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Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi tag: filosofia

Il futuro ha una faccia strana.

13 sabato Nov 2010

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 37 commenti

Tag

adoelscenza, da grande, domande esistenziali, filosofia, futuro, immagini belle, pensieri

Penso troppo al mio futuro, mi diceva delirando
Penso troppo al mio futuro, penso troppo e vivo male
Penso che fra più di un anno cambieranno i miei progetti
Penso che fra più di un anno avrò nuove verità

(Alberto Fortis – La Sedia Di Lillà)

Penso sia la cosa che mi fa più paura in assoluto. Anzi, mi angoscia. Mi angoscia perché non la conosco. La “cosa” di cui parlo è l’avvenire. Non so nemmeno se supererò questo pensiero bastardo quando sarò vecchia. Insomma, è difficile da spiegare: non mi fa paura il fatto che domani sarà un altro giorno, un nuovo giorno in cui non si sa cosa potrebbe succedere; mi fa paura il lungo termine, la distanza di anni, l’insicurezza. Ecco, non so se tutto sia in qualche modo già deciso, già scritto, e ogni nostra minima azione non faccia altro che ritardare o favorire ciò che deve comunque succedere. O se, al contrario, nulla sia predestinato e tutto accada per caso/per scelta.

E’ un argomento troppo interessante e troppo vicino all’umanità perché qualche filosofo, anche di terz’ordine, non ci si sia maciullato sopra. Ditemi che è così, plììììs! Almeno mi consolo. Nel senso che almeno non sono l’unica a porre certe domande dall’effetto di una peperonata andata a male prima di coricarsi.

Bene. So che alla mia veneranda età è normale pensare al futuro, dato che nella nostra estrema modestia crediamo di non aver nulla da guardare nel passato, però, o voi lettori maggiorenni adulti maturi, tenete conto della famosa equazione (agh! Un termine matematichese gnooo!): l’anno dell’adolescente è uguale all’anno del cane. Cioè:

Anno del cane = sette anni umani –> Anno del cane = anno dell’adolescente –> Anno dell’adolescente = sette anni umani. 

E’ infatti dimostrato che se vedete un adolescente, poi lo rivedete un anno dopo, vi sembrerà che siano passati sette anni in uno. Da un cinquantenne a un cinquantaduenne passa poca differenza. Da un tredicenne a un quindicenne c’è l’universo.

Detto questo.

Sono davvero troppo, troppo indecisa su cosa fare della mia vita da grande.

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Magari divento agnostica.

24 sabato Lug 2010

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 26 commenti

Tag

adolescenza, agnosticismo, ateismo, Chiesa, Cristianesimo, dubbi, filosofia, pensieri, religione, teologia, vita

Avviso ai naviganti: questo post è una sorta di “sequel” a questi dubbi. Prego leggersi le relative avvertenze per non andare fuori di testa.

Va bene. Ecco a voi il post che mi costerà definitivamente la scomunica dalla C.H.I.E.S.A.© da parte di Joe Ratzy (vedi anche “imperatore palpatine“). Chi avrà letto l’articolo linkato nelle due righe in calce qui sopra, saprà che sono già in forte rischio, perché mi permetto di mettere in discussione tutto senza essermi convertita a qualche altra religione.

Il mio ragionamento è il seguente: se metto in discussione i dogmi su cui si fonda la mia Religione (e soprattutto la C.H.I.E.S.A©, ma questa è un’altra storia), che per definizione sono indiscutibili, significa che non ho Fede. Perché se uno ha Fede si limita a seguire la sua Religione senza porsi troppe domande. Non so, forse non ho capito bene io, ma dovrebbe essere una specie di credenza acritica, è così perché è così e tu non  puoi farci niente.

Però, io per mia natura mi pongo tante (troppe) domande, il 99% delle volte senza trovare risposte, ma chissenefrega, l’importante è chiedersi delle cose sennò diventi una specie di ameba. Davvero, non so come si faccia a vivere lasciandosi semplicemente trascinare dalla corrente. Ecco: seguire una Fede acriticamente mi sembra proprio questo, un lasciarsi trascinare con gli occhi bendati, e dove ti portano non lo sai, ma lo devi accettare. Si vede solo quello che viene imposto o peggio quello che si vuole vedere, senza ascoltare altre opinioni. Secondo me, in certi casi, la Fede può diventare una specie di gabbia per la mente. A peggiorare il tutto ci si mette anche l’istituzione denominata C.H.I.E.S.A.© che, diciamocelo, a parte rare eccezioni confermanti la regola, con Gesù & Co. ha ben poco a che fare.

