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Agota Kristof, alessandro d'avenia, Amadeus, Constanze Mozart, constanze weber, critica, Dan Brown, Jovanotti, oggi gira così, polemica
Caro popolo di impillolati, lo so che avrei dovuto postarvi qualcosa di deliziosamente storico oggi. Ma vogliate perdonarmi, ho sentito l’impulso di buttar fuori quello che penso in un post che non c’entra proprio una beata fava.
Per farmi perdonare, se non l’avete già letto, ecco qui il mio articolo su Constanze Weber per Clammmag (prima parte della mia personalissima trilogia, ché a me Agota Kristof fa un baffo, ché alla fine son troppo buona io, e ve li farò tutti e tre i post, tesori cari, eravate troppo indecisi per votare).
E il primo avviso l’ho dato.
Passiamo al secondo: questo post sputerà veleno. Sarà cattivo. Polemico, tanto per cambiare. Perché io sono in un periodo di transizione-barra-cacca-eccetera, perché non capisco come cavolo sto impiegando le mie giornate, perché tutto mi sembra dannatamente inutile e vorrei soltanto starmene a letto piuttosto che vedere certi vermi purissimi, perché sono circondata da mediocrità (“Intercedo per tutti i mediocri del mondo. Io ne sono il campione, e anche il Santo Patrono. Mediocri, ovunque voi siate, io vi assolvo… io vi assolvo… tutti!” – cit.): quindi ho voglia di prendermela (costruttivamente, o forse no, decidete voi) proprio con alcune cosucce di questo mondo, che secondo me sarebbe meglio se nel suddetto mondo non ci fossero.
E se qualcuno si azzarda a blaterare le solite cose sul “fare di tutta l’erba un fascio”, faccio un fascio con lui e me lo fumo. Anche se odio il fumo. Ma tant’è. Ora inizio, lo giuro.
Ecco, sono profondamente convinta che l’Italia si trovi, in questo periodo, un po’ nella mia stessa situazione – vedi un po’ più su, quando parlavo di transizione-barra-cacca. E allora che fare? Do la stessa risposta che ho dato a me stessa: ci vuole un profondo rinnovamento, soprattutto nella popolazione stessa. Da dove iniziare? Dalla cultura. Piccola proposta mia: aboliamo la falsa cultura. Aboliamo il cibo per lobotomizzati, a cui piace solo quello che piace a tutti. Volete nomi e cognomi? Io abolisco dal mio mondo Dan Brown. Io abolisco i libri di Fabio Volo (state calmi, sostenitori del suddetto, non ho mica proposto una Bebelplatz 2.0, d’altronde Volo stesso non è mica Bertold Brecht), con le sue perle di saggezza tipo “Io ti sento. Ti sento sempre, anche quando non ci sei.” o “L’amore è come la morte: non sai mai quando ti colpirà“, che farebbero impallidire Mister Ovvio. Io abolisco Allevi, apologeta di se stesso auto-mitizzatosi, un uomo che si limita a suonare il pianoforte come lo sanno suonare migliaia di musicisti in qualsiasi conservatorio, ma osannato in qualità di supergenialissimo nuovo-Beethoven-nuovo-Wagner-nuovo-mianonna. Io abolisco, e qui farò svenire metà dei lettori per la collera, anche Jovanotti! Sissignori, pure lui, in quanto da postadolescente che scrive TATATV1MDB si è riciclato come nuovo oracolo new age per ventenni “in cerca di loro stessi”, improvvisamente diventato coltissimo, e le stelle e la notte e i desideri e guardate come sono pazzerello e la donna creatura perfetta, e bla bla bla.
Questi, siore e siori, possono piacere o non piacere, e io vi dico solo il mio parere (giacché siamo nel MIO blog e non vige alcuna regola democratica, ma tanto ci siamo già abituati nella vita reale, no?). Però io trovo solo una parola per riassumere quello che esprimono ai miei occhi: mediocrità. Uno che scrive e lo fa senza alcun talento. Uno che suona senza essere speciale in alcun modo, anzi, con un personaggino più falso delle monete da tre euro portato avanti a suon di marketing. L’altro, che per una canzone sopportabile ne sforna mille banali, raggiungendo il vertice massimo della sgradevolezza quando si atteggia a originalissimo fricchettone ggggiovane.
A tutti costoro, rispondo così: K419. Non sono impazzita. Traduco, e notate bene il titolo:
Un capitolo a parte merita un certo Alessandro D’Avenia.
