• Blogroll
  • Foglietto illustrativo
  • Disclaimer & Headers

Vita In Pillole

~ Tipico blog di un'adolescente atipica

Vita In Pillole

Archivi della categoria: Colonna sonora

Film storici: versione ‘via della seta’ e Asia antica!

29 sabato Mar 2014

Posted by LadyLindy in Colonna sonora, Questo è cinema bellezza

≈ 8 commenti

Tag

asia, cina, cinema, critica cinematografica, cultura cinese, cultura giapponese, Giappone, gong li, serie tv, the legend of zhen huan, Zhang Yimou

[Prima di leggere questo: dopo tanto tempo, ho scritto un articolo per Clamm Magazine sulle fighissime guerriere giapponesi onna-bugeisha! Date un’occhiata QUI!]

Ho deciso che la cosa più giusta da fare, in tutta questa pazzia, è dedicarsi alle maratone di film / serie tv (sai che novità) ma questa volta versione ASIA! E le motivazioni che vado ad elencarvi sono queste:

1. Sto passando un periodaccio (sai che novità, capitolo secondo)

2. A detta di tutti, i cinesi ci conquisterannooooh! gomblottooooh!11!!1

3. La storia e le varie materie umanistiche che ci insegnano a scuola sono per forza di cose eurocentriche. E un po’ questo mi mette il nervoso. [Ho iniziato a pormi strane domande che qualsiasi individuo sano di mente probabilmente non si farebbe mai, del tipo: che differenze ci saranno mai fra la dinastia Tang e la dinastia Ming? Quanti cavolo di dialetti parlano in Cina? Ma come si vestivano le tipe in Asia – c’è solo il kimono? Davvero? E allora il qipao? E che differenza c’è fra le corde dello shamisen e quelle del guqin? Come facevano a decorare con stampe così belle i vestiti nei paesi asiatici? Come caspita si viveva nella città proibita dell’Imperatore cinese? Perché i capelli delle donne asiatiche sono generalmente così belli e lisci e setosi e splendenti? Chi è l’autore di tutti quei bei disegni primaverili bidimensionali floreali delicatissimi? Ma soprattutto dove posso trovare l’opera completa di Confucio che fra l’altro dava dei nomi bellissimi e poetici alle epoche storiche [vedi qui]??? E via dicendo. Ci perdevo il sonno.]

Mi sembrano tutti motivi molto ragionevoli, e se non siete d’accordo PEGGIO PER VOI. Come avrete capito, nessun avvenimento personale o di pubblico interesse può distogliere la mia indolenza dalle attività più vergognosamente futili che esistano.

A chi avesse la memoria di un pesce rosso o mi seguisse da poco, oltre al regal perdono offro un paio di link ad altre mie ridicole dissertazioni cinematografiche, con le quali questo post formerà una trilogia (probabilmente ricordata negli annali della critica cinematografica come il blob meno serio di sempre): parte prima e parte seconda. Maneggiare con cautela. E ora iniziamo.

Lanterne rosse

Questo è probabilmente il film migliore fra tutti quelli che vi proporrò nel post. Soffocante, buio, claustrofobico, inquietante e terribilmente bello. Probabilmente lo inserirei in una ipotetica lista dei capolavori cinematografici degli ultimi decenni, e mi stupisce che rispetto ad altri filmoni sia relativamente così poco conosciuto. Il fulcro portante di tutta la vicenda (ambientata nella Cina settentrionale degli anni ’20) è la protagonista Songlian, interpretata dalla strepitosa, bellissima, bravissima, perché-non-sono-te Gong Li [attenzione: durante la lettura del post vi imbatterete spesso in fangirling rivolto a questa attrice] che praticamente ha conosciuto la fama internazionale grazie a questo film e con la sua recitazione dà senso a tutto il resto. Si potrebbero scrivere tomi sulla storia di Songlian, quarta moglie di un arricchito che si troverà a convivere con le altre spose e tutto ciò che ne consegue: poteva essere sviluppata in modo banale e invece è di una complessità sociologica e psicologica spaventosa (anche più sviluppata rispetto al romanzo di Su Tong, vedi la geniale idea di aggiungere le lanterne rosse da cui il titolo). Insomma, guardatevelo. Fidatevi delle mie pillole (vabbè, così suonava creepy).