Detto questo, si dà il caso che io non faccia niente in maniera acritica, per la scellerata natura che mi è stata donata (a volte mi chiedo se chi di dovere si sia divertito nel farmi così complicata: essere stupidi è molto più comodo). Quindi, mi permetto di mettere in dicussione i suddetti dogmi eterni con le poche competenze che ho; eppure, nonostante le mie domande siano semplicissime come il sorriso di un bimbo, non si trovano quasi mai risposte soddisfacenti.

Come ho detto prima, il fatto di discutere l’indiscutibile mi rende come minimo una cattiva cristiana, come massimo una che ha perso la Fede. Almeno credo. A questo punto mi si aprono alcune possibilità.

1. La Religione fai-da-te. Già ampiamente scartata. Perché queste cose non sono mica come le maschere nutrienti per il viso, che ti puoi scegliere tu gli ingredienti e il metodo di “spalmamento”. O segui una Religione o non lo fai, non puoi scegliere tu le parti che più ti piacciono. Che so, le feste del Buddismo, parte del pensiero islamico e parte di quello cristiano etc. … non sta proprio in piedi.

2. L’ateismo. Penso proprio che sia da scartare per me anche questa possibilità, dato che gli atei non credono all’ esistenza di un essere superiore o divinità, quando invece io credo che un Dio esista, e se ci ha dato una testa per pensare (e quindi anche per confutare) un motivo ci sia, ma quale?

3. L’agnosticismo. Prospettiva interessante. Approccio scettico e  sospensione di guidizio. Non so, all’inizio mi puzzava di “conclusione troppo comoda”, però alla fine ho capito questo pensiero: non si riesce ad avere abbastanza elementi per pronunciarsi su determinate questioni, ad esempio su Dio, quindi non si sa. In effetti, il voler a tutti costi affermare di possedere la verità unica sull’origine del mondo eccetera mi sembra un po’ arrogante. Gli agnostici sono alla ricerca della loro Fede, proprio come me. E il pensiero agnostico è quello che, in questo momento confusionario, rappresenta in modo migliore il mio stesso pensiero. Già mi immagino la scena: vado a trovare i nonni, e davanti a una torta di mele faccio il grande annuncio. “Famiglia tutta, voglio comunicarvi che sono diventata agnostica”. Ai miei genitori viene uno stranguglione. I miei nonni, senza aver ben chiaro il concetto, prendono in mano il termometro con una mano e con l’altra alzano la cornetta del telefono per chiamare il dottore. Poi, quando spiego a grandi linee la questione, mia nonna comincia a schierare sul tavolino tutte le immagini sacre che ha (e se non ne ha abbastanza chiede in prestito ai vicini). Mia madre, più aperta, comincia a discutere con me sul perché mi stia avviando verso la selva oscura, mentre mio padre, che ancora si chiede cosa stia succedendo, si informa se sia possibile farsi recapitare uno scatolone di Ostie consacrate direttamente a casa tipo aspirine.

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Cercasi teologo disperatamente (va bene anche uno psicanalista)

16 mercoledì Giu 2010

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 50 commenti

Tag

Chiesa, dubbi, filosofia, Gesù, pensieri, polemica, religione

Avviso ai naviganti: questo post sarà lungo, noioso e probabilmente poco interessante. Si parlerà di disquisizioni teologiche che solo una matta ed inesperta 15enne come me, alle 10 di mattina,  può concepire. Per la vostra incolumità mentale, forse fareste meglio a chiudere questa pagina. Io vi ho avvertito.

Premessa d’obbligo: nel mio paesino abbastanza narrow-minded,  ben lontano dall’apertura culturale delle grandi città (forse per colpa dell’afa in estate e della nebbia in inverno), l’educazione alla religione cattolica è fondamentale. E’ praticamente parallela all’educazione scolastica: una macchina perfettamente (o quasi) organizzata, che ti accalappia dai 5 anni in su e alla quale non puoi sfuggire, come con le lettere di arruolamento per l’esercito in tempo di guerra. Se solo si sgarra un attimo, si viene additati come “disertori”.

