AVFILENA, bonae semper laudantur amicae:
accipiunt pretium, quae facere instituunt.
tu, quod promisti, mihi quod mentita inimica es,
quod nec das et fers saepe, facis facinus.
aut facere ingenuae est, aut non promisse pudicae,
Aufillena, fuit: sed data corripere
fraudando officiis, plus quam meretricis auarae
quae sese toto corpore prostituit.
Le buone femmine, Aufilena, son sempre da lodare:
accettano denaro per ciò che decidono di fare.
Ma tu prometti sapendo di mentire: non sei un’amica,
prendi solo e non la dai: sei una vergogna.
Concedersi è leale, non promettere sarebbe stato
da virtuosa; ma impadronirsi del denaro
con la frode, è peggio di quanto farebbe una puttana
che con tutto il suo corpo si prostituisce.
(Catullo, Liber, 110)