• Blogroll
  • Foglietto illustrativo
  • Disclaimer & Headers

Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi della categoria: Pensieri di sfuggita

Poesia quasi futurista e un po’ confessionale su un’esperienza in banca

13 martedì Gen 2015

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita, Schizzi schizzati (arte nel mio piccolo)

≈ 10 commenti

Tag

banca, crescere, economia, mary poppins, personale, poesia, soldi

13 gennaio 2015

buongiorno carissima buongiorno come va

non c’è male grazie

e a casa la famiglia come va

non c’è male grazie

e gli esami lo studio come va

non c’è male grazie

sono tempi difficili eh?

eh!

eh.

allora dunque vediamo un attimo solo

soldi soldi soldi

finanza finanza finanza

investi risparmia rischia un po’ non troppo però d’altronde

sono tempi bui eh?

eh!

eh.

clac clac più meno per diviso percento clac clac clac

senta scusi io sinceramente non ci sto capendo proprio un cazzo

come?

cosa?

no stavo scherzando ehehehehe

hihihihi

ecco manca solo una firmetta qui,

un’altra qui un’altra qui un’altra qui una un po’ più in basso

la biro è legata alla scrivania con la catenella, avete paura che ve la rubi?

come?

cosa?

no stavo scherzando ehehehehe

hihihihi

è stato un piacere tanti saluti

saluti anche a lei a casa a tutti quanti in particolare la zia che prima la vedevo sempre al mercato a prendere il riso apollo quello che profuma e si fa bollito e scambiavo sempre due parole ma ora è da un po’ che non la vedo più ah spero non sia nulla di grave eh meno male allora vabbè ci si rivede alla prossima tante belle cose

FINE.

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Si alza il vento. Bisogna tentare di vivere.

13 giovedì Nov 2014

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita, Questo è cinema bellezza

≈ 11 commenti

Tag

animazione, cinema, 風立ちぬ, film, hayao miyazaki, Kaze tachinu, Miyazaki, si alza il vento, studio ghibli, the wind rises

Dopo un lungo iato e un minipost vacanziero (a breve le soluzioni) torno a scribacchiare qualcosa, e non credo ci sia argomento migliore di questo.  Come vedete, ho seguito il consiglio di qualche amica lettrice e sto lavorando sulle modifiche alla grafica: non è ancora finita, eh! 

Avete presente quei silenziosi momenti in cui si trattiene il respiro per una frazione di secondo? Quando si spengono improvvisamente le luci in sala perché sta per iniziare il film, o l’attimo in cui si richiude la porta dietro all’ultimo dei numerosi ospiti che gironzolavano per casa? Quando il caos è come risucchiato dalla mano del direttore d’orchestra mentre la chiude a pugno, e cala un silenzio innaturale?

Ecco, scusate tutto questo incipit sbrodolato, ma io ho trattenuto il fiato perché ngli ultimi tempi era circolata ovunque la notizia che lo Studio Ghibli avrebbe chiuso definitivamente. Considerato il fatto che il fondatore Miyazaki aveva già annunciato qualche mese fa il suo ritiro dal mondo dell’animazione, che Isao Takahata ci mette anni per finire un film e non rispetta più alcuna scadenza ( anche lui aveva fatto capire di averne abbastanza), che il produttore Suzuki vuole dedicarsi ad altro, e soprattutto considerate le condizioni economiche in cui versa la Ghibli – a quanto pare, poche vendite del merchandise e l’ultima uscita che ha fatturato poco (ma in realtà quest’ultimo è un dato opinabile perché anche i maggiori successi sono partiti in sordina) – c’era ben poco da sperare. Mi sono concessa un lungo sospiro solo dopo aver letto che in realtà si è trattato di un errore di traduzione: non ci sarà una chiusura ma “solo” una pausa, per riorganizzare la struttura interna dello studio e farsi un po’ i conti in tasca. Falso allarme? Quasi, perché giriamola come vogliamo, ma non credo che rivederemo il grande maestro Miyazaki di nuovo alla regia. Chissà, forse come consulente artistico. Le nuove leve ci sono, ma spero fortemente siano migliori di suo figlio Goro.