Lui non è mediocre, lui va trattato con più attenzione perché non voglio essere ingiusta. E’ venuto a parlare anche nella mia scuola, e in quell’occasione mi è fondamentalmente piaciuto, soprattutto perché si è trovato a dover discutere di professori proprio davanti ai suoi colleghi (coraggioso a mille). Ha un bel modo di fare, e quell’aria da mezzo hipster stile Chris Martin che ultimamente fa molto presa fra noi gggggiovani. Se vi interessa, ha anche un blog che potreste leggere per farvi un’idea. Però, sfogliando i suoi libri (fra l’altro, scritti per un target del quale sono fiera e inorridita di far parte), sono giunta ad una conclusione: bellissima filosofia di vita, come ha detto qualcuno su anobii, immagini carine, pennellate di descrizioni che fanno presa sul martoriato pubblico di (e daje!) gggiovani, ma… ma… oltre questo? Perché infarcire un romanzo di concetti che ti incantano se sentiti in una conferenza, ma ti fanno cariare tutti i denti se scritti in un contesto diverso? E poi diciamolo, lui appare come il classico prof amicone che tutti vorrebbero avere. Caro D’Avenia, glielo dico in sincerità, io la stimo umanamente (a differenza dei soggetti citati sopra) e non credo che i suoi alunni sarebbero d’accordo con me, ma la mia critica è puramente “letteraria”, dal punto di vista di una lettrice: lo stereotipo del John Keating stile L’Attimo Fuggente è veramente abusato, la pretesa di essere poetici in ogni singola parola è pesante e anche un po’inappropriata, se posso permettermi, perché primo non siamo tutti Schiller, secondo non è che in una sporta fluttuante sul mare devo per forza vederci una profonda metafora dell’inquietudine della vita nella gioventù in questi barbari tempi d’individualismo e supercazzola infinita. A volte, una sporta sminchiata sul mare è una sporta sminchiata sul mare. I suoi libri sono senza trama, direi che si possono definire un puro esercizio di stile con contorno di idee rubacchiate qua e là (le protagoniste femminili del suo primo romanzo si chiamano Beatrice e Laura, oooh, ha fatto la citazione colta!), giusto per dire ad un adolescente quello che vuole sentirsi dire. E quindi, un bravissimo professore, un oratore esperto che ti sa prendere quando parla, ma uno scrittore buono per il traget fabiovolesco/jovanottesco di cui prima. Pace e amore. Quando ce vo’ ce vo’.
Secondo me al giorno d’oggi prolifera tutta questa spazzatura perché la gente non ha voglia d’impegnarsi, ha voglia di una letteratura/musica d’evasione, che sia facile da leggere o ascoltare e non richieda il minimo impegno, insomma come quando scegli un giornale per andare in bagno: non prenderai mai L’Internazionale ma sceglierai preferenzialmente una cosa frivola, come un TuStyle.
E la vita di tutti sta diventando come un eterno andare al bagno, purtroppo.
baci piccola
hahahaha la tua metafora della vita-cesso è geniale! Quando sono arrivata a leggere a metà del commento ho pensato “e infatti ormai andiamo tutti costantemente in bagno”, poi mi sono accorta che avevi già scritto esattamente la stessa cosa…! *mente collegata* 🙂
Vogliamo parlare dei Coldplay? No, ma vogliamo parlare della mediocrità di sto gruppo che tutti osannano? A me fan scappare in bagno.
HAHAHA
ne ho sentite parecchie anche su di loro. Il discorso è complesso.
Diciamo che i Coldplay nascono da retroterra indie, ma non l’indie sano, piuttosto una subcultura da middleclass tipicamente hipster. Salvo poi essere ripudiati dagli stessi hipsters che, dopo averli visti su MTV e giudicati ormai mainstream, si sarebbero suicidati pur di ammettere che erano stati loro fan un tempo non troppo lontano. Ma questo c’entra poco con la musica.
Ti dò la mia personalissima opinione, anche in questo caso: i loro primi album non sono male, secondo me…la creatività ce l’avevano tutta, Chris Martin ha una voce particolare che non dispiace, e Viva La Vida contiene canzoni di buon livello. Però, però… l’ultimo album è veramente un puro prodotto commerciale. Non c’è voglia, non c’è ispirazione, non c’è una phawa di niente, e anche loro in questo caso si sono abbassati al target bimbominkia a cui basta avere un paio di auricolari e qualche sintetizzatore per stare in pace col mondo. E’ diventato tutto poppettino banalissimo, e me ne sono accorta dopo aver sentito Paradise (avevo ancora qualche speranza, poi distrutta, con Every Teardrop is a Waterfall).
(ma il tuo nick è una citazione dei CCCP? TANTA STIMA!!!)
