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Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi tag: Amália Rodrigues

Campagne di informazione che porteranno progressi a voi e alla società

03 lunedì Dic 2012

Posted by LadyLindy in L' attualità vista da un'adolescente, Pensieri di sfuggita

≈ 18 commenti

Tag

Amália Rodrigues, apatia, Julie Andrews, logo quiz, mario monti, Matteo Renzi, moleskine, Natale, neve, shakespeare, Twitter, vaffanculo

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Ma il mio ultimo articolo per HeyKiddo l’avete letto? Magari voi pensate di sì e invece non è vero: che svista imperdonabile!

Solitamente le mie giornate trascorrono come quelle di qualsiasi altra persona normale a questo mondo: mi sveglio, spero di essere diventata Julie Andrews nottetempo, mi guardo allo specchio, scopro che la trasformazione non è avvenuta, mi intristisco, guardo che tempo fa, inveisco, medito sempre nuovi piani per la conquista del mondo e li annoto sulla Moleskine, schizzo le torture più originali da collaudare sui miei nemici politici, canticchio imitando Amalia Rodrigues, assumo la mia dose giornaliera di Logo Quiz, metto i funghi in padella, ogni tanto mi espongo alla luce solare (sempre con molta attenzione), twitto a Matteo Renzi esponendogli dilemmi esistenziali [CLICK], leggo un po’ di Shakespeare e mi addormento con le pagine sul naso. Insomma, niente che mi differenzi dal solito caos.

Ma ultimamente qualcosa è diverso.

Ultimamente tutti pretendono più del solito: Monti pretende che io faccia la mia parte per risollevare le sorti del nostro glorioso Paese, la macchine pretendono che io sia estremamentissimamente (siete riusciti a leggerla?) gentile e delicata nel guidarle, dei tizi grigi pretendono di aiutarmi nella scelta del mio futuro perché loro sanno benissimo come funziona il mondo del lavoro e dell’università, la scuola orrenda pretende che io passi ad ammuffire il poco tempo buono che mi rimane. Tutto ciò proprio nello stesso periodo in cui io ho solo voglia di piombare in posizione fetale, nutrirmi di M&M’s – quelle al cioccolato, non con la mandorla, per carità diddio – avvolgermi nel plaid col tè e guardare l’inverno avanzare.

Cara vecchia apatia, ci rincontriamo ancora, sempre quando bisogna lanciarsi negli sforzi più disparati. Ed ecco che si fa strada silenziosa, sempre più urgente, sempre più potente, fra mille scintille d’arcobaleno e unicorni alati, fra piccoli maialini rosa kawaii e fiocchetti azzurri intrecciati ai capelli, ecco, dicevo, che si fa strada [attenzione! Scurrilità in arrivo, mettete a letto i bambini] la forza misteriosa e ancestrale del vaffanculo.

Unitevi anche voi a me, amici, lettori, naviganti, membri della Setta dell’Ammmore stimatissimi e tristi per la perdita di ore di luce: siate tutti concordi e raccolti sotto un’unica speme, quella di poter sempre e in ogni luogo mandare affanculo qualcuno. Ma non così, genericamente, dove capita capita, stile Beppe Grillo: ci vuole un bersaglio ben preciso. E non è nemmeno così difficile: ovunque vi giriate, osservate bene, con occhi sorridenti, e l’insulto sgorgherà spontaneo e fluente dalle vostre labbra come acqua fresca da una fontana. Per questo vi chiedo (leggi: impongo) di aderire alla Pubblicità Regresso® denominata Fancula anche tu il tuo prossimo. E ricordate che se siete giovani (ovvero, per gli standard italiani, sotto i 60 anni) potrete usufruire dello speciale Bonus Supergiovane, che vi aiuterà a imprecare contro tutti i vostri nemici, perché lui è allegria più, Bulgaria più , sciatalgia più più più (cit).

Grazie.

P.S. Io l’altro giorno mi sono svegliata, ho sperato di essere diventata Julie Andrews, ho scoperto che la trasformazione non era avvenuta, poi non ho fatto in tempo ad intristirmi perché mi sono accorta che in giro era tutto pieno di lucine. Cosa mi rappresenta tutto questo? Cosa sta succedendo? Sono confusa.

P.P.S. Ho scoperto di non avere un guardaroba invernale.

P.P.P.S. Dite che viene a nevicare?

 

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Il colore della saudade

15 mercoledì Giu 2011

Posted by LadyLindy in Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita

≈ 15 commenti

Tag

Amália Rodrigues, fado, Mafalda Arnauth, pensieri, Porto, Portogallo, Portugal, saudade, Simone de Oliveira, vita, vita quotidiana

Voleva essere una dedica ad una persona che dire speciale è poco. Sia benedetto il giorno, il mese e l’anno che la incontrai.

Meus lindos olhos, qual pequeno deus
Pois são divinos, de tão belos os teus.
Quem, tos pintou com tal condão
Jamais neles sonhou criar tanta imensidão.
De oiro celeste,
Filhos de uma chama agreste
Astros que alto o céu revestem
E onde a tua história é escrita.
Meus lindos olhos, de lua cheia
Um esquecido do outro, a brilhar p´rá rua inteira.
Quem não conhece o teu triste fado
Não desvenda em teu riso um chorar tão magoado.
(Mafalda Arnauth – Meus Lindos Olhos)

Se il giallo è il sole, il rosso è la passione, il verde è la speranza… il blu è, di sicuro, il colore dell’introspezione. Non è un caso che mi soffermi proprio su questa tinta, e non è un caso nemmeno che nel jazz (e, appunto, nel blues) siano le note dette “blu” a dare quel tocco di nostalgia e malinconia. Ecco, tutto questo discorso allegro per arrivare ad una certa sensazione che mi sta riempiendo la testa e il cuore, che non posso descrivere a parole, se non con un termine portoghese davvero eufonico… saudade.

Non so come tradurlo, del resto non ci riescono nemmeno quelli più esperti di me, e nel mio caso può benissimo definirsi come un insieme di tante sensazioni differenti che formano questo complesso sentimento, come tante perle infilate a formare una collana. E’ quando la mancanza si nota più della presenza, quando il silenzio è più assordante del rumore, quando scopri che i tuoi pensieri si rispecchiano benissimo in un tipo di musica struggente e (anche stavolta) indescrivibile: il fado.

Sto ascoltando a manetta pezzi di Amália Rodrigues (la fuoriclasse, che disse “Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell’anima forte, l’occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l’ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e lontani… “), Simone de Oliveira, Mafalda Arnauth… e proprio in un fado di quest’ultima, passato così per caso, con quell’atmosfera che solo la lingua portoghese sa donare e solo i vicoli di Lisbona e Porto possono mostrarci, ho ritrovato il motivo profondo della mia saudade. La nostalgia, il dolore di non avere vicino a me una persona con gli occhi “d’oro celeste” (cosa dicevamo a proposito dei colori?), dipinti da una divinità che di sicuro “non immaginava di creare tanta immensità”… occhi “figli di un ardore selvaggio, astri che si stagliano alti nel cielo, e su cui sta scritta la tua storia”.

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