Caso ha voluto che proprio mentre queste notizie giravano per tutto l’Internette, a inizio Agosto, io avessi appena finito di vedere sia The kingdom of dreams and madness, documentario sulla storia della casa di animazione e sul suo fondatore [potete vederlo QUI per intero], sia l’ultimo lavoro di Miyazaki, Si alza il vento. Sarò sincera: fra i due, a commuovermi di più è stato il documentario, nonostante il film d’animazione sia indubbiamente un capolavoro e una sorta di “testamento artistico” del maestro.

Questo incanalarsi di visioni e notizie riguardanti la Ghibli mi ha fatto un po’ riflettere su cosa significhi per me, sulla mia passione per i film d’animazione (a cui ha contribuito decisamente anche un’ amica aspirante animatrice e disegnatrice), su cosa renda lo studio giapponese così speciale.

Io sono cresciuta a pane e lungometraggi Disney durante tutta l’infanzia, dunque con un’idea di animazione completamente diversa, soprattutto per quanto riguarda linee narrative, sviluppo dei personaggi, stile e disegno, e ovviamente messaggio finale (o “morale della favola”, se vogliamo semplificare). Le uniche produzioni giapponesi che conoscevo da piccola erano i cartoni animati divisi per puntate, e quasi nessun lungometraggio.

Credo che scoprire i registi della Ghibli  solo dalla preadolescenza sia stato, in definitiva, un bene: certo, non hanno fatto parte della mia infanzia, ma li ho apprezzati a tutto tondo, comprendendoli meglio. E poi da loro è stato tutto un raggiungere altre tappe di scoperta, passando per Satoshi Kon, Mamoru Hosoda, recentemente Makoto Shinkai e tanti altri.

Ma Miyazaki è Miyazaki: lui è pur sempre il Maestro. Per quanto il suo lavoro più conosciuto sia La città incantata (stiracchiata traduzione di Sen to Chihiro no kamikakushi), il mio preferito rimarrà in eterno La principessa Mononoke (battendo di poco Kiki consegne a domicilio): il primo lungometraggio Ghibli che ho visto quando avevo circa 11 anni, il primo che davvero ti rivolta come un guanto e cambia, anche se solo per un paio d’ore, la percezione di giusto e sbagliato, buono e cattivo, senza tentare di nascondere la complessità di mondo ed esistenze intrecciate con la scusa del “film per bambini” – anzi, l’intelligenza dei più piccoli non è insultata e fatta intirizzire come spesso accade nell’animazione occidentale, per cui tutte le vicende presentano invariabilmente lo stesso schema di trama, storytelling e personaggi monocolore – nel caso di Miyazaki lo spettatore di qualsiasi età è, al contrario, sfidato, dissuaso dal giudicare, ed è come se rimbombasse nella nostra testa una serie di domande: cosa conosci veramente? Sei sicuro? Che senso stai dando ai tuoi giorni? Perché questa persona si comporta così, che vissuto ha? E queste sono, in definitiva, anche le domande che si pongono gli artisti che danno vita a questi capolavori d’animazione.

Per capire la caratura non solo artistica, ma anche (e soprattutto, perché da qui tutto deriva) umana di Miyazaki-San, oltre a guardare il documentario linkato sopra – una vera miniera di informazioni, saggezza e spunti filosofici utilissimi – è sufficiente qualche minuto di un suo discorso, per esempio quello che è stato pronunciato pochi giorni fa ai Governors Awards 2014, durante i quali il regista ha ottenuto il meritatissimo premio onorario alla carriera. E con questo vi lascio: buona visione per tutto.

[credits: gif iniziale di taitetsu; seconda gif di meowazaki; terza gif di s-tudioghibli; stills da The kingdom of dreams and madness di ricktimus; layout per Kaze tachinu da artbooksNAT]

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Non posso mangiare muffin in modo agitato

04 sabato Ott 2014

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 16 commenti

IMG_1355.PNG
Oscar Wilde, The importance of being Earnest

Periodo di grandi cambiamenti: nuova facoltà (eggià. alla fine è andata così), nuove conoscenze, organizzazione da mettere in atto, pigrizia da vincere, cose da scrivere di cui presto saprete. Di conseguenza sono agitata e ansiosa come una faina. Dunque, lo so che ve lo dico sempre, ma datemi qualche tempo e vedrete che ci saranno post più corposi.