Mi faceva andare in bagno il loro primo singolo, mi ci fa andare il loro ultimo. Citazione azzeccata, grazie per la stima! 😉
immensi i CCCP!!! Gimme five!
ah
d’avernia è molto peggio di fabio volo (ovviamente non ho letto neanche una pagina di nessuno dei due)
fabio volo è mediocre, sa di esserlo e non lo nasconde…se la gente compra i suoi libri non è certo colpa sua
il nome mi ha fatto accendere una lampadina e mi sono ricordato di un suo intervento alle invasioni barbariche (che ho appena rivisto) ed è un miracolo che non ho scaraventato il portatile sotto la neve fuori dalla finestra
d’avernia è mediocre (per volergli fare un complimento), con l’aggravante di essere un egocentrico del cazzo, gesuccristo mandato in terra a salvare i giovani disadattati
fabiovolo può essere stimato in quanto imprenditore di se stesso, d’avernia andrebbe solo preso a ginocchiate nelle gengive
HAHAHAHAHAHAHAHAHA salva il tuo pc!!!
Mah, non so, non sono così in intimità con D’Avenia per poter dire se sia egocentrico o no, di certo da quello che scrive anche sul blog emerge un certo autocompiacimento… quello che mi dispiace è che faccia uscire un’immagine altamente stereotipata dei giovani (e i ragazzi stessi si prestano a questa manipolazione), che sono tutti confusi, tutti doloranti, tutti bisognosi di qualcosa che non sanno cosa… magari andrebbero solo lasciati in pace invece di soffocarli con finte attenzioni votate al guadagno.
Questo per quanto riguarda i romanzi, come avevo già detto.
Poi come professore, secondo me, è davvero culturalmente preparato e saprà farsi adorare dagli studenti…
http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i348356
il dibattito è sul porno e lui non fa che parlare di quanto è figo lui che come un novello padre tereso di calcutta salva i giovani dal disagio sociale, dall’anoressia e dall’acne giovanile
che sfigata/to sei!
questo l’ho approvato perché è divertente, finalmente ho dei troll anche io!!! FUCKYEA! 🙂
Il tuo post, oltre a possedere tutte quelle squisite peculiarità che rendono l’Autrice speciale, ha un pregio per me particolare: mette a nudo la mia ignoranza, in ambito musicale e non solo..:)
Non sono in grado di poter giudicare le capacità artistiche di Jovanotti e le esecuzioni musicali di Allevi. Da profano insipiente, vado ad orecchio, e devo dirti che condivido in massima parte il tuo giudizio ed il tuo “sfogo”.
In tutta sincerità, non conoscevo invece Alessandro D’Avenia. Così ho dato un’occhiata in giro (il blog e citazioni varie), tanto per farmi un’idea minima… Decisamente non rientra nei miei gusti “letterari”: molte ovvietà confezionate in maniera accattivante, che sembrano parafrasare furbescamente i pensierini di Paulo Coelho (successo di vendita garantito!); una metrica stilistica che sembra mancare di quella musicalità capace di far vibrare le parole; una prosa volutamente semplice per venire incontro a certe inclinazioni adolescenziali, cullando una pseudo-spiritualità (un po’ new age) dalle venature esistenzialiste ma dalla semantica incerta, che promette molto ma rivela poco.
Naturalmente, le mie sono impressioni personalissime e senza alcuna importanza, che lasciano il tempo che trovano.
P.S. Ho letto l’articolo dedicata a Constanze Weber e l’ho trovato ben costruito con una particolare attenzione agli aspetti “tecnici”, da parte di colei che evidentemente sembra ben conoscere la Musica e sa addentrarsi con cognizione tra le pieghe dei pentagrammi…
Forse però avresti potuto dilungarti di più sugli aspetti biografici, potendo giocare maggiormente sui collegamenti storici e culturali, che sei perfettamente in grado di gestire nell’ambito di una esposizione complessa.
ma lo sai che ogni volta che vedo il tuo mitico avatar-gattino assassino fra i commenti sono felicissima? Perché sono sicura di trovare interventi intelligentissimi, acuti, che mi spronano sempre di più a scrivere le stupidaggini che scrivo e a credere nelle cosette in cui credo.