Voto: 5/5

La foresta dei pugnali volanti

Sempre per restare nella filmografia di Zhang Yimou. I punti forti di questo wuxia sono sicuramente tutti estetici, a partire dalle palette di colori usate nelle diverse scene (che non hanno nulla da invidiare alla scelta cromatica di un Wes Anderson) – ad esempio gli splendidi toni di verde e azzurro che pervadono tutta la parte di film ambientata nella foresta di bambù – passando per i bei costumi, la fotografia e le varie inquadrature che sembrano cucire fra di loro una serie di quadri o stampe d’epoca antica. Non è un caso se Yimou è famoso proprio per la godibilità estetica, le luci e la “festa per gli occhi” di tutti i suoi film. La trama, dal canto suo, è piuttosto intricata e piena di plot twists che ovviamente non vi anticipo: in generale troviamo complotti contro il potere imperiale, classiche scene di lotta con tanto di arti marziali disseminate qua e là, qualche scenetta memorabile per i dialoghi, tragici amori, eppure… c’è qualcosa che non mi torna. Manca un quid che lo renderebbe all’altezza degli altri film dello stesso regista. Sarà che Zhang Ziyi non mi sembra mai ben calata nei suoi ruoli (nemmeno in Memorie di una Geisha, che non ho inserito in questo post perché poi perdo il controllo e straparlo), sarà che certi ribaltamenti narrativi mi sembrano forzatissimi, diciamo che mi ha lasciato la sensazione di un’occasione sprecata. Una stellina in più, però, per la fantastica colonna sonora del grande Shigeru Umebayashi che vi allego:

voto: 3,5/5

In the mood for love

Di nuovo onore e gloria a Umebayashi – fatevi un favore e ascoltate la playlist con questa colonna sonora QUI. Anche su questo immenso film ci sarebbero da scrivere pagine e pagine: di come sia impostata la tecnica di ripresa, di come ciò che non si dice e non si fa abbia ripercussioni e importanza spesso maggiore rispetto a ciò che effettivamente si fa e si dice, della poesia e della musica che gradualmente si sostituisce ai dialoghi (pochi) e agli sguardi (molti) dei protagonisti hanno già parlato in molti. Sarebbe ridicolo e riduttivo descrivere questo film come la storia di due, già sposati, che casualmente si incontrano nella Hong Kong degli anni ’60 e capiscono di essere in realtà destinati ad amarsi (proprio mentre i loro coniugi li tradiscono con i rispettivi marito e moglie, fra l’altro), senza mai esplicitare nulla, nascondendo l’anima dagli occhi severi di una società sempre pronta a giudicare. Sarebbe ridicolo e riduttivo perché le implicazioni sono innumerevoli. Guardatevi pure questo, e più di una volta. Maggie Cheung si merita un grande abbraccio.

Voto: 5/5

La città proibita

Zhang Yimou parte terza. Il titolo inglese, che tradotto sarebbe La maledizione del fiore dorato, a mio parere rende molto meglio. Filmone di proporzioni gigantesche per quanto riguarda scenografie, costumi, trucco e parrucco, riprese e fondali. Credo sia una delle produzioni cinematografiche più costose mai uscite dall’Asia, ed effettivamente guardando la cura dei dettagli, l’onnipresente patina d’oro (classica prigione dorata che racchiude dolori e traumi psicologici dietro ad una superficie di opulenza e ricchezza), le innumerevoli comparse e la pesante atmosfera del palazzo imperiale, è facile capire come mai siano servite tante risorse. Fatevi un’idea da questi screencaps.

Prendete un family drama con tradimenti, gelosie, ripicche, strane dinamiche familiari e sadiche punizioni. Solo che la famiglia in questione è quella imperiale cinese, durante la dinastia Tang, vale a dire il fulcro di potere assoluto in uno dei Paesi più grandi al mondo. Anche in questo caso, spicca Gong Li: pur senza volerlo, il complesso e tragico personaggio dell’imperatrice – allo stesso tempo vittima e carnefice – mette quasi in ombra il resto del cast e fa perdonare gli errorini del film nel complesso.