Nel frattempo vi pongo un quesito della massima importanza, a cui vi prego di rispondere con riflessioni ponderate. Fra poche settimane sarà il mio compleanno, e il peggio è che avrò 20 anni. Mi vengono i brividi solo al pensiero, ma non siamo qui a discutere questo. Il problema è: secondo la denominazioni ufficiale, in inglese 20 non finisce più con –teen quindi non sarò più una teenager. È un brutto colpo, perché iniziavo proprio adesso a godermi la mia condizione adolescenziale – e ciò porterà alla sottoscritta frequenti crisi esistenziali, come se non ne avesse già abbastanza normalmente – ma si mette anche in discussione il sottotitolo del blog. Non sarò più un’adolescente atipica.

Prendete un secondo di respiro per capire la portata della questione.

“Ventenne atipica”. Che schifo. Suona malissimo.

Insomma, amisci, che devo fare? Come modificare il marchio di atipicità che oramai ci distingue da ben quattro anni? Sì, perché il blog l’ho aperto a 16 anni. Se volete un fazzoletto per le lacrime ditemelo, ve lo recapito.

Saluti commossi.
x

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Ci scusiamo per l’interruzione

21 giovedì Ago 2014

Posted by LadyLindy in Telegraficamente

≈ 18 commenti

Tag

avviso, foto, viaggi

(ma sono stata impegnata, in giro per il mondo, distratta, pensosa eccetera)

Quindi, se vi manca un po’ leggere qualcosa di mio, ecco: c’è il primo articolo che scrivo per Soft Revolution (una bellissima webzine), che parla di stelle e regine – sta a voi scoprire perché!

Poi ci sono i lavori in corso per modificare la grafica.

Poi qualcosa che sto scrivendo, e presto pubblicherò, su un grande artista e regista che adoro.

Poi c’è un indovinello per voi: dove sono stata a gironzolare ultimamente? vi posto qualche foto come anteprima, con qualche indizio, e voi provate a indovinare (ovviamente voi avete buon cuore e non farete piangere il Grillo Parlante barando con Google immagini, vero?) (ovviamente passerete il mouse sulle immagini, vero?):

I vincitori verranno premiati con il Macaron D’Onore degli Impillolati. Fatevi sotto!

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Enfant du monde (non di un blog)

11 mercoledì Giu 2014

Posted by LadyLindy in Telegraficamente

≈ 18 commenti

Tag

caldo, dubbi, indila, musica, scrivere

I casi sono due: o non trovo più molto da dire, e allora lo faccio benissimo, o c’è così tanto da dire che la mole mi mette stanchezza al solo pensiero.

O forse è solo il caldo.

Fatto sta che sto mancando molto dal blog, non scrivo più al ritmo di qualche tempo fa per varie ragioni, e forse dovrei farmi qualche domanda. Che sia il caso di  abbassare la serranda, totalmente o temporaneamente?

Nel dubbio, vi lascio riflettere con me sulle note di questa:

 

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Passeggeri

27 domenica Apr 2014

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 4 commenti

Tag

che misera vita, stazione, treno, vita quotidiana

Andare in treno è bellissimo. Il treno è diventato il mio mezzo di trasporto preferito dopo la bicicletta, perché ogni volta che lo prendo mi accadono un sacco di cose interessanti, un mondo di avventure che neanche Ash Ketchum a Borgo Foglianova.

Prendiamo per esempio quella volta in cui all’orario di punta sono riuscita per miracolo a scorgere in lontananza, alla fine del vagone, uno di quei posti da quattro sedili completamente liberi. Per intenderci, sono quei sedili messi di fronte a due a due come nelle pizzerie, che vanno benissimo se si è da soli o in due perché ci si può stiracchiare le gambe e allargarsi coi borsoni, ma diventano imbarazzantissimi quando si è costretti a guardare in faccia gli altri seduti davanti (e allora si finisce con lo scrutare  fuori dal finestrino). Dicevo, per miracolo ne avevo trovati quattro tutti liberi: dopo una corsa ho anche capito il perché. Accomodatasi sul posto più vicino al finestrino, con aria assorta, c’era lei.