Ovviamente, spero si sia capito che anche le mie erano semplici opinioni personalissime, infatti penso di non avere poi così tanta cultura musicale in più di te o altra gente: semplicemente ascolto assolutamente di tutto, senza paraocchi, e ho una grande curiosità per questa forma d’arte così meravigliosa. Voglio farmi l’orecchio, come si dice, e magari dare qualche sbirciatina ai pentagrammi per quel poco che capisco 🙂
PS. Grazie per aver letto l’articolo! E grazie anche per i consigli interessanti, avevo pensato anche io di mettere qualche cenno biografico in più, ma avevo paura di appesantire uno scritto che da “linea editoriale” doveva occuparsi più dettagliatamente di musica… comunque terrò presente per il futuro! Baci 🙂
Un solo appunto: Tu non scrivi assolutamente “stupidaggini”… 🙂 anzi!
ti raddoppio i baci 😆
Ma che bella cosa le sfuriate! No, non ti sto prendendo in giro, dico sul serio. Perché infuriarsi per le cose vuol dire crederci davvero. Significa non essere passivi ma anelare ai cambiamenti, lottare per ciò che vale. Se poi la sfuriata è nei confronti della mediocrità non può che trovarmi d’accordo 😉
oooh molto bello il tuo commento, davvero effetto balsamico! Diciamolo una volta per tutte che incavolarsi fa anche bene!!!
Grazie carissima
ehm
http://stb-09.blogspot.com/2011/02/mediocrita.html
OMMIODDIO
un mio gemello?
Abbiamo la mente collegata
Ok, ho paura di scrivere un qualsiasi commento perché temo di farti infuriare. Non perché la pensi in modo diverso da te, ho paura e basta. Non chiedermi perché.
Degli scrittori di cui hai parlato conoscevo solo D’Avenia; tempo fa seguivo il suo blog, poi mi son stufata. Quanto ai nomi nel libro, hai ragione: l’ho letto circa un anno fa e non ho saputo collegare Laura a Petrarca, ma mi ero chiesta anch’io perché si chiamasse proprio Beatrice l’altra, con tutti i nomi che esistono. Detto ciò, non avevo (e non ho) un senso critico e d’osservazione come il tuo, e il libro mi è sembrato carino.
Dei musicisti, Jovanotti mi sembra banale, Allevi un po’ troppo pieno di sé.
ma non ti devi mica mettere paura, a parte che io mi infurio per un miliardo di cose e poi mi dimentico tutto… stai sicura che esistono problemi molto più gravi 🙂
E poi quel libro è pur sempre “adatto” alla tua fascia d’età…anche se alcuni credono che sia anche per adulti.
Quello che tu chiami “senso critico”, comunque, in realtà è solo la mia acidità e il mio malumore. Ehm.
Ma che bel post.
Grazie mille per il commento e buon fine settimana 😀
CIAO!!!
grazie mille carissimo, viva i tuoi fumetti 🙂
ho letto il blog di d’avenia, ma non ho ancora dato una chance al suo libro. le conferenze però sono sicuramente molto interessanti, le ho apprezzate.
un big YES alla questione di fabio volo: una mia ex collega mi aveva consigliato un libro e l’ho abbandonato a metà perché mi sembrava che mi tirasse addosso il diabete.
ma tutta questa negatività alla tua gggiovane età non ti farà male? già hanno cambiato la formulazione dell’earl grey e tutto va in malora, se anche i ragassuoli perdono la positività che rimane? un earl grey che sa troppo di agrumi e dei giovani acidi [N.d.A. non che tu lo sia.. mi serviva l’aggettivo acido così facevo un pun con gli agrumi ahahahah].
per tirarti su di morale, se bazzichi in zona bolognese domani ti consiglio di fare un giro al mercatino dell’antiquariato di piazza santo stefano. oggi ci ho comprato una deliziosa tazza degli anni ’40 che farà parte del mio corredo (sì, ho un corredo LOL) e avrebbe tirato su la giornata di chiunque. inoltre, fino a domani al comunale c’è il balletto di mosca che fa il lago dei cigni 🙂
carissima, me lo chiedo spesso se la mia scintillante joie de vivre non sarà un po’ dannosa. Chissà a 50 anni come mi trascinerò. 🙂
Comunque penso che il cambiamento della formulazione dell’earl grey sia parte integrante del problema.
E sto già adottando tutte le contromosse possibili: scrittura acidosa, film, libri, dolciumi, cibo di varia bontà… ii tuoi consigli sono apprezzatissimi, grazie per come ti preoccupi per me sorellona! xDDD
e allora ti citerò quella grande di maggie smith aka violet la contessa di grantham: “don’t be defeatist, dear, it’s very middle class”.
e ohhh *-* è da tanto che voglio una sorellina!!! l’ho trovata!!! 😀 XD
hahahahahaha sei una grande tu che l’hai citata! (comunque, cara sorellona, questo è il mio momento preferito:)