Voto: 4/5

E infine, per la rubrica “serie televisive misconosciute che però in Cina hanno un seguito pazzesco”, ecco a voi:

La leggenda di Zhen Huan

Voi mi dite Beautiful o Centovetrine. E io vi rispondo: PUPPA! Premettendo che ci sono un centinaio di episodi e io ne ho visti solo una ventina, questa serie tv potrebbe quasi avvicinarsi a Death comes to Pemberley o altre serie in costume della BBC. Potrebbe. Se non fosse per la sostanziale piattezza dei personaggi – se ne salvano un paio, fra cui la cattivona antagonista, perché sono interpretati da attori bravissimi – e dalla trama che con l’andar del tempo si affievolisce e diventa un po’ ripetitiva / prevedibile. Però godersi qualche episodio vale la pena, se non altro per i curatissimi costumi, i luoghi delle riprese, i gioielli, il trucco e la strabiliante accuratezza storica di certi dettagli.

Voto: ancora non classificabile in toto visto che non l’ho finita, e probabilmente mi ci vorrà un po’ prima di portare a termine la missione. Molto meglio delle soap opera che fanno vedere qui da noi, comunque.

Molto bene, ora concludo in bellezza con qualche scatto preso da alcuni photoshoot di Gong Li (i primi due per L’Officiel China, il terzo per i gioielli Plaget, mentre l’ultimo è una splendida foto di Jean-Marie Périer). Nel caso non l’abbiate ancora capito: QUANTO AMO QUESTA DONNA. Probabilmente una delle più belle e talentuose nel mondo del cinema contemporaneo, e se non siete d’accordo tolleranza zero e disonore su di voi.

 

Alla prossima, impillolati. Se siete interessati potrei sempre fare la versione India / Bollywood, fatemi sapere!

Spread the ammmore.

 

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Futuri paralleli al mio presente (e giardinaggio)

13 sabato Apr 2013

Posted by LadyLindy in Colonna sonora, Pensieri di sfuggita

≈ 20 commenti

Tag

arte, carte da poker, esercizi di scrittura, fiori, futuri, futuro, giardinaggio, grimes, illustrazione, in giardino non si è mai soli, moleskine, pollice verde, primavera, rose, Yelena Brysenkova

Mi scuso fin d’ora per la lunghezza del post, d’altronde è da tanto che non mi faccio viva. 

Le cose più importanti che avete necessità di sapere, in quanto miei fedelissimi lettori e confratelli nella Setta dell’Ammmore, sono le seguenti:

♥ Ho scoperto che nella mia vita non c’erano abbastanza illustrazioni di Yelena Brysenkova, e probabilmente nemmeno nella vostra, quindi cliccate QUI.

♥ Devo al più presto darmi al giardinaggio. Io non ce la posso fare se non dimostro a me stessa e all’universo che ho almeno un po’ di pollice verde. Qualche giorno fa sono stata ad una magnifica esposizione di fiori e piante, alcuni erano veramente meravigliosi – e sentire della gente esperta di qualcosa parlare in termini tecnici, come adepti di una loggia segreta, stimola sempre la mia strabordante curiosità – tanto che ho deciso di schiavizzare qualche personaggio più esperto di me (vedi: mio padre, un paio di vicini, un nuovo amico che si è scoperto provenire dal mio stesso paesucolo) e imbastire un mio personale vivaio / roseto / orto o qualsiasi cosa ne salti fuori. Sarà la primavera. (A proposito: ma quanti tipi di rosa esistono? Hanno dei nomi stupendi! E lo sapevate che ogni ramo di un albero ha un nome diverso? Ma quante soddisfazioni può dare la botanica!)