Una cavalletta.

Io la fissavo, lei mi fissava.

Era lunghissima. Il colorito verde stava già un po’ virando al nero, forse era vecchiotta. Girandosi, ha mosso contemporaneamente le zampette e la testolina nella mia direzione, non ho ben capito con quali intenzioni. Al che mi si sono poste innanzi alcune opzioni:

1. Approfittare dei posti liberi e convivere con la gentile passeggera, ma come? Ad esempio creando uno scenario mentale che rendesse la situazione più accettabile. Ci ho provato: dopotutto era solo un animaletto anziano, una nonna cavalletta che prendeva il treno per andare a trovare i nipotini cavallette dopo tanto tempo di lontananza, le mancava soltanto il centrino e gli occhiali tondi sulla punta del… naso (?). L’illusione è durata qualche secondo, poi non ho più retto e ho considerato la seconda scelta:

2. Utilizzare il mio borsone come arma e dare la caccia all’immonda creatura senza esclusione di colpi, ergendo barricate dietro ai sedili, coinvolgendo gli altri passeggeri nel vagone e organizzando una resistenza armata contro il proliferare sfrontato degli insetti di ogni risma nei luoghi in cui io devo passare del tempo. Mentre nella mia mente passavano gloriose immagini di moti insurrezionali, la cavalletta in questione ha allargato le zampine anteriori e si è librata verso le sette sfere celesti, con un salto interstellare da un sedile all’altro – mi è parso anche di sentire una risatina di scherno – e allora ho capito che le insettifere forze del Male stavano prendendo il sopravvento ed avevano risorse maggiori delle mie. Non rimaneva che

3. DARSI ALLA FUGA. Proteggersi con il trench stile scudo e sperare di non vedere la propria anima risucchiata dalla temibile cavalletta – dissennatore proveniente direttamente da qualche oscuro reame malvagio. Sono una vigliacca, lo so. E dire che vivo in campagna e sono sempre vicinissima alla natura.

Ma questo è niente rispetto agli altri deliri avvenimenti nel Magico Mondo Ferroviario.

Sono seduta tranquillamente al mio posto, quando comincio a sentire uno strano odore nell’aria (ricordate, ho il naso particolarmente sensibile). Attenzione, non pensate subito male, era quasi gradevole, una specie di odore da rosticceria. Sul momento mi stupisco, perché non è il genere di atmosfera tipica da treno. Ed ecco che vedo salire una signora sulla quarantina, con l’aspetto di una che ha passato quattro giorni consecutivi ad un concerto di Marilyn Manson ed è scampata ad un lancio di motoseghe accese. Ovviamente si siede vicinissima a me, e quando scorgo la sportina che ha in mano i miei sospetti prendono tragicamente la forma della realtà: è da lì che proviene l’odore.

Odore di pollo.

Odore di pollo arrosto.

Pollo arrosto che viene diligentemente tolto dalla busta, aperto a mano, dissezionato, arraffato per la coscia ed addentato mentre io spero ardentemente che nel vagone sia presente qualche vegano per godermi lo spettacolo in diretta.  Purtroppo però rimango l’unica spettatrice per una ventina di minuti, finché non torno a casa e – voi non ci crederete, ma è tutto vero – non mi viene offerto dell’ottimo pollo arrosto caldo caldo. Non ricordo benissimo cosa mi sia successo negli attimi successivi, forse un annebbiamento o qualcosa del genere.

E infine, il meglio per ultimo.

