
W. A. Bourguereau, Tentazione, 1880
Premessa numero uno. Non ho mai avuto occasione di sopportare i bambini. Cioè, mi piacciono se li devo vedere in fotografia o starci qualche minuto. Ma me ne sono sempre fregata di pedagogia, psicologia infantile et similia. Particolare che avrebbe dovuto farmi riflettere sulla riuscita effettiva della mia missione kamikaze, oltre che sulla mia nascosta (ma non troppo) natura di insensibile ed egoista mostriciattola. Purtroppo, come ormai saprete, sono specializzata nel voler provare quelle cose che so già mi creeranno grossi problemi – altri direbbero “nel complicarsi la vita”. Quindi, cosa c’è di meglio di un meraviglioso stage all’asilo, che mi impegnerà tutto il mese, immersa nelle creature dai 3 ai 6 anni?
Premessa numero due. La sera prima del giorno x, ovvero l’inizio dello stage, ho avuto un’altra brillante idea delle mie. Ma non potevo evitarlo. Voglio dire, quando mai capita che vicino al tuo paesotto d’Inculandia ci sia il megaconcerto del Michele Salvemini più famoso d’Italia, il rapper più bravo dopo Caparezza? Io nell’attesa ero in uno stato di eccitazione a scatti.
Comunque, andare ad un concerto, e in particolare a quel concerto, non è che sia come recarsi al club degli Amici Del Libro a sorseggiare Tè Darjeeling. Quindi la mattina dopo, con ancora negli occhi l’euforia, ho iniziato l’esperienza avendo dormito circa 5 ore (che per me non sono molte, soprattutto in estate), con due occhiaie che sembravano macchie di nero di seppia, una vitalità da sogliola morta e voglia di impazzire coi cinni pari a quella di buttarsi in un letamaio leggendo un qualsiasi libro di Nicholas Sparks.
Fatto sta che, rinfrancata dai vari intoppi burocratici di rito in questo triste mondo, ho dato il via alle danze. I bambini sono esseri interessantissimi da osservare. Appena mi hanno vista, non hanno perso tempo a studiarmi: hanno cominciato a raccontarmi il loro intero universo, con piccole frasi che iniziavano tutte con “Lo sai che…”. Ho provato una sensazione assurda di potere nel vedere in loro il terrore e la mortificazione quando dicevo, con voce ferma e severa, “Altrimenti mi arrabbio sul serio”. Mi prendono molto seriamente e io ho un’autorità che nemmeno mi sognavo – la regina Elisabetta I degli under 6.
In questo stage ancora in corso – quindi certe cose ve le scriverò dopo averlo finito, o ho paura che il blog avrebbe presto firmata la sua condanna a morte – sto ricoprendo varie cariche di responsabilità, come: cameriera, idraulico, carpentiere, sarta, baby-sitter (che va ben oltre l’educatrice), animatrice. A proposito, cominciano a frullarmi in testa in modo preoccupante certe canzoncine di una stupidità aberrante: “Un elefante si dondolava/sopra il filo di una ragnatela/e ritenendo la cosa interessante/andò a chiamare un altro elefante“. La melodia va avanti all’infinito con il numero degli elefanti, ripetendo le stesse parole in loop, senza che quella maledetta ragnatela si spezzi mai e inculcando nella mente dei pargoli idee strane sulla fisica e sulla legge di gravità.
Ciò considerato, quando mi hanno chiesto se sapevo qualche canzoncina per tener calmi i bimbi, ho pensato per un attimo di proporre Cartoni Animati Giapponesi degli Elii, con i più poetici e consoni versi Sono un ragazzo e mi alleno come un pazzo/con le ragazze di tutte le stazze/pratico l’anal e l’arte del bondaggio/come si vede nel mio cortometraggio. E anche per farli addormentare, dico seriamente, trovo sia molto meglio Rocket Queen dei Guns’n’Roses al posto dei soliti, inflazionati, rumori del giardino incantato-fatato-magico-rosa-sbaciucchioso. Un imprevisto impulso di conservazione mi ha impedito di esternare a voce le mie opinioni, piegandomi a cantare con convinzione (e addirittura mimando!) la storiella degli elefanti che sfidano le leggi umane.