Ovviamente tutto questo non ha risparmiato nemmeno la sottoscritta. Ogni domenica, dopo la Santissima Messa delle 10, cartellina alla mano e tutti in canonica per la mezz’ora di Catechismo settimanale, sognando i tortellini che dalla fame vedevo dappertutto. E poi i traguardi massimi: i Sacramenti. Prima la Comunione, poi ovviamente la Cresima. E’ un po’ come quando sei malato e ti fanno ingurgitare tutto d’un fiato il cucchiaione di antibiotico, che neanche te ne accorgi sul momento (poi cominci a sentirti in bocca il saporaccio).

Mi ricordo ancora la Prima Comunione. Estate torrida come non se ne vedevano da secoli. E noi, invece del bikini e una bella bibita ghiacciata, dobbiamo presentarci abbigliate come candidi sacchi per le patate, in palandrana bianca, crocifisso al collo e fiorellini nei capelli. Tutto per quel momentino lì, davanti al prete con l’Ostia in mano; senza contare il pranzo di quattordicimila portate, i cambi d’abito, i soldi, le bomboniere etc. etc.

La Cresima ve la risparmio, è stata una cosa molto simile con la variante del crocifisso disegnato sulla fronte invece dell’Ostia (che non chiamo in altri modi perché Internet è pubblico).

Allora era tutto una specie di gioco. Come fanno i bambini a capire quello a cui vanno incontro? Il modo in cui sono segnati per sempre? E perché quasi sempre i bambini vengono battezzati appena nati, quando non sanno minimamente cosa sta succedendo? Non è un po’ come fregarli, dato che poi si passa tutta la loro infanzia a spiegar loro che quello che è stato fatto è buono e giusto? Per esempio, se non mi avessero mai battezzato da piccola e me lo venissero a proporre adesso, a 15 anni, potrei riflettere bene sulle conseguenze che ciò comporterebbe… magari direi di no, magari di sì, chi lo sa. (E solo dicendo questo basterebbe per non essere più una fedele… devo aspettarmi una scomunica da Ratzi?)

Di certo sarei più consapevole di una piccola neonata che pensa di farsi un bagnetto come tanti.

Ma passiamo alla mia visione attuale delle cose. Secondo me è molto importante distinguere Religione e Chiesa. La Religione è la risposta che l’uomo si dà per le grandi domande della vita, e questa risposta può essere un modo diverso per arrivare ad uno stesso obiettivo. E fino a qui va bene.

Parlando del Cristianesimo in particolare, ammiro la figura di Gesù di Nazaret perché era un vero rompiballe. No, non prendetemi per blasfema (anche se dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato), rompiballe nel senso che andava contro il sistema, era scomodo, sovvertiva l’ordine ingiusto delle cose, poneva tutti, uomini e donne, grandi e bambini, su un piano di uguaglianza – per questo l’hanno ammazzato. Era coraggioso, questo sì. Ma alla fine, era un profeta (infatti così è visto da altre religioni), un semidio o un Dio? Se fosse stato davvero un profeta, cosa avrebbe avuto più di tanti altri profeti che sono vissuti? Anche loro magari avrebbero avuto messaggi importanti e belli. Però, a questo punto non si ridurrebbe una Religione ad una filosofia? E qui si apre un altro dubbio: come si distingue una Religione da una filosofia di vita?

Continuiamo. La mia polemica riguarda la Chiesa, che come ho detto non è la Religione. La Chiesa è fatta di uomini, non di divinità, e in quanto tale è fallibile. Ma allora, se i preti sono umani quanto me, che diritto hanno di interpretare le Sacre Scritture al posto mio, magari facendomi capire solo quello che vogliono loro? Nel Cattolicesimo protestante, ad esempio, i pastori non interpretano le Sacre Scitture ma si limitano a guidare le preghiere. Per non parlare di tutti i problemi che la Chiesa e il Vaticano hanno creato all’Italia in tutta la sua storia, strumentalizzando il messaggio di Cristo pe piegarlo ai suoi sporchi comodi… pensate che fra i santi ci sono anche degli assassini (vedi San Cirillo nella storia di Ipazia). Il video qui sotto spiega molte cose:

E ora trovatemi un bravo teologo che risponda alle mie domande. O, se preferite, uno psicanalista.

 

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