Il viaggio in treno si presenta stranamente normale, e questa anomalia dovrebbe farmi prevedere le disgrazie successive, ma ingenuamente appena arriviamo in stazione sono contenta:  il treno è in orario, c’è il sole, non ci sono stati intoppi. E qui casca l’asina, cioè io. Succede che quando il mezzo si ferma e si accendono le lucine verdi per poter aprire le porte, queste rimangono ostinatamente chiuse. C’è una signora sulla cinquantina vestita da sciura milanese che continua violentemente a premere il bottone con il pollicione, come se la vita e la morte dipendessero da quel gesto. Fa segno a noialtri passeggeri del vagone – circa una ventina- che le porte non funzionano e quindi bisogna uscire dall’altra parte. Sollevati, i primi passeggeri dall’altro lato si ingegnano per aprire le altre porte. C’è solo un problema: non vanno nemmeno quelle.

Un brivido silenzioso passa per le nostre schiene, mentre attraverso i vetri vediamo le persone che tranquillamente escono dagli altri vagoni funzionanti, come se niente fosse, dandone per scontata la normalità. Sono piuttosto frustrata, ma ancora piuttosto calma, anche perché un signore dichiara “Aspettiamo qualche minuto, sicuramente verranno ad aprirci”.

Passano due minuti. Chi si era alzato in piedi è tornato a sedere. Un signore vestito in maniera formale tira fuori l’ iPhone e seccatissimo comincia a sbraitare “… persa la coincidenza con l’autobus… ritardo… in ufficio…”. Non lo prendo come un buon segno. Qualcuno bisbiglia “Siamo in Italia… proprio… non sarebbe successo”.

Passano cinque minuti. Infilo le cuffiette dell’Ipod e in modalità casuale mi esce la colonna sonora di Lady Vendetta: tutto è sempre più inquietante. Non sono vestita abbastanza sportiva per una situazione come questa. Ad un certo punto un giovinastro nel centro del vagone, ad alta voce, scandisce “Qualcuno prenda lo spaccavetri! Usciamo dal finestrino!”. Tutti girano il viso dall’altra parte.

Passano dieci minuti. Comincio a studiare le persone che si ritrovano a condividere il mio destino: è chiaro che ormai sarà questione di secondi e ci ritroveremo con un collare esplosivo addosso, tipo in Battle Royale, oppure una voce dagli altoparlanti ci dirà “Possa la fortuna sempre essere a vostro favore… e felici Hunger Games a tutti!”. In ogni caso, ci sarà solo un vincitore, colui che eliminerà tutti gli altri. Mi guardo attorno, e capisco che a parte qualche panciuto signorotto di mezza età, le ragazzine ancora più esili di me e un paio di vecchiette facilmente evitabili, sono messa male. Sono praticamente spacciata. Il ragazzotto dello spaccavetri mi potrebbe stendere con un pugno. Non parliamo degli uomini adulti nel pieno della forza. Non sono nemmeno più allenata a tirare con l’arco.

Passano dodici minuti. Il delirio. Nel vagone si alterna il silenzio più assolto alla caciara più assordante. Cerco di scoprire i punti deboli degli altri nel caso finissimo nell’Arena. Qualcuno ogni tanto fa un disperato tentativo coi bottoni delle porte, cerca di attirare l’attenzione di chi sta fuori, ma i passanti sono ai binari lontani. Altri si sono ormai arresi, rassegnati al destino che ci aspetta, e si atteggiano come se stessero facendo un pisolino. Nel profondo, stiamo tutti cercando di pianificare strategie di battaglia adattandoci agli altri presenti. Ripenso per un attimo allo stato di natura, faccio classifiche mentali su chi fra noi è il più debole e il più forte, mi chiedo fra quanto si passerà al cannibalismo. C’è chi inizia a parlare di politica: decido che inizierò a mangiare le persone dando la priorità ai fanatici. Forse qualcuno ha una bottiglietta d’acqua, che io  ho stupidamente dimenticato a casa. Dovrò cercare di rubarla. Ripenso ai miei familiari e mi intristisco.

Passano quindici minuti. Un addetto della stazione, pacifico come non mai, viene ad aprirci.