In compenso, certe frasi che sto sentendo dai babies mi ripagano di tutto.
“Mi sono sporcato perché io, se mangio la cocomera, poi mi cola tutta.” – Bambino saggio
LadyLindy: “Dove lavora il tuo papà?”
Bimbo (serissimo): “Mio papà lavora a lavorare”
“Da grande farò il pompiere” – Bambino dopo aver visitato una caserma dei pompieri
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Bellissimo il tuo entusiasmo!Io saró educatrice professionale tra qualche mese..e in una cosa devo discordarmi da una tua frase..e cioè che far la baby sitter van ben oltre l’educatrice.Scusa ma non è così.Certo far la baby sitter è un lavoro di responsabilità,l’ho fatto molte volte.Ma essere un educatore va ben oltre!Hai a che fare con realtà ben diverse da quelle cui va incontro una semplice baby sitter.Lavori in un mondo totalmente diverso e carico di rapporti particolari con gli utenti,persone eccezionali(bambini e adulti!) che peró non possono essere trattati o seguiti da semplici baby sitter.Scusa la mia specificazione,ma purtroppo oggi si fa troppa confusione con i ruoli,tutti pensano di essere educatori,e per questo la mia categoria non vien considerata come è giusto che sia.Gli studi che ho intrapreso non son stati semplici,ma utili per la mia futura professione di educatrice.
grazie per la puntualizzazione 🙂
Sarai… tra qualche mese il tuo parere cambierà. L’educatore professionale fa a tempo pieno quello che il baby sitter fa per alcune ore. I bambini in situazioni di disagio non vengono certo lasciati “in mano” solo agli educatori. Tra consulenti, psicologi e psichiatri infantili, medici, direttori, referenti e genitori o tutor, l’educatore professionale è l’ultima ruota del carro.
Questo non vuol dire che non sia un bel lavoro, l’ho fatto per alcuni anni ed è molto stimolante.
Per il resto, le grandi fatiche per diventare educatore professionale mi sembrano un po’ cinematografiche. Suvvia, basta con queste esagerazioni.
Bello il post, molto divertente… mi iscrivo per seguirti =)
Sarai… tra qualche mese il tuo parere cambierà. L’educatore professionale fa a tempo pieno quello che il baby sitter fa per alcune ore. I bambini in situazioni di disagio non vengono certo lasciati “in mano” solo agli educatori. Tra consulenti, psicologi e psichiatri infantili, medici, direttori, referenti e genitori o tutor, l’educatore professionale è l’ultima ruota del carro.
Questo non vuol dire che non sia un bel lavoro, l’ho fatto per alcuni anni ed è molto stimolante.
Per il resto, le grandi fatiche per diventare educatore professionale mi sembrano un po’ cinematografiche. Suvvia, basta con queste esagerazioni.
Bello il post, molto divertente… mi iscrivo per seguirti =)
purtroppo sono entrata (e uscita) in questo mondo solo da pochissimo, ci vogliono anni di esperienza e quindi io non sono la persona più adatta per fare delle considerazioni sull’argomento – ma di certo c’è chi saprà risponderti!
Grazie mille dei complimenti e benvenuto nel mio piccolo spazio…sono onorata! xD
Scusa ma per fortuna non son del tuo parere e per fortuna non sono una che si scoraggia e che crede fermamente in ciò che fa.Però non voglio annoiare Lady Lindy con i miei discorsi proprio sul suo blog.Quindi chiudo qui.Il bello della vita è che ognuno di noi è diverso no?Altrimenti fossimo tutti uguali ci annoieremmo a morte.
