò decine e decine di master e specializzazioni. Non guarderò in faccia a nessuno.

A questo punto mi si apriranno varie possibilità:

1. Diventare la escort di un potente, per apparire in una trasmissione tv in cui mi intervisteranno, così potrò tirare fuori in diretta nazionale il mio curriculum che fino a quel momento nessuno avrà filato di striscio

2. Entrare in un reality show, per poi comportarmi come al punto 1

3. Svegliarmi da questo incubo e trasferirmi in Liechtenstein.

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Pillole di cinguettii

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