♥ E ora passiamo alla parte che piace a noi gente letterata. Parlo dei miei goffi esercizi di scrittura che, con faccia tosta e sprezzo del ridicolo, decido di gettare in pasto al formidabile popolo della rete. L’altro giorno mi sono messa china sui fogli della mia Moleskine (sì, qualche vezzo da piccola hipster di provincia / studentessa di Harvard venuta male lo dovete lasciare anche a me, sennò non vale) e ho pensato di utilizzare una specie di sistema combinatorio, come coi mazzi di carte da poker (una tecnica per niente originale e già bella che sfruttata, lo so), per inventare tanti possibili futuri ed esorcizzare l’angoscia fluttuante dell’ignoto (e ora la smetto con queste parentesi altrimenti vi viene la scogliosi e vi sanguinano i cristallini). Vi ricordo che nessuna di queste ipotesi deve per forza essere logica o credibile, perché l’ho deciso io e quindi amen.

Futuro ipotetico numero 1: L’avvenire dello strano matrimonio.

 ♫ Colonna sonora: Grimes – Oblivion

La mia vita scorre tranquilla, e nel frattempo la società continua a vedere un incessante progresso tecnologico. Anche gli studi di robotica sono avanzatissimi, tanto che gli esperti sono in grado di creare robot sofisticatissimi i quali, attenzione attenzione, hanno la facoltà di provare una certa gamma di emozioni umane, oltre ovviamente a poter interagire tranquillamente con noi come dei bot superintelligenti. I robot si integrano perfettamente nella società umana, compiendo lavori di ogni genere e comportandosi egregiamente. Fino a qui la storiella vi ricorda vagamente Matrix, nevvero? Bene, d’ora in poi non ve lo ricorderà più. Succede che io, nell’impossibilità di trovare un marito umano, e trovandomi in necessità di dover condividere il resto dei miei giorni con qualcuno che non sia un gatto spelacchiato, decido di comprarmi un robot-marito. Proprio in quel periodo ci sono i saldi al supermercato, quindi mi avvio alla Mecca del Consumo, dove i piedi dei clienti vengono saldati su binari che automaticamente portano davanti ai vari scaffali, senza dover camminare. Il percorso è obbligato, e alla fine si comprano cinquanta volte le cose che si volevano comprare prima di entrare. Esco dal supermercato con trenta scatolette di sardine, L’Iphone 124, un sintetizzatore, tre paia di calze fabbricate nelle Filippine e finalmente il mio sospirato marito. Andiamo in Comune e facciamo regolarmente registrare il matrimonio, dato che la legge, pur non consentendo ancora il matrimonio omosessuale, ha da tempo autorizzato le coppie umano-robotiche. Il nostro rapporto inizia e prosegue nel migliore dei modi, perché lui bilancia la mia personalità e sopperisce alle mie mancanze: è bravissimo a far di conto, ovviamente, quindi controlla il bilancio familiare. Parcheggia con precisione millimetrica. Sa sempre cosa dirmi e quando, mi prepara il tè, e mente io affondo il naso nelle lasagne lui si ricarica placidamente con la presa della corrente. Con l’andare del tempo, però, noto che i suoi comportamenti si fanno sempre meno precisi, la perfezione sfuma, il rapporto s’incrina per la troppa umanità. Capisco che mio marito ha senza dubbio un guasto di produzione. Torno al supermercato e provo a farmelo cambiare, ma mi rendo ben presto conto che gli inservienti del negozio sono anch’essi robot – gli umani non tollerano più di fare certi mestieri – e, pur ammettendo che mi sono comprata un marito fallato, parteggiano per lui e si rifiutano di cambiarlo. Non voglio nemmeno divorziare, perché alla fine è solo una questione di cavetti scordati (sarebbe come divorziare da qualcuno perché ha preso il raffreddore). Così mi ritrovo ad avere un marito che sta perdendo tutta la sua macchinistica perfezione, che tende sempre più all’umanità senza essere umano. Allora sono costretta a dover imparare tutte quelle funzioni svolte prima da lui, sentendomi sempre più robotica a mia volta. E a un certo punto si arriva al momento in cui non si capisce più chi è chi.

Futuro ipotetico numero 2: L’avvenire esistenzialista.