Buona serata a tutti.
ma non annoi nessuno! Se c’è una cosa bella dell’avere un blog è ospitare tutte le persone beneducate e competenti come voi che dicono il loro parere con civiltà. Siete voi lettori a tenere in vita questo posto! Se non mi leggeste e non mi commentaste, che ci starei a fare? 🙂
Non volevo per niente essere sgarbato e mi scuso se lo sono stato. Fare l’educatore è un lavoro bellissimo, ricco di emozioni e arricchisce. Io ci sono arrivato prima come volontario di Servizio Civile e dopo un corso di un anno come educatore professionale. E’ un lavoro faticoso, psicologicamente faticoso. Però è un lavoro che si fa in squadra. Se fatto bene è un vero e proprio lavoro d’équipe, per cui non serve molta formazione teorica prima, quanta ne è indispensabile durante. Dire “l’educatore non va confuso con il semplice babysitter” è come creare una gerarchia alludendo a mansioni e responsabilità superiori nel primo caso, a scapito del secondo. Il semplice babysitter tappa i buchi, copre le assenze dei genitori, deve inventarsi un “programma” per il suo bimbo e cercare di intercettare le sue inclinazioni e attitudini (senza il supporto di altre figure professionali). Insomma, fare l’educatore è un mestiere serio, ma diventarlo non comporta grandi fatiche, almeno non quante ne comporta restarlo nel tempo.
Con i bambini poi, bisogna sempre evitare di trasmettere l’idea di un mondo gerarchico, dove lo psicologo vale di più dell’educatore e l’educatore più del portinaio. I bambini vanno educati all’uguaglianza e forse si comincia proprio dal condividere questo valore.
Perdonami ma diventare educatore professionale non significa fare un corso di un anno,io parlo di studi,tirocini,stage,esperienza con i disabili.Ma qui davvero ci addentriamo in un doscorso troppo complicato.Secondo il tuo ragionamento allora un operatore sanitario può tranquillamente fare il medico,oppure gli oss sono infermieri professionali.Oppure magari siccome son appassionata di farmacologia posso tranquillamente lavorare in farmacia..Ho una passione anche per l’erboristeria..ma senza titolo non potrei aprirne una mia e non ci posso nemmeno lavorare sai?
“Dire “l’educatore non va confuso con il semplice babysitter” è come creare una gerarchia alludendo a mansioni e responsabilità superiori nel primo caso, a scapito del secondo.”
Ma esiste una gerarchia,perdonami ma è così.Una baby sitter non è un educatore!!Una baby sitter non ha competenze in merito alla disabiilità,al come si può aiutare una persona disabile o cmq con problemi,a persone da riabilitare,bambini con problemi di dislessia,disgrafia,e altri problemi di apprendimento!Quello di cui parli tu è assistenza alla persona,ben diverso.
“Fare l’educatore è un lavoro bellissimo, ricco di emozioni e arricchisce. Io ci sono arrivato prima come volontario di Servizio Civile e dopo un corso di un anno come educatore professionale.”
Scusami ma il titolo di educatore professionale si consegue con la laurea triennale in scienze dell’educazione e della formazione.
Poi son convinta che tutti nel proprio lavoro con i bambini in un modo o nell’altro facciano quasi educazione..ma essere educatore è altro.
C’è una tale confusione nei ruoli e me ne dispiace tanto.Io sto studiando tanto,il mio percorso di studi conta 36 esami,alcuni più importanti altri di cultura..Ma la formazione che poi abbiamo non è la stessa di quelli che fanno uno stage di qualche mese o dei corsi di un anno.Sarebbe come dire che un laureato in scienze politiche è un avvocato..ma sappiamo che non è così.
Però ripeto…è un discorso noioso da fare nel blog allegro di Lady Lindy.
Noi educatori siamo l’unica categoria senza albo,non ci vien riconosciuto niente..pensa se volessi fare la psicologa,penso che senza laurea in psicologia non mi assumerebbe nessuno..A me fa rabbia perchè io adoro quello che faccio a prescindere dal titolo,ma so anche che se son brava e faccio bene il mio lavoro,poi il mio titolo è una sicurezza per i familiari delle persone con cui avrò a che fare.
Vedete..son diventata noiosa..scusatemi.
Buona notte.
Grazie Lady Lindy per l’ospitalità qui sul tuo blog..
Non sei stato sgarbato figurati,è che studiare tanto e poi non veder riconosciuti i miei sacrifici mi spiace molto.Ma son contenta che stiano elaborando la domanda per il nostro albo e finalmente ci sarà meno confusione di ruoli.
Spero capirai il mio punto di vista..lavoro,son sposata e quindi seguo la casa,e trovare il tempo per studiare e portare avanti la tesi non sempre è facile.:-)
oh, che pazienza. non sai come ammiro tutte quelle persone che decidono di loro spontanea iniziativa di educare qualcuno.
e i bambini non li sopporto. ci ho provato. ma non ci riesco. so di non piacere a loro e loro sanno di non piacere a me. sono come i cani. FIUTANO che non ti piacciono. e ne approfittano, iniziando a piagnucolare meschinamente facendo credere a tutti quanti che è tutta colpa tua, quando in realtà sono solo dei subdoli manipolatori.
quindi, complimenti.
ps. la canzoncina degli elefanti all’asilo la cantavo anche io 😀
pps. noto con piacere che sei riuscita con il mio vecchio trucchetto a mettere i link scritti fighi! ^^
anche io all’inizio la pensavo come te, giuro! Mi sarei mangiata il tenerone al pollo pur di non avere a che fare con qualche peste, le mie esperienze passate non sono state esaltanti, ma forse perché erano i bimbi stessi a non essere a posto (anzi no, rettifico, le famiglie – e qui ci sarebbe un tomo da scrivere sull’argomento).
Invece adesso vedo le cose da molteplici punti di vista 🙂
ps. noooooooo! Non dovevi dirmelo
pps. hai visto? Soccia che belli! 🙂
anche io all’inizio la pensavo come te, giuro! Mi sarei mangiata il tenerone al pollo pur di non avere a che fare con qualche peste, le mie esperienze passate non sono state esaltanti, ma forse perché erano i bimbi stessi a non essere a posto (anzi no, rettifico, le famiglie – e qui ci sarebbe un tomo da scrivere sull’argomento).
Invece adesso vedo le cose da molteplici punti di vista 🙂
ps. noooooooo! Non dovevi dirmelo
pps. hai visto? Soccia che belli! 🙂
non dico che magari in futuro non sfornerò un paio di cinni e gli vorrò poi anche bene, ma so che finora nutro grande diffidenza. anche perché non sono sicura in questo caso di voler vedere le cose da un diverso punto di vista, preferisco rimanere nel mio oscurantismo da “i bambini sono il nemico”. hahahha xD
ps. peggio: la cantava pure mio papà.
pps. mo’ socmel, t è rasån XD
c’è una cosa, però, che ho notato: nessuna, e dico nessuna, delle educatrici che lavorano con me ha effettivamente sfornato dei cinni. Cosa vorrà mai dire…??? *si guarda attorno con fare circospetto*
PS. No, cioè, non farmi crollare l’immagine del Papà Con La Valigia. (Però, a pensarci, voi due che canticchiate insieme…che pucciosiiii…no, basta, vado a mettere su un po’ di metal!)
PPS. A tl’avìva dèt! xD
già.. chissà come mai! io indagherei in proposito, se fossi in te!
avevo anche (chissà dove le ho messe) alcune registrazioni mie e di mio padre, nelle quali io avevo tipo 8 anni e una voce da topo di cenerentola, e in cui cantiamo insieme in alcune delle nostre migliori performance, quali “il pescatore” di de andrè versione remix (che implica un fondamentale stravolgimento della trama della canzone in favore di un gatto che cerca di rubare il pesce al pescatore).
bè de andrè è più che accettabile, cavoli! Paragonato all’elefante e a Gigi D’Agostino che qualcuno a caso ascolta…
SAPEVO che con gigi d’agostino mi sarei sputtanata alla grande XD inoltre, non so come questo possa influire sulla tua visione del Papà con la Valigia, ma ti posso dire che in questo momento sta conversando con la tv.
bè, per quello non mi scandalizzo, penso sia una cosa degna delle persone migliori. Io, modestamente, converso amabilmente con qualsiasi cosa (e dal punto di vista egoistico-asociale che mi contraddistingue, spesso è meglio che con le persone): pc, cellulare, ipod in primis. Poi biro,evidenziatori,smalti,vestiti. Ovviamente anche con animali, tipo la famiglia di ricci stabilitasi in pianta stabile nel mio giardino.
Quindi deduco che il Papà con La Valigia è un grande. Aspetta…ma lui lo ascolta D’Agostino????
Al tuo cosa vorrà mai dire potrei aggiungere io che non sempre i figli arrivano quando uno li cerca…e ricorrere alla pma non è un percorso semplice e comprensibile da chi non ci è dentro…scusa se rispondo ora,a distanza di mesi..ma mi sento toccata dall’argomento….
certo, è vero. Però io (che ero già entrata in confidenza con molte delle educatrici) ho chiesto se avessero dei figli, e tutte hanno risposto che erano proprio loro a non volerne.
A bhè,nell’altro post non lo avevi scritto quindi pensavo fosse una tua domanda e basta..per quello mi son permessa di rispondere..Scusa 🙂
Magari le educatrici incontrate erano giovani..o semplicemente non sono affascinate dai bambini quanto lo sono io..Buona giornata.
non preoccuparti! Hai fatto benissimo a scrivere. E mi raccomando, se ti va torna pure quando vuoi. 🙂
Un bacio.
I bimbi son come le piattole..non te li scrolli mai di dosso se ti si attaccano e combinazione.. si attaccano a quelli che non li vogliono, più li scosti e più ti si appiccicano come una carta moschicida.
a.y.s. Bibi
in effetti… poveri cariiiiii *-*
occielo, non posso aver scritto quello che ho scritto. Sto perdendo la mia aura insensibile. Salvami!
Io salvarti?…oddio…lo chiedi alla persona sbagliata..in tutto e per tutto..
Cmq la tua richiesta mi ha fatto ricordare una cosa.forse sei troppo piccola. però ti racconto lo stesso sta cosa che ho visto in tv anni fa.
premesso che il programma era una cavolata pazzasca (isola dei famosi) ma uno dei vincoli del matrimonio è condividere la tv mentre si è a tavola e quindi…
in quel caso sono stato testimone del miglior pezzo di cabert espresso da non professionisti. Interpreti: kabir bedi (il mitico sandokan televisivo) e totò schillaci (centravanti della nazionale). ora..schillaci sarà stato anche un bravo calciatore ma tra lui e l’italiano c’erano delle barriere architettoniche che impedivano il flusso della parola e quindi le sue frasi spesso erano sottotitolate. kabir è indiano e quindi anche il suo italiano si limitava a “avanti miei fidi tigrotti” residui mnemonici della sua esperienza televisiva.
Pe farla breve, i due si trovano in tenda da soli e kabir se ne esce con questa frase (tradotta da me) ; totò perchè non mi insegni l’italiano?
Piano sequenza sugli occhi sbarrati di totò schillaci che con un sobbalzo risponde: chi? io? (e questo senza sottotitoli).
Un pezzo degno dei fratelli DeRege.
a.y.s. Bibi
P.S. scusa se sono stato prolisso..ma meglio prolisso che un prolasso..
PP.SS. di male in peggio..
hahahahahahha! Chi l’avrebbe mai detto che una cagata pazzesca (cit. Fantozzi) tipo quella avrebbe rivelato momenti così (quasi) d’autore! xD
Sono ancora tutta sottosopra! E comunque non sottovalutare le tue capacità salvifiche…
Mmm quindi posseggo doti da taumaturgo…dici che con tali poteri è possibile far sparire l’attuale presidente del consiglio od in alternativa fargli venire una colite pettecchiale virulenta in modo che ogni volta che apra bocca ne esca una cagata pazzesca?
Oppps..scusa…come non detto..questo avviene già..
a.y.s. Bibi
pensavo di più ad un futuro stile romanzo utopico… un Orwell al contrario… ispirato, poi, a Futurama come avevo detto.
Sì, sembra che le tue doti tu le stia già mettendo a frutto…le cagate le dice già…ma ancora deve sparire 😦
In effetti la canzone degli “elefanti che si dondolavano…ecc” non era neanche nella mia hit parade, da bambino.
e quindi ci siamo capiti! 🙂
Io avevo di sicuro alla fiera dell’est, poi le sigle dei cartoni che ogni tanto canto pure adesso nei momenti di amarcord, e quella del cocomero tondo tondo che voleva essere il più forte del mondo, poi c’era il ballo delle streghe, insomma tutta roba figherrima con un minimo di gusto (cioè, influenze timburtoniane, non so se rendo). Mica come quelle robe lì.
Alla fiera dell’est è una di quelle canzoni che non hanno un testo. Cioé si, ce l’hanno, ma data la lunghezza e complessità (almeno per me! XD) del testo originale, finisce che ognuno fa comprare al padre del bimbo quello che gli pare!!
O no?
Dici che succedeva solo a me? ahahah 😉
io arrivavo all’angelo della morte che ammazzava tutti, un finale un po’ splatter ma almeno non mi rompevo le balle. 🙂
Ohmamma! adesso ammetto che mi fai un pò paura. ahahah!
😉
quando ci vuole… xD
vedi che la mia parte oscura alla fine è uscita?
Beh, da una Lady che ha come avatar l’immagine di Lucy Van Pelt era questione di tempo perché la sua parte oscura zompasse fuori! ahahah
Buona serata e a presto! 🙂
“Che carini i bimbi! Sono così teneri, buoni, dolci, paffutelli, così… ♥ ”
Questa era la mia idea sui bambini piccoli. Era, appunto. Lo era fino a quando non sono entrate a far parte della mia famiglia due “adorabili” cuginette combinaguai (più una che, fortunatamente, non è ancora in grado di fare marachelle).
I due angioletti ne hanno fatte proprio di tutte: dallo scarabocchiare il mio disegno di arte da consegnare il giorno dopo a scuola che avevo lasciato stupidamente incustodito sulla scrivania (Ma la prof, per puro sedere, era ammalata!), allo “sgraffignare” i miei Santi elastici per capelli che sono state sufficientemente stupide da indossare come braccialetti, dandomi la possibilità di riprendermeli. Il tutto con l’appoggio dei loro genitori perché “Poverine, sono piccole”.
Tralasciando i miei disastrosi episodi di vita (quasi) quotidiana (fortunatamente le pargolette abitano a un’ora di macchina da casa mia), ti faccio i miei complimenti per essere riuscita a sopravvivere in un branco di mocciosi (scusami il temine) scalmanati e addirittura a ottenere la loro stima! Come ti invidio! 😀
Bacioni
P.s.: Ma non è che qualche bimbo tra i più piccoli porta ancora il pannolino e glielo devi cambiare tu? Oddio, non ti invidio più, eheheh!
allora. Parto dalla fine: NO. Non portano il pannolino, e non ho scelto di andare al nido proprio per quello. Ma – sì, c’è un ma – ho dovuto fare dei bidet a cinnetti che cagano a manetta e poi non sanno come affrontare le conseguenze di ciò che hanno fatto. (Mi è partito il sermo vulgaris, scusa)
Diciamo che riesco a farmi rispettare, e mi piace, poi qualcuno si slancia anche nell’abbracciarmi e darmi bacetti, perché non conosce la mia vera natura maligna.
Le tue cuginette saranno anche piccoline, ma non credo vadano giustificate troppo (attenzione, parla la neo-pedagogista! Rullo di tamburi)… anche perché vanno a fare danni di una certa entità! E chi la sentiva la prof se non si ammalava (le vie della Provvidenza sono infinite)? Ma per curiosità, quanti anni hanno? Tanto per capire come intervenire.
Ok, lo ammetto. Quando non ho nulla da fare rileggo i tuoi vecchi post. (Che onore, eh?)
Il fatto è che mi dimentico sempre di vedere se rispondi ai miei commenti.
Comunque le cuginette hanno rispettivamente (…aspetta, devo fare il conto) quattro e sei anni.
Aspetto diagnosi (si dice diagnosi? Hai capito ciò che intendo, no?).
Ps. che belli quei tempi estivi!
aaawwww tesoro mi commuovo! Vai a rileggere le mie cosette vecchie 🙂
Ma ti vi bi!
Certo che rispondo carissima! Mi hai fatto fare un tuffo nel tempo al caldo mese di luglio…aspetta, io lavoravo come una matta quel mese lì… bah.
Grazie, grazie! xD
Il ti vi bi mi ha fatto scompisciare però, soprattutto adesso che ho appreso la fantastica sigla tv1kdb4e (Ti Vendo Un Kg Di Banane 4 Euro) e mi porta a pensare a qualcosa tipo Ti Voglio Bastonare 😆
Comunque meglio lavorare d’estate che sorbirsi il mio caaaro prof. di matematica e scienze per 9 mesi (però lo dico però come una che non ha mai lavorato eh).
Auf Wiedersehen (adesso mi sono fissata con il tedesco, e peraltro non so scriverlo)
Ps: scusa, a causa mia ogni volta devi perdere un’ora solo per arrivare a questo “antico” post…
ma quando mai! Non mi fai perdere tempo per nulla, perché l’ultimo commento mi appare comunque, a qualsiasi post sia, nella bacheca (iscriversi a wordpress per capire).
Guarda, non mi far parlare di prof o di matematica in questo periodo. Proprio NO. NO NO NO NO!!! 😦
Ecco, buttati nel linguistico per migliorare il tedesco (una bella lingua fra l’altro, non mi pento di averla scelta), e soprattutto per veder svanire tutta la tua vita sociale! 😆
Ok, tralasciamo matematica che è meglio, noi stiamo stressando la povera e Santa Prof. di Lettere perché lei – sì, lei che non c’entra un beato accidente! – ci risolva i problemi con il suo collega senza che il collega venga a conoscenza dei problemi che abbiamo con lui.
Veder svanire tutta la mia vita sociale? No, no, mi preoccupi! Spieghi per favore? (Ok, lo hai scoperto: sono STRESSANTE.)
haha semplicemente perché abbiamo un sacco di ore a scuola e un sacco di compiti, ma tutti quando pensano al “liceo” e al “grosso grosso studio” pensano al classico.. sigh…
😦
Oddio, mi stai facendo passare la voglia del linguistico! No dai, a me piacciono troppo le lingue, e poi cos’altro potrei fare? Nièt.
E lasciali perdere quelli del classico, non mi piace avere i pregiudizi ma mi sembrano dei secchioni superbi peggio di qualcuno che conosco (e spero che non legga questo blog.) Poi magari lo fanno perché gli piace davvero eh.
no no non sono tutti secchioni, molti dei miei amici vanno proprio al classico, sono molti prof e molti presidi che li mettono su un piedistallo… poi vabbè, gli spocchiosi li abbiamo anche al linguistico, quelli che guardano male i ragazzi del sociopsico e di scienze sociali… è una specie di gerarchia scolastica insensata 🙂
MA BENVENUTA FRA I LINGUISTI ALLORA… anzi, a settembre te lo dirò in modo ufficiale.
E non spaventarti, tutto dipende dai compagni e dai prof che avrai.
Grazie 😆
E con la sfortuna che ho so già che avrò i prof. peggiori! Spero solo di aver buoni compagni, perché di gente che conosco che andrà al linguistico ce n’è poca, sarà un rinnovamento totale!
forse rinnovarsi totalmente è meglio,sai.
E la solita ottimista!
Eeeh, me lo dicono tutti che sono ottimista, sai? xD
Comunque ho trovato oggi un po’ di gente che farà il linguistico con me, ne abbiamo parlato perché a breve avremo l’orientamento.
Ci sono due ragazze ed un maschio: una delle ragazze mi odia ed io la odio (yeeep!), l’altra ci vado abbastanza d’accordo, il maschio è uno “alla mano” (ho usato un termine di cui non conosco il significato 😆 ), ma niente di speciale…
vabè ma ne troverai tanti altri! Tu devi farlo per te mica per chi verrà con te 🙂
Vero, verissimo! Tanto non son più timida come ai “bei vecchi tempi”! 😆
“Ho provato una sensazione assurda di potere nel vedere in loro il terrore e la mortificazione quando dicevo, con voce ferma e severa, “Altrimenti mi arrabbio sul serio”.”
A tal proposito ti farebbe sicuramente “bene” leggere Educazione e Pace di Maria Montessori. Scopriresti un nuovo mondo.
me lo segno. Il nome Montessori mi ha sempre regalato brividi di terrore e inadeguatezza. Boh 😦
Un paio di scarpette rosse
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lussu
AHahhahahahhaahah mitici i bimbi 😀
Grazie mille per il commento e buon fine settimana.
CIAO!!!
l’hai detto! Sono rimasta veramente sorpresa 🙂
Ma… ma… l’ultimo bambino è in realtà Grisù!!!
non sei il primo che lo dice 🙂
bella esperienza, brava! 😀
così quando ti verrà l’insano desiderio di fabbricarti un pulzelletto a tuo uso e consumo memore dell’esperienza, ne farai a meno! 😀
a parte tutto i bambini sono bellissimi, quando dopo un paio d’ore puoi riconsegnarli ai legittimi detentori. io ne ho due ormai grandicelli: lo so, sono stata una masochista, me lo dico ogni giorno… 😦
per esperienza ai bambini molto piccoli piacciono le filastrocche di qualsiasi genere e in qualsiasi salsa. al mio grande cantavo di tutto con un repertorio che spaziava da papaveri e papere, al bello e impossibile della nannini, a bartali di paolo conte… e quella della ragnatela e dell’elefante è un must degli asili. pare serva ad insegnare i numeri ai piccini, ma effettivamente propendo per la tua ipotesi 😀
vedo che comprendi perfettamente, dato che hai anche più esperienza nel campo. Ma come fai? COME??? 🙂
Comunque anche io ho notato che molte educatrici poi non hanno figli (chissà come mai, eh! ^^).
Meno male che anche una professionista ha la mia stessa impressione sui dannati elefanti acrobati.
O.T.
Indovini un po’, signorina, chi è quella Francesca che informa l’ignara Galatea di quello che scrive la redazione, e indovini un po’ chi è l’unico che non ha capito chi era quella Francesca.
Signorina Lindy, Lei di là si corrompe.
come già detto, non ho il minimo problema nel seguire entrambi. Mi piacciono i post di Galatea, mi piace vedere tanti punti di vista. Siete troppo gentili a preoccuparmi della mia corruzione (morale?), ma per ora non è che mi senta così impura. 🙂
Svelatemi l’arcano.
come faccio, come… una domanda davvero interessante! sai quante volte me lo chiedo, in periodo scolastico? e per giunta mi perseguitano anche al mare, gli alunni. ogni tanto sento da uno scoglio una voce che mi apostrofa: ‘ssore’!!! se non fosse per i capelli freschi di parrucchiera, sprofonderei negli abissi!! 😦
bè, il rivedere gli alunni anche in vacanza è l’incubo di quasi tutti i prof ad ogni livello…poi, col tempo, lo diventa anche degli alunni.