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Venere degli stracci, Michelangelo Pistoletto, 1962
Che poi, in realtà non avevo bisogno di quel cappottino. Voglio dire, il mio armadio starborda. Ormai mi serve un tir quando faccio il cambio di stagione. Ah, il cambio di stagione, che trauma inevitabile. E pensate che non ho nemmeno trent’anni. Figuriamoci quando arriveranno i primi fili bianchi, le rughette d’espressione, la pressione troppo alta/bassa, la menopausa. Sarà il mio spauracchio principale. Vedete, a forza di seguire le spirali del mio pensiero, finisco che perdo il filo. Il cappottino, stavo dicendo.
Era lì, fra i vestiti che pazientemente aspettavano di essere rimirati, molto particolare. Mi ammiccava, il furbone. Lo si notava prima di tutti gli altri, e lui godeva nel sentire le signor(in)e passargli davanti ed esclamare “Che cariiiino, che bel colore, che bella stoffa, come starebbe bene a mia sorella/alla Luisa/con l’ultima gonna che ti sei comprata…” (Stranamente nessuna pensava che il capo d’abbigliamento sarebbe stato bene addosso a se stessa: modestia vera, modestia falsa o colpa delle passerelle? Ai talk-show l’ardua sentenza.)
Con tutti quei complimenti, il cappottino si stava ormai montando la testa, e sarebbe pure arrossito se solo avesse avuto le guance. Caso ha voluto che io stessi passando di lì proprio in quel momento, e il pensiero del mio armadio pieno come la pancia di Pantagruel non mi ha nemmeno sfiorato quando l’ho visto. Colore tenue, in lana cotta, perché adesso arrivano i primi freddi e guarda te la combinazione mi serviva giusto giusto di questa pesantezza, e poi le maniche, vogliamo parlare delle maniche… in bellissimo velluto, Dio quanto amo il velluto, con dei fiocchetti adorabilissimerrimi ai lati. Un bijou.
Insomma, un colpo di fulmine. A questo punto serviva solo una scusa credibile per convincere i piani alti (leggi: genitori) – e anche una scusa per non sentirmi troppo in colpa. Perché ho bisogno di un cappotto?
1. Arriva l’inverno
2. Ho bisogno di qualcosa da mettere la mattina quando vado a scuola
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Inspiegabilmente, ai piani alti ha fatto effetto solo la scusa numero 2: in effetti qualsiasi cosa riguardante la scuola gode di priorità speciale un po’ fra tutti i genitori, è come cliccare sul puntino esclamativo rosso quando si scrive una e-mail su Alice. Quindi, in alto i vostri cuori, adesso sarete felicissimi di sapere che ho un cappotto in più, qualche decina di euro in meno e probabilmente un’attitudine spiccata allo Shopaholism.
Fra l’altro la mia genitrice, detta amorevolmente Sergentessa Maggiore Hartman, una volta sborsata la grana mi ha lanciato un’occhiata obliqua da aquila che non finisce la preda solo perché è troppo piccola, e ha sentenziato: “Tu questo non te lo metti a scuola, ché se solo ci becco una macchia ti faccio sgurare con la lingua l’intero guardaroba”. Il che mi ha riportato subito alla mente la portata micidiale del suddetto guardaroba, e fatto sentire un po’ un’apprendista Rebecca Blomwood.
il mio armadio chiede pietà. non vedo l’ora di andare a vivere da sola anche per avere una cabina armadio. ma probabilmente straborderebbe anche quella.
il problema è, come dice becky (nel libro.. nel film non ricordo se lo dice), è che non ti rendi conto di quanto avevi bisogno di un arricciaburro, o un tappetino per auto in pelle di babirussa, o ginocchiere in neoprene, o scaldacapezzoli in pelo di opossum, finché non li vedi. una volta che te li trovi sottomano, è impossibile negare la loro utilità.
è che li uno è fregato.
come dice nel film, “ho bisogno di questi guanti perché è inverno e ho… due mani! Basta e avanza!”
Come darle torto?
A dir poco vero! Sono certa si tratti di una vera e propria patologia.
Per questo ringrazio quei momenti in cui ho voglia zero di fare acquisti ed in un negozio neanche mi guardo intorno!
rari, ma possibili… un sollievo per il portafogli! 😀
no scusa eh, ma io ai trent’anni ormai ci sono, e ci tengo ad assicurare che non ho rughette nè primi fili bianchi!!!
divertente il post, comunque 🙂
sun
aaaah, probabilmente c’è qualcosa che ti mantiene bella ggggiovane e tonica!
Grazie mille cara!
Altro simpaticissimo post che leggo con piacere 😉
Grazie, sono felice che ti piaccia! 😀
dovrò sbirciare nell’armadio di mia figlia.
scherzo naturalmente
ciao sei bravissima.
fallo pure, attento a non finire come l’amica di Rebecca Blomwood però! (sepolta e semisvenuta sotto tutte le cianfrusaglie.) 😀
Grazie mille e passa quando vuoi
Ah-ah-ah… spero di non prendermi altre pause lunghe allora 😀
Grazie per il commento, CIAO!!!
è incredibile quanto certi oggetti/vestiti possano sembrare tooootalmente indispensabili solo perché siamo all’interno di un negozio e l’oggetto/vestito in questione si sta mettendo in mostra per farci vedere quanto è bello.
a me succede soprattutto quando sono all’ikea, vado per prendere “un mobilettino da mettere nell’angolo” e esco con una libreria, tre tappeti, due cuscini nuovi e varie chincagliere (in)utilissime. 🙂
hai dimenticato il merluzzo affumicato e le polpettine svedesi (yuuuum!)
L’ikea comunque è l’apoteosi, la punta dell’iceberg diciamo, poi ci sono tutti i vari negozietti…
P.s. Prima o poi scriverò un post anche sull’ikea, mi sa.
ahaha carinissima, finalmente un adolescente (sembrerebbe) con le palle 😀
è devo dire molto lucida nello scrivere! alla faccia dei quindici anni quasisedici!
sorprendente.
no, scusa, mi stai dando del maschio? Hahahaha xD scherzo!
Grazie mille, lucidi finché le circostanze lo permettono…
Commento poco, ma ti leggo spesso.
Complimenti perchè migliori articolo dopo articolo, continua così!
Saluti
Rasko
oh, grazie mille! Bene, passa quando vuoi lettore “silenzioso”… xD
Anzi: grazie per I commenti 😀
CIAO!!!
Grazie mille per il commento e bentornata 😀
CIAO!!!
grazie mille carissimo! stavo andando in crisi d’astinenza senza le tue splendide vignette!!!