 ♫ Colonna sonora: Françoise Hardy – Des ronds dans l’eau

Il mondo esce a fatica da una guerra catastrofica.  Molti Paesi, così come li conosciamo adesso, non esistono più. L’uomo ha modificato l’assetto idrogeologico del 99% della superficie mondiale. Piano piano, cominciano a ripopolarsi le città con i superstiti, fra cui casualmente sono da annoverare anche io. Una delle pochissime città a salvarsi quasi intatta, grazie a ingegnosi patti diplomatici e a dinamiche belliche complesse, è Parigi, che pur essendo profondamente cambiata ha conservato la sua allure d’altri secoli. Ed è così che qui si rifugiano i nostalgici del mondo com’era prima della guerra, fra i quali, sempre casualmente, sono ancora da annoverare. A loro si contrappongono masse di uomini che non hanno perso, nonostante tutto, la fiducia nell’umanità e infondono ai loro figli, la prima generazione in tempo di pace, una fiducia e un ottimismo sfrenati verso il futuro. I nuovi parigini, al contrario, sono prevalentemente intellettuali, filosofi, ex combattenti, artisti – insomma, tutta gente che serve solo in salotto – i quali devono affrontare le stesse problematiche di ogni dopoguerra: ricostruire, riflettere, capire quali valori sono rimasti (se sono rimasti). Io, fra costoro, divento una devotissima esistenzialista: mi faccio tatuare pezzi di La Nausée sulle braccia, mi vesto solo di nero con qualche sprazzo bianco, nascondo il viso all’ombra del borsalino, ho sempre qualche libro di Camus sotto il braccio, non ascolto altro che chanson francese. Convintissima delle mie idee atee, del mio pessimismo, del disprezzo per l’umanità intera,  della mia nuova vita fondata su solidi anti-valori, all’improvviso mi rendo conto che sta crescendo in me la paura della morte. [Questo futuro si ricollega a quello successivo, quindi possiamo considerarli come uno unico diviso in due.]

Futuro ipotetico numero 3: L’avvenire dell’eterno passato.

♫ Colonna sonora: Arcade Fire – Wake Up

La mia paura della morte è assolutamente infondata, in quanto sono immortale, e me ne rendo conto il 25 ottobre del mio compleanno numero xxx. Tutta la gente che conosco nella mia vita se ne va, chi prima chi poi, mentre io sono destinata a rimanere,  immutabile. Vedo così finire la fase del dopoguerra, che però non è una rinascita ma un degrado: tutto va così male che l’umanità è regredita ai primi anni dell’ homo sapiens sapiens sul pianeta.  E da questo periodo la storia ricomincia ad avanzare, ma attenzione, non semplicemente come ciclo di caduta – ripresa – ricaduta – eccetera, bensì esattamente con gli stessi avvenimenti storici, gli stessi personaggi, le stesse esatte guerre che erano avvenute prima della mia nascita. Io, essendo immortale, rivivo ogni volta ogni cosa, finché si arriva al 25 ottobre dell’anno xxx (che nella mia nuova concezione temporale marca il passaggio di un anno, in realtà è astronomicamente un lasso di tempo molto superiore) e tutto ricomincia di nuovo. Decido di andare per il mondo e incontrare vari personaggi famosi: Eleonora d’Aquitania, Giulio Cesare, Tesla, Pertini, Laurence Olivier. Solo che ad ogni nuovo ciclo loro sono sempre gli stessi, e se la storia della mia vita eterna è sempre così uguale e ripetitiva, immaginatevi cosa può essere affrontare una giornata di 24 ore. Decido allora di divertirmi un po’ vendendo pozioni a chi ne ha bisogno. Dopo aver trasformato qualcuno in formichiere, qualcuno in cassonetto e qualcun altro in scheletro, la noia esistenziale torna ad assalirmi: ho conosciuto tutte le figure storiche, conosco ogni angolo di mondo, so tutto e ho già vissuto tutto. Ho perfino vinto la paura del free-climbing, tanto mal che vada mi schianto, ma che fa? Sono immortale. Allora penso: qual è uno degli animali che vive meno? C’è un tipo di farfalla che svolazza per un solo giorno e poi muore [ephemeroptera]. Mi metto all’opera, e dopo qualche secolo (anno? giorno? mese? boh.) riesco a creare la pozione per trasformarmi proprio in quella specifica farfalla. La noia, nel cercare tutti i fiori del pianeta sbocciare ciclo dopo ciclo, sparisce definitivamente.