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Come un giorno a Trieste può svelare ricordi e tesori

29 mercoledì Gen 2014

Posted by LadyLindy in Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita, Schizzi schizzati (arte nel mio piccolo)

≈ 13 commenti

Tag

castello di Miramare, foto, friuli venezia giulia, italo svevo, james joyce, letteratura, prima guerra mondiale, redipuglia, santuario di redipuglia, storia, trieste, viaggi, viaggio

(Ah, molto presto scriverò qualche altissima critica cinematografica su Frozen perché così è deciso)

Ecco, salve, ehm, ci sono. Nonostante tutti i muri contro i quali sto sbattendo il nasino ultimamente (ma anche alcune soddisfazioni che sto vivendo, non è giusto svalutare sempre le cose belle a vantaggio della negatività) ho finalmente trovato il tempo di scaricare e mettere a posto qualche foto dalla splendida Trieste.

Allora. Ho visitato Trieste a inizio Ottobre, un po’ prima del mio compleanno e dei grandi cambiamenti che poi sarebbero seguiti. Da tanto volevo farlo, anche perché pensare alla grande atmosfera letteraria che vi si respira(va) e a quella posizione a metà fra la tradizione italiana e quella mitteleuropea, all’insieme straordinario di culture, dialetti, montagne, mare, roccia, castelli, storia, Asburgo, caffè e chiesette mi metteva euforia.

Particolarmente pericoloso per la mia salute mentale e i miei improvvisi slanci di entusiasmo storico è stato visitare il castello di Miramare. Il destino del povero Massimiliano (o Maxy, come lo chiamo io) e di Carlotta mi rende triste quasi come il ricordo della biblioteca di Alessandria. Ma ora passiamo a rovinare questi pochi appunti con le foto che ho tentato di scattare, e ricordate amici miei, passare il mouse sulle immagini non costa nulla ma dà grande soddisfazione (ad uno psicanalista)!

In rigoroso ordine “come capita”:

[All’interno del castello di Miramare è proibito fare foto e riprese, non prendetevela con me]

statua

fontana

Purtroppo ci sono note dolenti. Questi territori non sono tutti armonia mitteleuropea, affascinanti monumenti storici e nostalgie austriache. Considerato l’importante centenario che ci si appresta a “celebrare” (mai verbo mi è suonato meno appropriato), ovvero 1914 – 2014, Prima Guerra Mondiale, era d’obbligo, anche solo per cultura / esperienza personale, passare per l’imponente sacrario di Redipuglia. La zona è quella carsica fra Trieste e Gorizia. Il luogo è un immenso parco adibito a cimitero monumentale, con lapidi dalla riconoscibile estetica fascista, che però rende ancora la sensazione di un certo sgomento nel visitatore. Non solo per le targhe all’entrata, ma anche per l’inquietante ripetizione della parola “presente” sopra ai nomi dei tantissimi soldati caduti, come avveniva ogni giorno all’appello, e come è avvenuto, in un certo senso, nel momento della morte.

redipuglia presente

redipuglia lapide

trincea

Per concludere con un’immagine più leggera, ecco qui la splendida Trieste, vista da un’altura

trieste

 Spero di essere tornata abbastanza degnamente dopo la pausa di un mese abbondante. Fatemi sapere di voi, amici. Siete mai stati a Trieste? Io sono rimasta assolutamente incantata, e mi sto interessando sempre più alla storia di questi territori, anche perché ultimamente le famose questioni foibe/Irredentismo/Presa di Fiume/sloveni/minoranze etniche/Indipendentismo/esuli istriani stanno generando sempre più ampi dibattiti. Se solo si potesse condividere questi tesori e queste memorie fra tutti, custodendo le lezioni del passato e ammirando l’arte e la cornice naturale.

Ma basta con le banalità, torniamo a formare dei circoli letterari partendo da qui, sulle orme di Svevo e Joyce! Avanti, impillolati miei, date sfogo alle idee!

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Natale (I feel it in my toes)

23 lunedì Dic 2013

Posted by LadyLindy in Pensieri di sfuggita

≈ 11 commenti

Tag

bill nighty, billy mack, dickens, feste, judy garland, liste, love actually, Natale, tanti auguri

Signori miei,

anche stavolta mi tocca scrivere una cosa veloce veloce perché ho le vongole che sfrigolano col sughetto, i mattoni da studiare a prendere polvere sul tavolo, le luci dell’alberello che ogni tanto fanno un rumorino strano simile allo sbattere d’ali dei pipistrelli (e Halloween è passato), il vicino che ha appeso Babbo Natale al balcone e quindi, oltre a fare terribilmente inverno 2010 (così demodé), mi provoca continui colpi al cuore per timore che ci sia una specie di ladro in rosso che va in giro arrampicandosi ai balconi per derubare nell’onesto quartiere di Pillole (VT).

Insomma, sto col fiato sul collo, oltre al fatto che questo Natale dickensiano ha avuto la bella idea di piazzarsi durante un perfetto periodo da schifo. Eppure, posso comodamente condividere con voi una significativa lista di cose che staranno magnificamente in questi giorni di bagordi, giacché amo alla follia le liste e sono già di buon umore al pensiero che fra due righe

una riga

inizierò la lista! YAY! Ecco qui:

  • La necessità di rivedere il più possibile Love actually – L’amore davvero è una cosa di cui nessuno si deve vergognare MAI.
  • Ogni volta che torna l’inverno torna anche il periodo di immersione nelle opere di Victor Hugo.
  • E anche i testi del musical Les Misérables imparati a memoria
  • Non c’è neve né ghiaccio, molto male, allora cosa ci stiamo a fare a festeggiare il Natale
  • La consapevolezza degli esami che iniziano proprio subito dopo l’Epifania si può facilmente arginare con massicce dosi di cioccolato e vin brulé
  • muffin
  • biscotti in genere
  • tre maglioni identici con le renne o i fiocchi di neve: presenti
  • prontuario di frasi fatte con cui rispondere alle domande irritanti dei parenti che vengono in visita per le feste: presente
  • mercatini (qualsiasi commento o reazione poco lusinghiera nei confronti dei mercatini verrà “rispedita all’inferno dal quale proviene” cit.)
  • I don’t want a lot for Christmas THERE IS JUST ONE THING I NEED *urla saltando sul divano con le calze antiscivolo decorate da ricami di Babbo Natale e glitter*
  • bevande calde
  • e insomma questa lista è degenerata, ora però sono all’ultima voce e quindi sono di nuovo triste.

A questo punto, per ridare un senso e una speranza al Natale 2013, ci starebbe bene ispirarsi alla mia adorata Judy Garland: su queste note, pensare “next year all your troubles will  be out of sight”, però poi mi commuovo troppo.

Vi lascio dunque con queste due significative e profonde canzoni natalizie, che vi possano portare gioia e letizia in questi giorni di feste.

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...
← Vecchi Post

informazione sui cookie

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento leggere la sezione Cookie Policy nel menu, oppure leggere la Privacy Policy di Automattic. Privacy policy QUI

Pillole di cinguettii

  • Back in the sky and leaving Papua New Guinea .. will tweet when flying over Howland Island ✈️💛 5 years ago
  • India ➡️ Burma ➡️ Thailand ➡️ Singapore ➡️Indonesia Busy bee ... decided to take a 3 days off 5 years ago
  • Pilot, so proud Circumnavigation I go Loving my life now https://t.co/M59au4bm00 5 years ago
Follow @LadyLindy_

Inserendo qui sotto la tua e-mail, la tua anima verrà risucchiata e ti arriveranno triliardi di notifiche quando scrivo un post. Entra anche tu nelle anime perdute degli impillolati!

Unisciti a 819 altri iscritti
Read the Printed Word!

Puoi leggermi anche qui:

Clamm Magazine

Member of The Internet Defense League

Saint-Just scatena il Terrore contro i troll!

Archivi

Quanti impillolati?

  • 168.186 dal 9 Maggio 2010

Gli impillolati on air

Data Rivoluzionaria

Pillole Networks

Follow on Bloglovin Follow Me on Pinterest

Pillole di lettura

aNobii
Visit my shelf
Licenza Creative Commons
Vita In Pillole by LadyLindy is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Protected by Copyscape Plagiarism Check
Il blog Vita in Pillole utilizza i cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Navigando comunque in Vita in Pillole acconsenti al loro uso. Clicca su esci se non sei interessato.INFORMATIVAESCI

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • Vita In Pillole
    • Segui assieme ad altri 167 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Vita In Pillole
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...
 

    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: