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attualità, caffè, Julia Roberts, Lavazza, pubblicità, sessismo, spot, veline
Il Duce ha fatto un viaggio in Sicilia. Vietato pubblicare le foto che lo ritraggono mentre danza.
(Velina del 4 Agosto 1937 – fonte)
Una volta c’erano le veline del Minculpop. Non erano simpaticissime, anzi: dicevano ai giornalisti a quali notizie dovevano dare maggior risalto, quali dovevano lasciare un po’ in secondo piano, quali era meglio non scrivere del tutto. Altrimenti poteva capitare che un incendio, assolutamente accidentale, ti distruggesse la redazione del giornale.
Mi sono sempre chiesta perché quel termine giornalistico è uguale al termine che usiamo per indicare le gallinelle spennate che sculettano in tv. Ci sono le veline per i quiz dell’ora di cena, le veline per i quiz del dopocena, le veline per i cosiddetti “tg satirici”, le veline dei palazzi del potere. Le veline della tv privata e anche quelle della tv pubblica che fa di tutto per imitare Merdaset. Poi, a forza di rimuginare, sono arrivata ad una specie di conclusione. Le veline di carta servivano per distrarre dalle notizie importanti, od oscurarle. Le veline di carne hanno uguale funzione.
Tutto questa premessa per giungere a conclusioni sulla televisione. Da tanto non la guardavo, e anche se non sapevo com’erano fatte le veline di questa stagione, sapevo che c’erano ancora, sempre e comunque. Poi, considerando che nella mia famiglia sono in minoranza nell’odiare il tubo catodico (e che siamo passati dall’anal-ogico al digitale, cosa che mi ha incuriosito), ho dovuto cedere. Ho ricominciato a guardare qualche programma. All’inizio è andata bene, c’erano Che tempo che fa, Vieni via con me, Annozero, Ballarò da silenziare appena parlava Castelli… poi ho iniziato anche a far caso agli spot pubblicitari. E cosa mi ritrovo davanti? Questo:
Bè, dato che io scrivo con la testa sui cumulonembi, ecco due articoli molto più belli di qualsiasi cosa potessi produrre io. QUI e QUI.
Solitamente, glisso sulle pubblicità… ed in special modo sugli spot tv. Ma il tuo articolo è troppo brillante per non essere commentato. E davvero meritava un elegio! Molto mi sono piaciuti anche i commenti e su tutti sottoscrivo le osservazioni di “Cavalier Amaranto”.
P.S. Guardando pochissima TV, col passaggio al digitale, tra l’acquisto del decoder e la sintonizzazione dei canali, ho lasciato trascorrere quasi un mese… colpa della mia pigrizia e della mia antipatia per il mezzo.
Poi ho scoperto RAI 4.. soprattutto RAI Cinema… ed IRIS con le sue rassegne tematiche (da quando si è messa ad imitare la concorrenza).
Ergo, sia benedetto il digitale!
carissimo amico (posso definirti amico di blog?),
grazie mille degli elogi che mi riservi sempre, sei davvero gentilissimo.
P.S. Il digitale ha portato i suoi lati positivi… ma la tv rimane sempre una nemica. 🙂 Mi sono inoltre accorta che merdaset ha davvero una marea di canali di cui non sospettavo minimamente l’esistenza!!!
🙂 Sono io che devo ringraziarti per la freschezza dei tuoi post, per la genialità tranchant dei tuoi interventi, e per l’intelligenza raffinata che contraddistingue il tuo approccio col resto del mondo.
P.S. Non posso che sentirmi onorato dalla tua amicizia.
accidenti 🙂
il solito adulatore ^^
devo dire che quando mi avevano detto che la julia (sì, in casa la chiamiamo la julia. in casa abbiamo tutti un grande affetto per la julia) aveva fatto la pubblicità della lavazza ero contentissima, perché pensavo che finalmente sarebbe stata una valida alternativa alla pubblicità della nespresso (che io boicotto) con clooney (che mi è scaduto da quando si è messo con la canalis). ma ci sono rimasta male.
(capisco che non è questo il motivo per il quale dovrei atterrirmi di più ma..) ma.. ma non dice neanche una parola!! io volevo sentire la julia parlare in italiano!!! :,-(
e mi sono di nuovo dimenticata di scriverlo (ci avevo pensato già l’ultima volta che ho commentato ma mi sa che mi sono scordata), ma ‘il profumo del pane alla lavanda’ è un libro delizioso..
dopo ‘il sapore dei semi di mela’ e questo dovrei trovarne un altro sul genere culinario-senza-ricette-che-metta-solo-dei-sapori-familiari-e-accoglienti-nel-titolo, hai qualcosa da consigliarmi?
adesso sei tu che mi hai incuriosita! Devo assolutamente leggere il sapore dei semi di mela 🙂
per ora non ne ho visti altri, se ci saranno aggiornamenti ti dirò…
Non solo è muta, ma si prende pure palate di soldi per quei 45 secondi. Non so, se proprio volevano qualcuno che sorridesse, per 1.200.000 euro forse avrei accettato pure io.
George lo chiamo Nonno Nanni, e ogni giorno di più mi convinco che sia segretamente gay. E che la Canalis abbia bisogno di molta, moooolta pubblicità in America.
se volevano qualcuno che sorridesse e basta, io mi svendevo anche per 1.200 euro XD
a tàl degh! 🙂
(tu capisci)
oddio…gli articoli sono stupendi! forse si esagera un po’, ma come dargli torto..una donna del genere e un’attrice di quel calibro zittita ed usata solo per il suo sorriso. bha.
per quanto riguarda l’accostamento storico delle varie veline….hai tutta la mia stima! (che è da aggiungere anche allo stesso palinsesto televisivo che ci accomuna) 😀
sì, di certo non è una delle pubblicità peggiori (considera che la Roberts si è pigliata uno sbanderno di soldi solo per star zitta e sorridere…), ma abbiamo pensato tutti di scrivere su quella perché la più recente. Ecco, ad un certo punto si sentiva bonolis dire “A’ Botticè”, quindi in teoria Julia doveva rappresentare la nascita di Venere. Peccato che i pubblicitari abbiano sbagliato i riferimenti, dato che l’attrice ha recitato in Mona Lisa Smile… quindi la citazione è sbagliata 🙂
Checivuoifà, mi piace fare la puntigliosa.
Sicuramente la Roberts, con tutti i soldi che gli abbiamo dato, non si sarà offesa dell’errore!
ma siamo sicuri che sappia la differenza fra Botticelli e Da Vinci? 😀
(Cielo, quanto sono cattiva. Sarà l’invidia.)
Vorrei però far notare che il grande peccato originale moderno non è la morte o il sesso, ma proprio la vecchiaia, dimostrazione lo è il fatto che per la vendita di prodotti per il corpo o indumenti maschili siano presenti o ragazzi o giovani uomini.
Fanno eccezione poi i prodotti che devono esprimere non una fisicità ma sicurezza e affidabilità, che nel pensiero collettivo è presente solo nell’esperienza, allora l’uomo può essere anche bello ma con i capelli grigi.
Proprio come in una nota pubblicità di un prodotto per capelli dove l’esperto che parla del prodotto sopra una barca immezzo al laghetto cambia il colore della chioma; da neri nelle prime versioni a grigi, per cui più rassicurante, perché segno di “conoscenza”.
Non dovrebbe essere la battaglia delle donne contro la raffigurazione fasulla della pubblicità, ma della quotidianità verso visioni fasulle sulla fisicità, oltre il sesso.
la vecchiaia non è concepita dai media. Basti pensare a quanti si lifta-botulinano diventando veri e propri mostri viventi. Altro che Mary Shelley.
Il primo blog che ho linkato, Un altro genere di comunicazione (è anche nella mia blogroll), fa spesso un lavoro di analisi delle pubblicità per scoprire se celano messaggi sessisti. Non siamo moraliste, va benissimo rappresentare i sessi, un altro discorso è rappresentare la donna/l’uomo non come persona ma come oggetto.
Grazie ancora e torna quando vuoi ♥
Avevo sempre riflettuto sul fatto che le “veline”, così come le presenze femminili nelle trasmissioni di approfondimento calcistico servissero ad attrarre lo sguardo quando fai zapping tra i canali, ma non nella duplice veste di “cattura e distrai”.
Ottimo post.
grazie… ecco, anche la funzione che hai evidenziato tu è effettivamente vera, però penso che sia la funzione “originaria”… adesso probabilmente servono di più a distrarre, secondo me, visto lo stato dell’informazione. Per esempio a Striscia la notizia, che nonostante le odiose risate registrate e le varie cavolate ogni tanto denuncia anche intelligentemente: dimmi tu quanti si fissano sui servizi interessanti e quanti guardano il culo delle veline di turno.
Un buon pezzo, brava
grazie mille 🙂
torna quando vuoi!
Che tristezza questo spot…che tristezza la condizione della donna, anche in Italia.
Ilaria
già, ma la cosa positiva è che molte donne stanno prendendo coscienza della situazione… è il primo passo verso l’anti-svilimento! E speriamo che non ci diano delle “femministe”, termine ormai usato in accezione negativa…