Fine dei deliri. Ciao.

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

La seconda parte delle mie avventure sulla PilloleMobile.

23 lunedì Lug 2012

Posted by LadyLindy in Colonna sonora, Pensieri di sfuggita

≈ 36 commenti

Tag

anni '60, beirut, bow wow wow, guida, i want candy, it's cold outside, lana del rey, Le avventure sulla PilloleMobile: facciamo tutto for the LULZ, macchina, nantes, national anthem, patente, rock psichedelico, the choir

Bene. Dato che questo blog ha ormai preso definitivamente una deriva frivolissima (che dite, mi metto a fare la fescionblogghe pure io?), non vedo cosa mi impedisca di continuare su questa linea, più consona alla deliziosa coglionaggine adolescenziale – per fare la trentenne metafisica avrò tempo finché vorrò (quest’ ultima frase mi ricorda molto quel militare che diceva “Dormire? Avrete tempo quando sarete morti!”).

Saprete, se non altro perché vi sto ammorbando fino allo sfinimento coi miei potenti mezzi tecnologici, che la sottoscritta sta faticando assiduamente per guadagnarsi la patente. E con “faticando assiduamente” intendo, ovviamente, creare la compilation agile e tranquilla da ascoltare a palla come una tamarra quando sarò agile e tranquilla alla guida del bolide. Mi sono impegnata tantissimo, e in un lampo di inconsueta magnanimità ho deciso di condividere con voi una parte dei frutti del mio duro lavoro. Perché poche canzoni sono così adatte alla guida spensierata come quelle che vado ad elencarvi. (Passate il cursorino sulle immagini, non lo ripeterò mai abbastanza)

Ma non è finita. Cosa sarebbe un buon CD per la macchina, senza un figherrimo nome per la macchina stessa? Provvisoriamente ho deciso di indicarla, in onore dei miei lettori, con il nome di PilloleMobile. Ma mi serve qualcosa di più corto, amichevole, quotidiano, da poter usare scorrevolmente nelle imprecazioni, che stia bene dopo una frase tipo “Oh, oggi mi metto proprio a guidare xxx, quella buona, vecchia carretta!”. Mi affido con tutto il cuore a voi, perché possiate aiutarmi in questo difficile compito.

Intanto, una volta completato un abbozzo di questi due immani compiti, mi sono presentata davanti a mio padre dicendo che ero a buon punto, avevo la musica e un nome provvisorio per la vettura – omettendo qualsiasi lieve accenno a studio, manuali, segnali stradali (anzi: pitture rupestri) e robe del genere. Il degno genitore ha alzato un sopracciglio, mi ha guardato come il maestro Shifu guarda il panda Po all’inizio dell’addestramento, e ha deciso che bisognava mettermi al volante. Ora arriverà il resoconto che vi ripagherà finalmente di anni e anni passati a leggere i miei post. Ora sì che potrete farvi un’esatta idea della schizzoide della quale leggete i blaterablatera sul vu vu vu. Preparate i popcorn al formaggio, stendete il tappetino, mettetevi comodi  e godetevi una puntata di: “Le avventure sulla PilloleMobile: facciamo tutto for the LULZ“.

[Sappiate che con questo sacrificio, fatto per amor vostro e di cronaca, diventerò definitivamente lo zimbello dell’universo internettaro. Se mai avrò dei figli, impedite loro di leggere quanto vado a descrivervi.]

Area desolata, dove NESSUNO potrebbe mai rischiare la sua incolumità, e soprattutto percularmi. Sono tesa come un cavo della luce teso. Mio padre comincia a spiegare tutta la parte meccanica della macchina, perché ha aspettato 18 anni per poter finalmente farlo: lo scopo della sua vita è raggiunto, è come un ricercatore che da 18 anni aspetta di poter declamare il discorso d’accettazione per il Nobel in chimica. Fra termini specialistici vari, ho la ricettività e l’intelligenza vitale di un paguro bernardo spappolato dal becco di un gabbiano.

Ecco che cominciamo con la parte pratica. Cintura. Frizione. “Spingi il pedale fino in fondo”. Tutto bene. Guarda come filo liscia. Posso fare il casting per Fast and Furious. Metto il cambio dal folle ad una dignitosa prima. Da qualche parte bisogna iniziare. Sono potente, magari facciamo il remake di Caccia al ladro con le sfrecciate di Grace Kelly per i tornanti di Monaco. Non c’ho mica paura io. Peccato che abitiamo in pianura, mi mancano i tornanti, rendono tutto più emozionante, potevamo fare la prima guida in un’autostrada panoramica, non c’ho mica l’ansia io. “Adesso premi il gas”. Certo. Come no. Ecco che premo fino in fondo il…

WHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM.

Porc.

Porca.

Porca di quella.

“Ehr… lo sai che mi stavi per far saltare i pistoni?” (Mio padre dixit)

Ah. Ecco. Ecco cos’era quel rumore da ciclope risvegliatosi dopo aver ricevuto un palo nell’occhio. I pistoni. Vabbè, fa niente, magari la prossima volta ditemelo che il pedale del gas è abbastanza suscettibile. Lo posso capire, anche io ho i miei momenti di rabbia a volte, basta che ci mettiamo d’accordo, perché in questo momento sta passando per la via presunta deserta un’allegra famigliola con tanto di passeggino e bimbetto puffettoso. Mentre io traccio tranquillamente una traiettoria a zigzag lungo la strada.

“Andatevene!” “Salvatevi la vita!” “Non sapete cosa state facendo!” “Vostro figlio è un bambino innocente!” grido in preda al panico, mentre il mio santo piedino si dirige inconsapevolmente verso il pedale di mezzo, producendo una frenata che salva la pelle a ben tre persone contemporaneamente, più la fedina penale mia e del mio maestro Shifu. Mi sento Giovanna d’Arco e Florence Nightingale messe assieme: soldatessa del motore e salvatrice di vite.

Ed è così che ci troviamo, provati dall’esperienza, dentro un’automobile frenata in mezzo alla strada. Proprio nel momento in cui mio padre, riflettendo sull’obiettivo a cui ha dedicato la sua preparazione durante la mia infanzia, butta l’occhio sul freno a mano. Tirato. Dall’inizio della guida.

“Figlia mia, non so come dirtelo, ma… mi sono dimenticato di togliere il freno a mano prima di iniziare.”

Da questo ho capito un’importante lezione: il gas funziona sempre troppo, il freno a mano troppo poco.

TRUE STORY.

THE END.

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Quando viene Dicembre (il cervello poverello)

02 venerdì Dic 2011

Posted by LadyLindy in Colonna sonora, Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita

≈ 32 commenti

Tag

dicembre, Erbolario, frank sinatra, il barbiere di siviglia, jane austen, let it snow, lettera, libri, matrimonio, Natale, neve, ORA DOVREI ESSERE A STUDIARE, regali, scuola, shopping, shopping compulsivo, stressata fino ai capelli, vacanze

Gente, sono ufficialmente entrata nel clima dicembrino dell’attesa. Attesa per non so bene cosa, a dire la verità, dato che non trovo più il lato religioso di niente. Io stessa non credo più nella religione. Ma voi che mi leggete da tanto tempo, ormai mi conoscete e ne avrete le banane piene delle mie sproloquianti dissertazioni teologiche. Sarà la crescita.

Ma un nuovo periodo di GROSSE GROSSE COLLABORAZZZIONI (cit.) si apre davanti a noi: le prime collaborazioni di cui posso darvi anticipazioni sono quelle coi libri scolastici (ayeah), ché qui ogni giorno siamo sotto test. Fra un Cartesio spalmato qui, una traiettoria infilata là, ormai nella mia testa c’è un intero album degli Avalanches che va a manetta. O se preferite, citando Il Barbiere di Siviglia, “Mi par esser con la testa in un’orrida fucina, dove cresce e mai non resta delle incudini sonore l’importuno strepitar/ Alternando questo e quello pesantissimo martello fa con barbara armonia muri e volte rimbombar/ E il cervello, poverello, già stordito, sbalordito, non ragiona, si confonde, si riduce ad impazzar“.

In compenso sento un terribile bisogno di rifarmi il guardaroba. Mi sembra di vivere nell’edizione autunno/inverno della terza media. Ma fra poco avrò la mia terribile vendetta del vascheggio! (Tale vendetta ha già avuto un glorioso inizio, quando con incedere cruento -cit.- mi sono sbizzarrita a comprare qualsiasi cosa mi capitasse sottomano nel magico mondo dell’Erbolario. E ho scoperto che probabilmente finirò con lo sposare una loro linea di cosmetici, forse proprio fra quelli che fanno uscire ogni anno a Natale).

Già, il Natale. Ovviamente anche quest’anno sarò un’orrenda consumista (e già vi ho introdotto l’argomento), rinforzata dalle mie recenti convinzioni agnostico-eretico-blasfemo-miscredenti (e già vi ho introdotto l’argomento). Regali, a me! Compratemi LIBRI! Tanti, tantissimi libri! Voglio che le pagine mi sommergano e mi escano dalle narici! Voglio dormire su un letto di tomi! Voglio un marito che, come unico requisito, sia capace di montare le mensole per i miei LIBRI! Non chiedo poi tanto.

Se poi abbiate anche voglia di aggiungerci un viaggetto (sì, ancora, non bastano mai), qualche soldino, un intero guardaroba nuovo… sarebbe maleducato rifiutare. Ah, e un’altra cosa. Smanio per ricevere una bella lettera scritta a mano. Con la carta da lettere colorata a tinte pastello, un fiorellino secco, qualche goccia di profumo… e una calligrafia svolazzante alla Jane Austen. Possibilmente di molte pagine. Que saudade.

P.S. Ho pure voglia di neve. Quindi non ho tardato a metterla sul blog. Enjoy!

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

My soul is painted like the wings of butterflies.

24 mercoledì Nov 2010

Posted by LadyLindy in Colonna sonora, Telegraficamente

≈ 4 commenti

Tag

anniversari, Freddie Mercury, miglior cantante di sempre, musica, Novembre, Queen, rock, testo, the show must go on, video

24 Novembre 1991 – 24 Novembre 2010

Rendimi ricca e famosa. Condividi!

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

informazione sui cookie

Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento leggere la sezione Cookie Policy nel menu, oppure leggere la Privacy Policy di Automattic. Privacy policy QUI

Pillole di cinguettii

  • Back in the sky and leaving Papua New Guinea .. will tweet when flying over Howland Island ✈️💛 5 years ago
  • India ➡️ Burma ➡️ Thailand ➡️ Singapore ➡️Indonesia Busy bee ... decided to take a 3 days off 5 years ago
  • Pilot, so proud Circumnavigation I go Loving my life now https://t.co/M59au4bm00 5 years ago
Follow @LadyLindy_

Inserendo qui sotto la tua e-mail, la tua anima verrà risucchiata e ti arriveranno triliardi di notifiche quando scrivo un post. Entra anche tu nelle anime perdute degli impillolati!

Unisciti a 819 altri iscritti
Read the Printed Word!

Puoi leggermi anche qui:

Clamm Magazine

Member of The Internet Defense League

Saint-Just scatena il Terrore contro i troll!

Archivi

Quanti impillolati?

  • 168.186 dal 9 Maggio 2010

Gli impillolati on air

Data Rivoluzionaria

Pillole Networks

Follow on Bloglovin Follow Me on Pinterest

Pillole di lettura

aNobii
Visit my shelf
Licenza Creative Commons
Vita In Pillole by LadyLindy is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Protected by Copyscape Plagiarism Check
Il blog Vita in Pillole utilizza i cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Navigando comunque in Vita in Pillole acconsenti al loro uso. Clicca su esci se non sei interessato.INFORMATIVAESCI

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • Vita In Pillole
    • Segui assieme ad altri 167 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Vita In Pillole
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...
 

    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: